Gli italiani hanno bisogno di buone notizie: ben 8 su 10, infatti, sentono la necessità di notizie positive in grado di offrire una via d’uscita dalle difficoltà. Il dato, fornito da una ricerca demoscopica di AstraRicerche, mette in risalto l’urgenza di un giornalismo radicalmente diverso da quello che, negli ultimi decenni, ha affollato le pagine dei giornali e le piattaforme online con contenuti esclusivamente distruttivi e catastrofici.
Il giornalismo costruttivo, orientato non solo alla denuncia del problema, ma anche alla sua soluzione, rappresenta la risposta a questa necessità. Scopo principale di questo approccio è favorire la creazione di una comunità democratica, costituita da cittadini attivi e partecipi alla vita comune.
La verità, dovere di ogni giornalista
Il giornalismo costruttivo vuole porsi come un’informazione veramente libera, non asservita alla diffusione ossessiva di cattive notizie allineate al noto schema anglosassone “a bad news is a good news“. Questo tipo di approccio vuole incarnare ciò che il giornalismo dovrebbe essere, conformemente a quanto stabilito dalla Carta dei doveri del giornalista: “Rispettare, coltivare e difendere il diritto all’informazione di tutti i cittadini, diffondendo informazioni di pubblico interesse […] nel rispetto della verità e con la maggiore accuratezza possibile“.
Principio e fine del giornalismo costruttivo è rispettare la verità, raccontando i fatti nella loro oggettività coniugando denuncia del problema, analisi critica del fenomeno e soprattutto ricerca delle soluzioni, al fine di rendere l’utente veramente informato e motivato all’azione. Lontano dal buonismo, questo genere di informazione non vuole mostrare solo le soluzioni vincenti e potenzialmente replicabili messe in campo da persone, comunità o istituzioni, ma anche le misure che non hanno funzionato, evidenziandone limiti e possibili alternative.
Giornalismo costruttivo per una comunità democratica
Raccontare i fatti nella loro interezza permette l’instaurarsi di un rapporto di fiducia con il lettore, non più inteso come mero destinatario di un’operazione comunicativa essenzialmente commerciale, ma come cittadino titolare di diritti e doveri. In questa prospettiva, il giornalismo costruttivo vuole rivolgersi non a un pubblico passivo, ma a una comunità, aprendo un dialogo bidirezionale improntato alla promozione del bene comune.
Informare i lettori sulla realtà rende le persone libere, in grado di decidere consapevolmente e propense ad agire. In questo senso il giornalismo costruttivo, diffondendo notizie corrette e promuovendo discussioni sui cambiamenti necessari, risponde ad un altro compito della comunicazione libera: garantire e favorire la democrazia. Il giornalismo delle soluzioni non vuole agire solo verso il bene e l’utile collettivo, ma anche verso quello individuale.
Il potere delle buone notizie: le alternative positive
Un’informazione orientata a rendere i fatti più gravi di quanto non siano nella realtà pesa sullo stato psicologico degli utenti. Come riporta AstraRicerche, 4 italiani su 10 ammettono di soffrire di cattivo umore, senso d’impotenza e abbattimento morale a causa delle informazioni riportate dai media, arrivando nei casi più gravi a sperimentare ansia e depressione.
Conoscere storie positive e soluzioni ai problemi consente alle persone di uscire dallo stato di apatia causato da una narrazione focalizzata esclusivamente su ciò che non funziona. L’approccio costruttivo muove da istanze teoriche radicate nella psicologia positiva e nelle metodologie del problem solving, al fine di restituire alle persone quella che è un’esigenza umana, nonché l’essenza della motivazione: la speranza, da intendersi non come attesa passiva, ma come forza propulsiva capace di produrre cambiamento.
La speranza, il motore dell’azione
Il giornalismo delle soluzioni persegue la speranza così come intesa dallo psicologo Charles Snyder. “La speranza si configura come uno stato motivazionale positivo – afferma Snyder – che si basa sull’interazione tra il senso di successo nel produrre le strategie cognitive da utilizzare nel conseguire un determinato fine e il senso di successo nel produrre l’energia mentale per realizzare la finalità desiderata”. Le ricerche condotte da Snyder hanno dimostrato come tale capacità aiuti gli individui ad elaborare strategie di problem solving e ad affrontare con atteggiamento propositivo, dunque più vincente, problemi e situazioni stressanti.
Una ricerca dell’Università della Pennsylvania suggerisce che le notizie positive diventino virali più facilmente rispetto a quelle negative, oltre che lasciare i lettori maggiormente informati e propensi ad agire. “Le persone non cambiano semplicemente perché qualcuno gli fa notare i problemi, – dice David Bornstein, co-fondatore del Solutions Journalism Network insieme al Premio Pulitzer Tina Rosemberg – cambiano se sanno che il cambiamento è possibile e se conoscono i modelli da seguire”.
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