Export Made in Emilia-Romagna, Germania 2° paese di destinazione con 9,7 miliardi di euro

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(Sesto Potere) – Bologna – 25 febbraio 2025 – Il 2024 si è chiuso con il secondo anno di recessione in Germania, con un calo del PIL dello 0,2% dopo la flessione dello 0,3% registrata nel 2023. Era da oltre vent’anni, dal 2002-2003 che l’economia tedesca non registrava due anni consecutivi di recessione.

La crisi della principale economia europea potrebbe avere ripercussioni gravi sullo scambio commerciale con quello che è il nostro secondo mercato di destinazione delle esportazioni regionali, superato per la prima volta quest’anno dall’export verso il mercato statunitense. Nel 2024 (ultimi dodici mesi a settembre) il valore delle esportazioni verso il mercato tedesco ammonta a 9.747 milioni di euro, pari al 6,0% del valore aggiunto regionale. L’Emilia-Romagna è la terza regione per esposizione sul mercato tedesco dopo Veneto (6,2% del valore aggiunto) e Piemonte (6,1%), ben al di sopra del 3,8% medio nazionale.

Le province emiliano-romagnole più esposte sul mercato tedesco sono quelle di Piacenza con un export di 1.032 milioni di euro pari al 10,8% del valore aggiunto provinciale, quota che la pone al secondo posto nel rank nazionale per maggior grado di esposizione dopo Chieti, Reggio Emilia con 1.760 milioni pari al 8,9% del valore aggiunto (quarta nel rank nazionale), Modena con 2.144 milioni di euro pari al 7,6% del valore aggiunto, e Parma con 1.249 milioni pari al 7,2% del valore aggiunto.

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A causa dell’attuale difficile fase congiunturale che sta attraversando l’economia tedesca, nei primi nove mesi del 2024 le vendite emiliano-romagnole in Germania calano del 4,2%, in peggioramento rispetto al -0,3% registrato nello stesso periodo dell’anno precedente, a fronte di un calo nazionale del 5,4%.

Nel dettaglio settoriale, il 16,2% delle esportazioni regionali sul mercato tedesco è rappresentato da Macchinari e apparecchiature n.c.a., in flessione del -9,2% nei primi nove mesi del 2024; seguono le esportazioni di Autoveicoli, rimorchi e semirimorchi, in crescita dell’1,6%. Questi sono due dei principali settori della Meccanica, che complessivamente rappresenta il 34,1% dell’export, in calo del -5,3%.

I settori con una elevata presenza di micro e piccole imprese (MPI) – food, moda, legno e mobili, prodotti in metallo e altre manifatture – rappresentano complessivamente il 30,5% delle esportazioni manifatturiere, con 2.977 milioni di euro, in tenuta (+0,1%) rispetto ai primi 9 mesi del 2023. La migliore performance dell’export di MPI è trainata dall’Alimentare, che rappresenta l’11,7% dell’export manifatturiero, in crescita del 2,2%. Al contrario la Moda, che si compone di tessile, abbigliamento e calzature e rappresenta il 13,0% dell’export, cala dell’1,1%. L’export di MPI al netto della moda cresce infatti del +1,1%.

A livello provinciale le esportazioni manifatturiere verso la Germania calano maggiormente a Ravenna (-12,7% nei primi nove mesi del 2024), Parma (-7,8%) e Forlì-Cesena (-6,4%). Nel dettaglio, a Ravenna il calo è dovuto soprattutto, nell’ordine, a Coke e prodotti derivanti dalla raffinazione del petrolio, Prodotti della metallurgia e Apparecchiature elettriche e apparecchiature per uso domestico non elettriche. A Parma il calo è dovuto alle Apparecchiature elettriche e apparecchiature per uso domestico non elettriche, Macchinari e apparecchiature n.c.a. e Prodotti alimentari. A Forlì-Cesena il calo è dovuto ai Macchinari e apparecchiature n.c.a., Articoli in gomma e materie plastiche e Articoli in pelle (escluso abbigliamento) e simili.

L’export manifatturiero cresce sono a Piacenza, dove il calo di Articoli di abbigliamento (anche in pelle e in pelliccia) è più che compensato dalla crescita di Articoli in pelle (escluso abbigliamento) e Computer e prodotti di elettronica e ottica; apparecchi elettromedicali, apparecchi di misurazione e orologi.

Dinamiche migliori dell’export di MPI rispetto al manifatturiero si rilevano in sette province su nove, e in particolare crescite maggiori si osservano a Reggio Emilia (+11,1%) – grazie ad Abbigliamento, Pelle e Alimentare – e Modena (+4,1%), grazie a Prodotti delle altre industrie manifatturiere (tra cui rientrano le apparecchiature biomediche) e Alimentare.



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