Arte, punk, mercato, politica, e tanti altri possono essere i temi della nostra storia. D’altronde ci troveremo a che fare con personaggi atipici con Banksy, Jack Vettriano e Mark Hoppus.
“Inconfondibilmente Banksy, ma diverso” sono queste le parole con cui Mark Hoppus, co-fondatore della band punk-pop dei Blink-182, parla dell’ancor suo Crude Oil (Vettriano), il dipinto della serie Crude Oils dell’artista di Bristol e realizzato nel 2004 che sarà il protagonista dell’asta serale di Sotheby’s del 4 marzo a Londra, con un prezzo stimato tra i 3 e i 5 milioni di sterline (da 3,8 milioni a 6,3 milioni di dollari).
Una parte del ricavato andrà a beneficio del Child Life Program presso il Children’s Hospital di Los Angeles e del Cedars Sinai Hematology Oncology Research, oltre al California Fire Fund. “Crude Oil (Vettriano)” è ora visibile al pubblico da Sotheby’s New York fino al 20 febbraio, prima di tornare a Londra per la mostra pre-asta dal 26 febbraio al 4 marzo.
La storia dell’opera
Londra, ottobre 2005. Faceva il suo debutto la storica mostra di Banksy Crude Oils: A gallery of Remixed Masterpieces, Vandalism and Vermin, che presentava reinterpretazioni di famosi capolavori, criticando la distruzione ambientale. Eppure, forse, il gesto più scandaloso non risiedeva nel suo contenuto visivo, quanto nella presenza di quasi 200 ratti rilasciati nello spazio, che rafforzavano con la loro frenesia lo spirito di disordine e di sfida alla base della mostra.
Tenutasi in un negozio in disuso a Westbourne Grove a Notting Hill, l’evento segnò la transizione di Banksy verso un ambiente da galleria più formale, pur mantenendo l’etica sovversiva dell’approccio di strada.
Attraverso la parete di fondo del negozio, queste reinterpretazioni su larga scala sono state giustapposte a una serie di dipinti ritrovati e modificati dall’artista; tradizionali tele ad olio provenienti da mercatini delle pulci e alterate da Banksy per far riflettere sulle ansie sociali della Gran Bretagna contemporanea, pittoreschi paesaggi pastorali interrotti da auto in fiamme e nastri della polizia; una Madonna rinascimentale e Cristo bambino che ascoltano casualmente un iPod, raffinati ritrattisti riformulati con l’inserimento di maschere antigas. Estendendo ulteriormente questo approccio anarchico, Banksy ha anche “vandalizzato” la scultura classica, trasformando una serena Venere in una figura tatuata con un cono stradale sopra la testa e dotando un busto di marmo di un passamontagna in stile militare.
Crude Oils non può esser considerata semplicemente una mostra ma un manifesto irriverente e punk, un’affermazione che l’arte, proprio come i roditori che vagavano per i suoi pavimenti, rifiuta di essere contenuta dalle convenzioni. Waldemar Januszsak, nella sua recensione sul Sunday Times Culture, ha paragonato Crude Oils a un evento surrealista o situazionista, descrivendo la produzione come una messa in scena elaborata e coinvolgente.
Crude Oil (Vettriano) era ben visibile nella vetrina nel negozio, dando immediatamente il tono a una mostra che sfidava le gerarchie del mondo dell’arte. L’opera reinventa l’iconica The Singing Butler del pittore scozzese Jack Vettriano, aggiungendole però sfumature distopiche spesso presenti nei lavori di Banksy. Il dipinto del 1992 di Vettriano infatti raffigura una coppia, vestita in abito da sera che balla il valzer a piedi nudi su una spiaggia desolata. I movimenti equilibrati sembrano impermeabili alla tempesta che infuria intorno a loro e il tutto è immerso in una luce dorata che sfida il cielo coperto. The Singing Butler cattura un’atmosfera di fantasia evasiva, e la sua qualità onirica si fonde con punte di nostalgia, glamour e silenziosa sfida alla realtà.
L’opera divenne una delle immagini più celebri e riprodotte del Regno Unito e quando il dipinto originale passò in asta da Sotheby’s Hopetoun House nel 2004, fu venduto per £ 744.800 ($ 1,3 milioni), secondo Artnet Price Database, un record all’epoca per qualsiasi dipinto scozzese. La vendita, tuttavia, fu accolta con un’aria di ambivalenza da parte dell’establishment del mondo dell’arte, un sentimento catturato bene dal titolo del The Guardian il 20 aprile 2004: “Il dipinto di un artista ridicolizzato ma popolare viene venduto per £ 744.800”.
La disconnessione di Vettriano tra la sua accoglienza entusiastica da parte delle masse, confermata dalla longevità del quadro e dalla miriade di accessori che hanno sfruttato la sua immagine, e il rifiuto da parte dell’establishment artistico, ha colpito un nervo scoperto con Banksy, che a lungo ha attaccato l’egemonia dell’élite artistica mondiale. Qui, riproponendo le ballerine elegantemente vestite di Vettriano in uno sfondo di devastazione ambientale, Banksy sostituisce la gentile nostalgia con una visione distopica che parla delle ansie contemporanee.
