Nuovo Coronavirus dei pipistrelli: cosa dicono gli esperti

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La scoperta


Fonte: istock

E’ recente la notizia per cui un team di ricercatori cinesi ha identificato un nuovo coronavirus che utilizza lo stesso recettore umano di SARS-CoV-2, proprio il responsabile della pandemia di COVID-19 che ha seminato morte e tristezza nel 2020.
Ovviamente questa notizia ha fatto balzare sulla sedia tutti noi e ha suscitato l’interesse della comunità scientifica. In questo articolo faremo il punto della situazione!

Il nuovo Coronavirus: HKU5-CoV-2

Presso l’Istituto di Virologia di Wuhan, qualche giorno fa è stato individuato il virus denominato HKU5-CoV-2. Appartiene alla linea evolutiva HKU5, inizialmente scoperto nei pipistrelli giapponesi del genere Pipistrellus ad Hong Kong. Questi virus sono correlati sia al SARS-CoV-2 che al virus MERS. Sebbene HKU5-CoV-2 sia in grado di infettare cellule umane, legandosi al recettore ACE2, lo stesso che usa SARS-CoV-2, al momento, fortunatamente, non ci sono ancora stati casi.

Cosa dicono gli esperti italiani

Dopo la scoperta di HKU5-CoV-2, diversi esperti italiani hanno espresso le loro opinioni:

  • Gianni Rezza, epidemiologo e professore di Igiene all’Università Vita-Salute San Raffaele di Milano, ha dichiarato: “Ciò non vuol dire che questo virus farà il salto di specie, iniziando catene di trasmissione interumane tali da causare un evento epidemico”. Ha sottolineato l’importanza del lavoro dei “cacciatori di microbi” nel monitorare ciò che accade nel mondo animale per valutare il potenziale pandemico degli agenti microbici identificati.
  • Fabrizio Pregliasco, virologo dell’Università degli Studi di Milano, ha sottolineato che la scoperta di nuovi coronavirus nei pipistrelli non è insolita e che tali virus spesso non rappresentano una minaccia diretta per l’uomo. Ha ribadito l’importanza della sorveglianza continua per prevenire possibili salti di specie.
  • Massimo Ciccozzi, responsabile dell’Unità di Statistica Medica ed Epidemiologia Molecolare dell’Università Campus Bio-Medico di Roma, ha affermato che “il rischio di una nuova pandemia da questo virus è attualmente basso”. Tuttavia, c’è la necessità di ulteriori studi per comprendere meglio le caratteristiche di HKU5-CoV-2 e il suo potenziale zoonotico.
  • Matteo Bassetti, direttore della Clinica Malattie Infettive dell’Ospedale Policlinico San Martino di Genova, ha commentato che “la scoperta di nuovi virus nei pipistrelli è un promemoria dell’importanza della ricerca e della preparazione per future potenziali pandemie”. Ha aggiunto che, sebbene il rischio immediato sia basso, è essenziale mantenere alta la guardia.

Importanza della sorveglianza e della ricerca

La scoperta di HKU5-CoV-2 ci fa capire quanto sia importante la sorveglianza attiva dei virus presenti nelle popolazioni animali. I pipistrelli, come tanti altri animali selvatici, sono noti serbatoi di virus che potrebbero fare il salto di specie, e nel caso specifico dei pipistrelli, questi sono serbatoi di coronavirus, alcuni dei quali, hanno la potenzialità di infettare l’uomo. Tenere sotto controllo questi virus e comprendere i meccanismi che potrebbero facilitare il salto di specie è cruciale per prevenire future pandemie.

Conclusione

Anche se la scoperta di HKU5-CoV-2 non rappresenta una minaccia immediata per la salute umana, sottolinea quanto sia importante tenere alta la guardia e vigilare, non smettendo mai di investire nella ricerca virologica. Comprendere meglio questi virus e i loro potenziali percorsi di trasmissione può aiutare a prevenire future emergenze sanitarie globali come quella che abbiamo sfortunatamente vissuto tutti.



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