“Non è garantita la territorialità della pena”

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E’ l’unico Istituto a custodia attenuata per madri detenute del Mezzogiorno aperto nel 2016, con un finanziamento di un milione di euro.

Avellino – “La scelta di chiudere l’Icam di Lauro, l’unico Istituto a custodia attenuata per madri detenute del Mezzogiorno aperto nel 2016, tra l’altro, con un grosso finanziamento di circa un milione di euro realizzato per ristrutturare quello che in precedenza era l’Icatt (Istituto a custodia attenuta per il trattamento delle tossicodipendenze) appare assolutamente dannosa”. Lo dice Samuele Ciambriello, garante delle persone sottoposte a misure restrittive della libertà personale della Campania, dopo la riunione con la provveditrice dell’Amministrazione penitenziaria campana, Lucia Castellano. Riunione in cui ha sollevato alcune criticità degli istituti penitenziari campani, e soprattutto perplessità sulla chiusura dell’Icam di Lauro.

Il rischio è, che d’ora in poi, “da Roma in giù alle detenute madri sarà precluso il rispetto del principio della territorialità della pena, – prosegue il garante – non potendo godere del loro diritto alla difesa, al reinserimento nel territorio, nonché il diritto a conservare relazioni dirette con i propri familiari. I tre bambini oggi presenti in Istituto interromperanno il loro percorso scolastico in corso. Ma allora perché non aprire una sezione loro dedicata nella C.C. di Avellino, anziché destinarle negli Istituti di Milano e Venezia? Oppure, perché non chiudere uno dei tre piccoli Istituti per detenuti madri presenti nel nord Italia?”. Ad accompagnare Ciambriello il garante comunale di Napoli Don Tonino Palmese, il garante provinciale di Avellino Carlo Mele, la garante provinciale di Benevento Patrizia Sannino e la garante comunale di Benevento Giovanna Pagliarulo.

Una madre detenuta con il suo bambino

È giusto ricordare che le detenuti madri in Italia attualmente sono 10 di cui 3 ancora a Lauro, 3 in Veneto, 1 in Piemonte e 2 in Lombardia. Nel corso della riunione sono state evidenziate dai garanti anche altre criticità: “allarmante è il tema della salute mentale nelle carceri campane per l’aumento considerevole di detenuti con sofferenza psichica, malati psicotici. In tal senso, abbiamo richiesto soluzioni rispetto alla chiusura delle articolazioni psichiatriche di Benevento e Sant’Angelo dei Lombardi, ormai chiuse da tempo e non riutilizzate. Ancora, abbiamo segnalato, con riferimento alle restrizioni che da un anno ci sono in carcere per l’ingresso di indumenti e generi alimentari, lo scandalo dei prezzi eccessivi per il sopravvitto nelle carceri”.

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“La chiusura dell’Icam di Lauro è una scelta grave e sbagliata, anche nelle sue immediate conseguenze, ovvero l’assurdo trasferimento a Venezia delle mamme ospiti e dei loro figli. Una decisione che il Ministero della Giustizia deve chiarire perché è impensabile non ci fosse una soluzione diversa, meno traumatizzante per le madri e soprattutto per i figli”, afferma in una nota la senatrice del Pd Valeria Valente, che aggiunge: “Per questo presenterò un’interrogazione in Senato, come fatto dalla collega Michela Di Biase alla Camera. Chiudere l’unica struttura del Mezzogiorno che consente alle mamme detenute di vivere con i propri bambini in un ambiente diverso dal carcere significa colpire i diritti dei più piccoli e delle donne del Sud. Che fine ha fatto la tutela del principio del superiore interesse dei minori?”.

E ancora sottolinea: “L’Icam di Lauro, nell’Avellinese, è l’unica struttura del Mezzogiorno per la custodia attenuata per madri con bambini al seguito. “L’allontanamento poi dai nuclei familiari – aggiunge – significa anche colpire il percorso di reinserimento che un paese civile e democratico deve garantire. Stiamo assistendo ad una inaccettabile deriva di accanimento verso le persone più fragili e esposte che la destra pretende di giustificare con un falso e inefficace principio di sicurezza, come accade anche nell’ultimo vergognoso decreto. La cancellazione dell’obbligo di differimento della pena per le detenute incinte e per le madri di bambini sotto un anno, prevista nel provvedimento, è infatti l’ennesima espressione del cattivismo populista di questo Governo”. 



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