Nella versione di Banksy, la coppia glamour continua a ballare lungo la battigia, e un maggiordomo li continua a proteggere con l’ombrello. Ma l’inutilità di questo gesto è sottolineata da due uomini in tuta ignifuga gialla che trasportano un barile di rifiuti tossici lontano dalla spiaggia. Il mare, incontaminato nella versione di Vettriano, è ora inquinato, in parte a causa dell’affondamento di una petroliera visibile all’orizzonte. L’opera d’arte funge da commento sul degrado ambientale e sul capitalismo nella società di oggi come allora.
Banksy ha scelto di sovvertire la narrativa romantica di Vettriano incorporando temi di inquinamento, capitalismo e crisi climatica: “Il vero danno arrecato al nostro ambiente non è causato dai writers e dagli adolescenti ubriachi, ma dalle grandi imprese… esattamente le persone che mettono foto di paesaggi con cornici dorate sulle loro pareti e cercano di dire al resto di noi come comportarsi” Banksy, 2005
Nonostante la sua immensa popolarità, Vettriano, proprio come Banksy, rimane vistosamente assente dalle principali collezioni istituzionali, una disconnessione che evidenzia nettamente il perdurante scisma tra appeal di massa e disaccordo critico. Per Banksy, questo paradosso culturale, dove il lavoro di un artista è acclamato dal mercato ma respinto dall’élite del mondo dell’arte, è stato ed è tuttora fonte di fascino e critica. Mettendo The Singing Butler di Vettriano in dialogo diretto con Van Gogh, Hopper e Monet, Banksy ha messo in scena una deliberata provocazione, mettendo in discussione gli arbitri del gusto e la natura esclusivista dell’establishment artistico.
Tra i cinque migliori risultati in asta dell’artista di Bristol, due sono opere presenti nella mostra Crude Oils. Sunflowers from Petrol Station, versione senza fiori dei girasoli di Van Gogh che è stata venduta nel novembre 2021 per 14,6 milioni di dollari da Christie’s a New York, diventando la sua terza opera più costosa all’asta. Show Me the Monet, un omaggio a Monet, ha raggiunto i 7,6 milioni di sterline (9,9 milioni di dollari) da Sotheby’s Londra nell’ottobre 2020, classificandosi come la sua quinta vendita all’asta più redditizia. Una rivisitazione caustica dell’idilliaco ponte giapponese di Monet, trasformato in una scena di detriti contemporanei.
Il record d’asta di Banksy è pari a 18,4 milioni di sterline (25,4 milioni di dollari, al netto delle commissioni) e spetta a Love Is in the Bin, l’opera notoriamente (auto)distruttasi per metà durante una vendita dal vivo di Sotheby’s nel 2018. Nel corso di una mostra a Seoul nel 2023 l’opera è stata ribattezzata Girl Without Balloon.
Con una provenienza degna della rock and roll hall of fame, Crude Oil (Vettriano) risiede nella collezione del frontman dei Blink-182, Mark Hoppus, dal 2011. Un artista la cui carriera trentennale è stata plasmata dallo stesso spirito irriverente ed outsider che definisce il lavoro di Banksy. Cresciuto nel sud della California, Hoppus ha trovato un senso di appartenenza alle comunità controculturali dello skateboard e della musica punk, dove l’espressione di sé e la ribellione contro il mainstream erano principi centrali.
Una gita al LACMA e al MOCA lo ha introdotto all’arte contemporanea, ma è stata la mostra Helter Skelter: LA Art in the 90s ad essere rivelatrice. Raymond Pettibon (oggi rappresentato dalla megagalleria di David Zwirner), autore delle iconiche copertine degli album della band punk rock americana Black Flag, ne era il protagonista. Questo momento ha sancito per Hoppus l’interconnessione tra punk, street art e mondo dell’arte istituzionale.
Nella casa del co-fondatore dei Blink-182, circondata da musica, skateboard e controcultura, Crude Oil (Vettriano) è diventata una presenza vissuta e un promemoria quotidiano del lignaggio condiviso tra punk, street art e l’idea di ribellione che li unisce.
Come esemplificato nella rivisitazione all’opera di Vettriano, Banksy dimostra una sofisticata padronanza di giustapposizioni inaspettate; impiega umorismo e un’acuta visione storico-artistica per sovvertire l’estetica tradizionale delle élite, elevando così la voce del proletariato e illuminando alcune delle questioni più significative della nostra epoca contemporanea.
Attraverso un’appropriazione impenitente delle sue icone consolidate e dei movimenti storici, Banksy instaura un dialogo diretto con altri attori punk e provocatori nel corso della storia dell’arte.
Il 4 marzo Crude Oil (Vettriano) potrebbe diventare la terza opera della seminale mostra del 2005 ad entrare nell’olimpo delle opere più preziose di Banksy.
Chissà se l’opera di un artista discusso e discutibile, reinterpretazione di una inflazionata tela di un pittore scozzese altrettanto discusso, di proprietà di uno dei padri fondatori del punk-pop, possa “battere” opere di maestri unanimemente riconosciuti come Picasso o Lichtenstein. Alcuni dicono di si. Comunque vada la star della serata sarà Crude Oil (Vettriano).
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