“Non ha raggiunto gli obiettivi previsti dai contratti”

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Un nuovo capitolo della lotta tra l’Antitrust e l’Atac. L’Autorità garante della concorrenza e del mercato ha bacchettato l’azienda di trasporti romana per non aver centrato gli obiettivi relativi alla qualità e alla quantità del servizio nel triennio 2021-2023. Per questo l’Agcm ha avviato un’istruttoria nei confronti dell’Atac, tanto che lunedì 24 febbraio funzionari dell’autorità, con l’ausilio del Nucleo speciale antitrust della guardia di finanza, si sono recati nella sede dell’azienda.

Atac non ha raggiunto gli obiettivi

Con un tempismo perfetto, ovvero poche settimane dopo la sottoscrizione del nuovo contratto di servizio con il Campidoglio e la divulgazione dei dati dell’Acos sul livello di soddisfazione dei cittadini in merito al trasporto pubblico, l’Agcm ha avviato un’indagine per “possibile pratica commerciale scorretta”. L’istruttoria, nello specifico, riguarda “la qualità e la quantità dei servizi erogati nel triennio 2021-2023 rispetto a quanto previsto dal contratto di servizio con il Comune di Roma e prospettato ai consumatori anche attraverso la Carta della Qualità dei Servizi del Trasporto Pubblico”.

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Atac, anche nell’ultimo contratto appena sottoscritto, si è impegnata a raggiungere una serie di obiettivi dal punto di vista della produzione chilometrica, presidio delle stazioni metro, regolarità delle corse ed altre voci legate al trasporto pubblico. Ci sono delle soglie di tolleranza, ovviamente, ma oltre un certo limite proprio non si dovrebbe scendere. Addirittura, nel nuovo contratto sono stati fissati traguardi più ambiziosi rispetto al passato.

Gli obiettivi falliti da Atac

Ogni semestre, Atac fornisce dati sull’attuazione del contratto di servizio. L’Agcm contesta che, nel triennio 2021- 2023, l’azienda di trasporti “avrebbe sistematicamente disatteso gli obiettivi relativi alla regolarità del servizio di trasporto di superficie e del trasporto metropolitana, ai presidi di sicurezza delle stazioni metropolitane, al funzionamento di ascensori, montascale e scale/tappeti mobili, nonché all’illuminazione delle stazioni della metropolitana”. Un problema che RomaToday aveva sollevato a novembre 2024 quando il Campidoglio aveva inviato all’Autorità di regolazione dei trasporti un’ampia relazione in merito all’imminente affidamento ad Atac del servizio di trasporto pubblico fino al 2027.

Regolarità del servizio di superificie

Prendendo, ad esempio, la regolarità del servizio di superficie, a fronte di una soglia di tolleranza tra il 70 e l’89%, sono sei anni che non si riesce a raggiungere l’obiettivo: 53% nel 2019, 61% nel 2020, 63% nel 2021, 67% nel 2022 e 66% nel primo semestre del 2023. Mentre la metro A offre un servizio anche superiore agli obiettivi, vanno meno bene le corse della metro B e C che, a livello di regolarità, hanno raggiunto, rispettivamente l’86% e l’83% di efficienza nel 2022 a fronte di un obiettivo tra il 90 e il 95%.

Pessimi risultati con i montascale funzionanti seppure la situazione, rispetto al 2019, sia nettamente migliorata ma ancora al di sotto degli obiettivi previsti dai contratti. Male anche il presidio nelle stazioni delle metro: è dal 2016 che Atac non riesce a centrare gli obiettivi prefissati.

I miglioramenti non bastano

A fronte del “presunto mancato raggiungimento di questi obiettivi” riprende quindi l’Antitrust, “Atac non sembrerebbe aver assunto misure correttive adeguate a colmare le ripetute carenze, né misure di adeguamento e/o di rimborso parziale delle tariffe applicate, in considerazione dei potenziali disagi arrecati ai consumatori”. Non è bastato, quindi, che il Campidoglio abbia fissato obiettivi più ambiziosi nel nuovo contratto di servizio o le previsione dell’assessorato in merito ad un miglioramento del trasporto pubblico grazie all’arrivo di nuovi mezzi. L’Agcm vuole approfondire la vicenda e, per questo, ha svolto l’ispezione presso la sede di Atac.

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La municipalizzata, in una nota, ha confermato la “completa disponibilità ed apertura rispetto alla richiesta di informazioni pervenute dall’Autorità garante della concorrenza e del mercato, nella forma e nei contenuti. L’intero corpo manageriale si è reso immediatamente disponibile nel fornire tutte le informazioni richieste e nel precisare le modalità di funzionamento dei processi tipici dell’erogazione del servizio e della relativa consuntivazione. Le operazioni si sono svolte in un clima di assoluta e totale collaborazione e trasparenza”.

Atac ha poi ricordato che “l’azienda, guidata dal proprio management, è impegnata in un’importante opera di rinnovamento degli asset e delle procedure aziendali, che ha prodotto miglioramenti visibili in tutta la gestione, seppur in condizioni influenzate dai numerosi cantieri approntati in preparazione al Giubileo, consentendo gradualmente di recuperare le trascorse carenze determinate da un prolungato deficit di investimenti delle amministrazioni precedenti”.

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La lunga battaglia tra Agcm e Atac

Proprio di recente, il Consiglio di Stato aveva dato ragione ad uno dei ricorsi dell’Antitrust. L’autorità aveva presentato ricorso per contestare la proroga del contratto di servizio di Atac da marzo a dicembre 2023. Si trattava solo di uno dei tanti contenziosi in atto o esauriti tra l’azienda di trasporto e l’Agcm. Quest’ultima, ha impugnato anche l’affidamento in house  del servizio di tpl ad Atac fino al 2027, deciso dall’assemblea capitolina ad ottobre 2023. Altri ricorsi al Tar sono stati presentati a gennaio e giugno 2024.



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