Amazon avrebbe commesso frode fiscale del valore di 1,2 miliardi di euro nel triennio 2019-2021. Questa è l’accusa formulata dalla Procura di Milano a carico della multinazionale americana e di tre top manager, indagati. Sotto la lente degli inquirenti ci sarebbe il metodo di vendita a distanza utilizzato dal colosso di e-commerce. In particolar modo l’algoritmo predittivo su cui si basa lo stoccaggio della merce in Italia.
Amazon, secondo il pm Elio Ramondini, avrebbe infatti ignorato gli obblighi tributari che derivano dalla vendita in Italia di merce proveniente da venditori extra-europei. In concreto, tra sanzioni e interessi da ripagare al fisco, la Guardia di Finanza di Monza contesta alla multinazionale circa 3 miliardi di euro.
Le Fiamme gialle avevano individuato, grazie a un elaboratore della Sogei (Società generale d’informatica del Ministero dell’economia), una scappatoia tramite cui la società di Seattle evitava di pagare all’Agenzia delle Entrate il 21% di Iva che è previsto su tutta la merce che proviene da venditori extra-europei. Per farla breve, Amazon – il cui volume di vendite in Italia secondo il supercomputer Sogei sarebbe composto per oltre il 70% da prodotti cinesi – avrebbe evitato di dichiarare l’identità dei venditori e dunque avrebbe omesso di comunicarne i dati al fisco.
La società americana, a differenza di molte altre multinazionali messe nel mirino dalla Procura di Milano, non avrebbe scelto di trattare con l’Agenzia delle Entrate. Anzi, attaccata nel cuore del suo modello di business, ha intenzione di dimostrare come l’utilizzo di un algoritmo predittivo li esenti dal pagamento dell’Iva sui prodotti extra-europei. Amazon, infatti, non considera vendite “a distanza” quelle in cui, nel momento in cui un consumatore ordina la merce online, la stessa merce è già presente in uno dei magazzini disposti sul territorio italiano.
Una possibilità che il colosso ha proprio grazie al suo algoritmo, che legge le tendenze di acquisto e permette un’organizzazione più funzionale dei beni venduti. Ma la difesa di Amazon non si ferma certo qui. Dopo aver rimarcato come nessun altro Paese europeo abbia mai neanche pensato di sollevare una contestazione del genere, ha sottolineato la completa impraticabilità del sistema di verifiche richiesto dal Fisco italiano. Soprattutto quando si tratta di un’azienda di quelle dimensioni.
Azioni Amazon: quotazioni alle prese con il supporto sul livello 216
Quotate sul mercato tecnologico statunitense Nasdaq, le azioni Amazon sembrano essere impostate al ribasso nel breve termine, anche grazie alla performance negativa registrata nella seduta di ieri. Dopo un’apertura in linea con la chiusura precedente, infatti, le quotazioni hanno intrapreso fin da subito un andamento fortemente ribassista che le ha portate a realizzare un minimo sul livello 212,72, per poi andare a chiudere non distante sul finale.
In seguito al minimo relativo toccato lo scorso 5 agosto 2024 sul livello 151,61, l’azione ha drasticamente invertito la propria rotta con un perdurante movimento rialzista, pur condito da fisiologici ritracciamenti periodici, ma sempre posizionato al di sopra di una precisa trendline ascendente, fino a realizzare un massimo storico a quota 242,52 (4 febbraio).
Da quel momento, la corsa delle quotazioni ha preso fiato con alcune giornate negative che potrebbero essere il preludio a un movimento di storno più spiccato. Amazon, infatti, sta correndo troppo e da troppo tempo e, come insegna la statistica di questi ultimi mesi, dopo ogni massimo assoluto battuto segue sempre una lieve inversione di tendenza.
In particolare, dopo la discesa delle ultime due settimane, i corsi delle azioni Amazon sono alle prese con l’importante supporto presente sul livello 216. Sarà quindi necessario monitorare con attenzione quello che avverrà nelle prossime giornate anche se probabilmente, dopo un eventuale rimbalzo di corto respiro, si assisterà a una continuazione del trend ribassista in corso fin verso la soglia psicologica dei 200 dollari, anche in considerazione del fatto che è stata violata la già citata linea di tendenza che ha finora accompagnato la salita del titolo.
Dal punto di vista operativo, pertanto, l’ingresso in posizioni long è consigliabile al superamento del livello 217,72 con target nell’intorno dei 228,84 dollari, mentre le posizioni ribassiste potranno essere aperte solo alla violazione di quota 212,72 con obiettivo molto vicino al livello 200. L’impostazione algoritmica, infatti, vede i prezzi stazionare al di sotto dell’indicatore Supertrend mentre sia l’indicatore Parabolic Sar che la media mobile a 25 sono diventati ribassisti a metà febbraio. Anche l’indicatore Macd ha appena incrociato il proprio Signal. Inoltre, è da segnalare come l’oscillatore RSI sia posizionato nell’area di “neutralità” vicino al livello 32.
L’andamento di breve termine del titolo AMAZON
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