Deragliamento treno a Pioltello, oggi la sentenza

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Nell’incidente, avvenuto il 25 gennaio del 2018, tre donne hanno perso la vita e un centinaio di persone sono rimaste ferite. Marco Albanesi, ex responsabile dell’unità di Brescia di Rfi, è stato condannato a 5 anni e 3 mesi. Assolto, tra gli altri, l’ex amministratore delegato di Rete ferroviaria italiana, Maurizio Gentile

Una condanna e otto assoluzioni. Arriva a 7 anni di distanza la sentenza di primo grado del processo sul disastro ferroviario del 25 gennaio 2018 a Pioltello, in cui morirono tre donne e un altro centinaio di passeggeri rimasero feriti. Il collegio della quinta sezione penale del Tribunale di Milano ha stabilito la condanna a 5 anni e 3 mesi nei confronti di Marco Albanesi, ex responsabile dell’unità di Brescia di Rete ferroviaria italiana. Assolti invece gli altri imputati, tra cui l’ex amministratore delegato di Rfi Maurizio Gentile e la stessa società. Al centro del procedimento le accuse di disastro ferroviario colposo, omicidio e lesioni colpose e “omissione dolosa di cautele contro infortuni sul lavoro”. Per quanto riguarda gli imputati assolti le accuse di disastro ferroviario colposo e omicidio colposo sono cadute “per non aver commesso il fatto”. Alcune ipotesi sulle lesioni sono cadute per difetto di querela.

Le indagini

Stando alle indagini della Polizia ferroviaria, il treno regionale Cremona-Milano Porta Garibaldi sarebbe uscito dai binari a causa della rottura di uno spezzone di rotaia di 23 centimetri nel cosiddetto “punto zero” sopra un giunto in pessime condizioni. Per la Procura, quello di Pioltello fu un disastro causato da una lunga serie di “omissioni” nella “manutenzione” e nella “sicurezza”, messe in atto solo per “risparmiare”. Il problema del giunto, secondo l’accusa, era noto ed era stato segnalato già dall’estate 2017, ma si intervenne solo con una zeppa di legno per tamponare sotto il giunto ammalorato. Le fasi di deragliamento vennero parzialmente riprese da una telecamera di sorveglianza. Il treno si divise “in tre parti”, con la carrozza numero tre che si staccò, sbatté sui pali e si ribaltò.

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Le vittime

Nell’incidente del 25 gennaio 2018 morirono Ida Maddalena Milanesi, Pierangela Tadini e Alessandra Giuseppina Pirri. I pm per i cinque imputati da condannare hanno chiesto, comunque, le attenuanti generiche, “perché c’è stato un risarcimento danni per le persone offese, in particolare per i familiari delle tre donne rimaste uccise” con transazioni fuori dal processo. Poche, infatti, le parti civili rimaste, cinque quelle presenti oggi in aula.

La richiesta della procura

Nel processo ad ex dirigenti, dipendenti e tecnici di Rete ferroviaria italiana erano contestate le accuse di disastro ferroviario colposo, omicidio e lesioni colpose e “omissione dolosa di cautele contro infortuni sul lavoro”. I pm Maura Ripamonti e Leonardo Lesti nelle scorse udienze avevano chiesto cinque condanne, tra cui 8 anni e 4 mesi di reclusione per Maurizio Gentile. Per Marco Albanesi erano invece stati chiesti 6 anni e 10 mesi. Mentre per Rfi, imputata in base alla legge sulla responsabilità amministrativa degli enti, era stata proposta una sanzione pecuniaria di 900mila euro.

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Assolti disastro Pioltello ignoravano giunto ammalorato

 

La “colposa sottovalutazione del rischio, a lui noto, di rottura del giunto isolante incollato ammalorato” è stata addebitata dai giudici a Marco Albanesi, ex “Capo Unità Manutentiva”, mentre per l’ex ad di Rfi Maurizio Gentile e gli altri assolti, nel processo sul disastro di Pioltello, le assoluzioni si sono fondate “sull’assenza di prova in ordine alla realizzazione di condotte commissive o omissive ad essi rimproverabili”, riguardo ai rispettivi “ruoli” e agli “effettivi flussi informativi” su quel giunto in pessime condizioni e sulla “inadeguatezza della manutenzione”. Lo scrive il presidente del Tribunale di Milano Fabio Roia. 



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