Nel cuore dell’Alto Adige, a pochi chilometri da Merano, il borgo di Lagundo si apre come un angolo di storia e natura, dove tradizione e innovazione si intrecciano con un paesaggio attraversato dalla funivia e abitato da vigneti e boschi secolari. In questo contesto di stratificazioni naturali, culturali e linguistiche, si inserisce l’ampliamento di un asilo, un intervento architettonico la cui ambizione è diventare simbolo di integrazione culturale e di attenzione all’ambiente. Progettato dallo studio austriaco feld72, l’edificio parte dall’asilo costruito negli anni ’70 dall’architetto Willy Gutweniger, aggiungendone una serie di volumi che ospitano luoghi dal carattere dinamico e inclusivo, destinati ad accogliere i primi anni di formazione dei bambini e a favorire lo scambio tra le due comunità linguistiche locali, quella tedesca e quella italiana.
L’intervento si sviluppa in una struttura a due piani, dove il nuovo dialoga con l’architettura esistente: un ingresso secondario apre direttamente su una cucina laboratorio e una sala polifunzionale, concepite per essere il cuore delle attività quotidiane, così da favorire momenti di convivialità e di condivisione che arricchiscono il percorso educativo. La forza del progetto risiede nella capacità di valorizzare il territorio, dalla scelta della posizione e con l’adozione di una tecnica costruttiva fortemente orientata alla sostenibilità. Realizzato come struttura in legno priva di colle, il nuovo edificio esalta le qualità del materiale, creando ambienti domestici e caldi, senza dimenticare estetica e praticità. Le pareti, in pannelli in legno morbido disposti in strati incrociati e fissati meccanicamente, si riprendono la facciata rivestita in legno scuro e caratterizzata dalla sovrapposizione di assi leggermente ondulati che raccontano, anche negli esterni, l’eccezionalità e la cura per il dettaglio.
Il contesto culturale di Lagundo, dove le tradizioni alpine si fondono con un moderno spirito di innovazione, si riflette in ogni aspetto della progettazione. L’ampliamento dell’asilo diventa così un vero laboratorio sociale, un luogo in cui il dialogo tra due realtà linguistiche diventa il ma vero valore aggiunto che trasforma l’edificio in un centro di aggregazione e scambio culturale. L’integrazione delle nuove aule con gli spazi esistenti risponde alle esigenze di una comunità in continua evoluzione, senza rinunciare alla qualità degli ambienti e al rispetto per il paesaggio circostante. Un ulteriore segno distintivo del progetto è rappresentato dall’attenzione ai dettagli tecnici e all’efficienza energetica: l’adozione di impianti fotovoltaici e di un sistema geotermico testimonia un impegno concreto verso il risparmio energetico e la riduzione dell’impatto ambientale. Questa sinergia tra tradizione costruttiva e innovazione tecnologica, unita alla scelta di materiali locali come larice e abete rosso, racconta della ricerca di un’architettura capace di fondere storia e modernità in un dialogo continuo.
Il più recente riconoscimento del Wood Architecture Prize, assegnato nell’ambito di KlimaHouse, celebra questa visione progettuale che, pur mantenendo una spazialità imposta dalla funzione, riesce a creare ambienti domestici e piacevoli da vivere nel quotidiano. L’apprezzamento per la qualità della realizzazione e per la definizione di spazi accoglienti si traduce in un premio che riafferma il valore dell’innovazione ecologica nel contesto dell’architettura contemporanea.
Sono nato a Napoli, non parlo in terza persona e non curo cose, oggetti, persone o animali. Ho studiato architettura tra il Politecnico di Milano e l’ENSA Paris-Belleville per poi laurearmi in Architettura delle Costruzioni. Mi sono occupato di allestimenti seguendo i progetti di NENDO, scrivo di grandi architetture e sto completando un dottorando in Composizione allo IUAV di Venezia. Nonostante questo, tutto regolare.
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