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Tarquinia – Corruzione in ospedale – Tra le accuse, anche lavori di manutenzione auto come “utilità” per ottenere certificazioni alterate


Paolo Cardello

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Tarquinia – Non solo mazzette, ma anche piccoli favori in cambio di referti falsi.

Tra le accuse, anche lavori di manutenzione auto come “utilità” per ottenere certificazioni alterate. Dopo la chiusura delle indagini su undici indagati, tra cui il primario di radiologia e un presunto intermediario emergono nuovi particolari.

La procura della repubblica di Civitavecchia ha chiuso le indagini su un presunto sistema di corruzione all’interno dell’ospedale di Tarquinia. Al centro dell’inchiesta, condotta dalla polizia di stato, ci sono referti diagnostici falsificati in cambio di pagamenti illeciti e favori, tra cui interventi di manutenzione sulle automobili. Il dirigente medico Paolo Cardello, stimato primario del reparto di radiologia, è indagato per falso e corruzione insieme a Pasqualino Catanea, individuato come intermediario tra i pazienti e il medico. Complessivamente, sono undici gli indagati, tra cui nove pazienti che avrebbero beneficiato dei referti alterati.

Secondo l’accusa, il sistema prevedeva il rilascio di certificazioni mediche non veritiere, utilizzate per ottenere risarcimenti indebiti dalle compagnie assicurative. I pazienti, reali o fittizi, ricevevano esami diagnostici in tempi rapidissimi, senza passare dal centro prenotazioni, in cambio di 300 euro o, in alcuni casi, di servizi come il cambio gomme o interventi di manutenzione sull’auto del medico.

Il ruolo di Catanea: l’intermediario tra pazienti e medico

Le intercettazioni telefoniche e le registrazioni video avrebbero documentato lo scambio di denaro tra i pazienti e il dottor Cardello, attraverso Catanea. Quest’ultimo avrebbe detto ai suoi clienti di poter influenzare l’esito dei referti diagnostici, facendosi pagare per questo. Il 6 settembre 2022 è documentato il primo episodio contestato: un uomo di 57 anni avrebbe ottenuto un referto falso per una risonanza magnetica alla caviglia. Il 24 agosto 2023, invece, una donna di 66 anni avrebbe “istigato” il medico a rilasciare un referto alterato per il ginocchio destro.

Interpellato sulla vicenda, Cardello ha dichiarato: “Io non so che dirle, sinceramente. Hanno fatto un’indagine e ho lasciato tutto ai miei avvocati. Mi trovo in mezzo e capisco perfettamente la situazione. Ritengo di essere un professionista”. Il medico ha poi precisato: “L’utilizzo dei miei referti non è di mia competenza. Non posso controllare cosa ne viene fatto successivamente”.

La difesa del medico: “Tutti referti veri”

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Il primario, difeso dall’avvocato Alessandro Diddi, si proclama estraneo ai fatti e ha incaricato un luminare della radiologia di analizzare i referti contestati. “Quei referti sono tutti veri – ha dichiarato il legale -. Al riguardo, abbiamo disposto una consulenza tecnica che chiarirà il punto”.

Le indagini si sono chiuse a dicembre 2024 e il caso è ora in mano alla magistratura. Ulteriori sviluppi potrebbero emergere con la richiesta di rinvio a giudizio.


Gli undici indagati:
– Paolo Cardello, nato a Brescia nel 1964, residente a Viterbo
– Pasqualino Catanea, nato a Roma nel 1968, domiciliato a Tarquinia
– Massimo Bertini, nato a Civitavecchia nel 1988
– Lorenza Gambini, nata a Roma nel 1966
– Ferruccio Salsa, nato a Tarquinia nel 1969
– Ferruccio Zacchei,  nato a Tarquinia nel 1969
– Stefania Nunziato, nata a Civitavecchia nel 1959
– Mario Sabatino, nato a Catania nel 1969
– Fabrizio Zega, nato a Viterbo nel 1964
– Teodora Loredana Sabatino, nata in Romania nel 1974
– Giordano Rossi, nato a Civitavecchia nel 1987


Articoli: Caviglie e ginocchia a pezzi ma non troppo, indagati per falso 9 pazienti del primario – Referti falsi in cambio di 300 euro, la difesa del primario: “Sono tutti veri” – Mazzette per avere certificati alterati e riscuotere indennizzi dalle assicurazioni, medico indagato


Presunzione di innocenza

Nel sistema penale italiano vige la presunzione di innocenza fino alla sentenza definitiva. Presunzione di innocenza che si basa sull’articolo 27 della costituzione italiana secondo il quale una persona “non è considerata colpevole sino alla condanna definitiva”.

24 febbraio, 2025





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