Congedo di paternità 2025, come funziona? Le regole italiane e uno sguardo all’Europa

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Come funziona il congedo di paternità nel 2025? In Italia come nel resto d’Europa è previsto un periodo di astensione per chi diventa papà: una panoramica sulle regole

Anche coloro che diventano papà nel 2025 hanno diritto a un periodo di pausa dal lavoro: con il congedo di paternità obbligatorio è possibile assentarsi per 10 giorni in occasione della nascita del figlio o della figlia.

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Sebbene la strada da compiere per la costruzione di tutele finalizzate a una genitorialità condivisa sia ancora molto lunga, l’Italia negli ultimi anni ha compiuto degli importanti passi avanti.

Anche grazie alla spinta dell’Europa, la tutela con estremo ritardo è entrata a fare parte del Testo Unico di riferimento ed è stata estesa anche ai dipendenti del settore pubblico.

Congedo di paternità 2025, come funziona? Uno sguardo all’Italia e all’Europa

Che cos’è il congedo di paternità 2025?

A differenza del congedo di maternità che ha radici antiche, il congedo di paternità è una tutela molto giovane, ancora troppo debole e poco utilizzata.

In estrema sintesi consiste nella possibilità ai padri, a partire dal 2013, di astenersi dal lavoro in occasione della nascita di un figlio o di una figlia.

Il periodo, pari a un solo giorno in principio, è stato via via esteso: attualmente i neo papà hanno diritto a un congedo obbligatorio di 10 giorni coperti da una indennità pari al 100 per cento della retribuzione, che diventano 20 giorni in caso di parto plurimo.

Al potenziamento della normativa corrisponde anche un utilizzo sempre più ampio da parte di coloro che ne hanno diritto che resta, però, ben lontano dall’essere universale.

Secondo gli ultimi dati forniti dall’INPS con l’Analisi dei divari di genere del mercato del lavoro e nel sistema previdenziale, nel 2013 ne usufruiva il 19,25 per cento dei neo papà mentre nel 2022 la diffusione ha leggermente superato il 64 per cento.

Come funziona il congedo di paternità 2025?

Si tratta di un diritto autonomo del lavoratore dipendente vale a dire che spetta a prescindere dalle condizioni della madre.

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Il congedo di paternità obbligatorio, diversamente da quello facoltativo che comporta la rinuncia di un giorno da parte della mamma e la fruizione della stessa giornata da parte del papà, è indipendente dal beneficio che spetta alla madre e aggiuntivo rispetto a quest’ultimo.

Non deve essere confuso con il congedo parentale che, in base a specifici requisiti, può essere richiesto da entrambi i genitori, copre un arco temporale più ampio coperto in pare da indennità del 30 o dell’80 per cento.

La tutela è regolata dall’articolo 27 bis del Testo unico per la maternità e paternità e soltanto nel 2022 è diventata strutturale, cioè è entrata a far parte del sistema di regole che non hanno bisogno di conferme di anno in anno.

Per circa dieci anni, infatti, è stato necessario confermare con una norma ad hoc la possibilità di astenersi dal lavoro per i neo papà.

A chi spetta il congedo di paternità 2025?

Questo periodo di astensione spetta ai lavoratori dipendenti del settore pubblico e privato che diventano padri ed è accessibile anche in caso di adozione o affidamento.

Restano ancora esclusi dalle tutele gli autonomi e coloro che sono iscritti alla gestione separata INPS continuano ad esserne esclusi.

Mentre con la nuova formulazione inserita nel Testo Unico è possibile beneficiare dello stop dalle attività anche in caso di morte perinatale del bambino o della bambina.

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Come si richiede il congedo di paternità 2025?

Il congedo di paternità obbligatorio può essere richiesto dai due mesi precedenti la data del parto fino ai 5 mesi successivi alla nascita, anche durante il congedo di maternità.

La richiesta per usufruire dei giorni di congedo deve essere presentata almeno 5 giorni prima al datore di lavoro e in relazione alla nascita, quando possibile sulla base della data presunta del parto.

La domanda deve essere presentata in forma scritta e nelle modalità indicate dall’azienda.

I lavoratori che ricevono il pagamento diretto da parte dell’INPS, invece, devono presentare la richiesta direttamente all’Istituto:

  • tramite il servizio online dedicato;
  • chiamando il Contact center al numero 803 164 (gratuito da rete fissa) oppure 06 164 164 da rete mobile;
  • affidandosi a enti di patronato e intermediari dell’INPS.

Quanti giorni di congedo di paternità spettano nel resto d’Europa?

Anche nel resto d’Europa i neo papà possono beneficiare di un congedo di paternità di almeno 10 giorni, due settimane.


Fonte: European Parliamentary Research Service (2023)

È questo lo standard minimo imposto dall’UE con la direttiva con la direttiva 2019/1158 e su cui l’Italia aveva già cominciato a lavorare. Ma in alcuni casi il periodo è molto più esteso.

In Spagna, ad esempio, sono previste 16 settimane di pausa completamente retribuite anche per i papà.

Concedere ai padri un numero di giorni tale da poter impattare sulla gestione dei carichi familiari vuol dire anche mitigare gli effetti della maternità sul lavoro e costruire le basi per una genitorialità condivisa. Ed è per questo che anche l’OCSE a gennaio 2024 ha invitato l’Italia, fanalino di coda dell’UE per quanto riguarda la partecipazione delle donne al mondo del lavoro, a potenziare le tutele per i padri.

Nel 2021 l’ex Ministra per le Pari Opportunità, Elena Bonetti, dal Women’s Forum G20 Italy aveva aveva parlato dell’idea di estendere il congedo di paternità in maniera graduale fino a tre mesi.

Nel frattempo, però, sono cambiati Governo e priorità e, per ora, non sembra esserci in cantiere il progetto di rivoluzionare le regole sul congedo di paternità.



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