Canapa, il regolmento sulle officinali al Consiglio di Stato

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Dopo la vittoria al TAR contro il decreto ministeriale che limitava l’uso delle infiorescenze di canapa, i Ministeri hanno presentato ricorso, e il Consiglio di Stato esaminerà la questione il 2 ottobre 2025. La decisione sarà cruciale per il futuro della filiera della canapa in Italia, tra tutela della salute pubblica e diritti degli operatori del settore.

Tempo di lettura: 2 minuti

La coltivazione e l’utilizzo della canapa in Italia sono al centro di un acceso dibattito legale e politico. Recentemente, l’Associazione Canapa Sativa Italia ha ottenuto una significativa vittoria presso il Tribunale Amministrativo Regionale (TAR) contro il decreto ministeriale sulle piante officinali che limitava l’uso della canapa alle sole parti della pianta destinate alla produzione di fibra e semi. Tuttavia, i Ministeri coinvolti hanno presentato ricorso, portando la questione davanti al Consiglio di Stato, con un’udienza fissata per il 2 ottobre 2025.

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La controversia ha origine nel 2022, quando il decreto sulle piante officinali tentò di restringere l’uso della canapa, escludendo parti come le infiorescenze, utilizzate per estrarre il cannabidiolo (CBD). Questa restrizione avrebbe avuto un impatto significativo su numerose aziende agricole e commerciali che operano nel settore della canapa, limitando le potenzialità di una pianta dalle molteplici applicazioni.

In risposta, l’Associazione Canapa Sativa Italia, insieme ad altri attori del settore, ha impugnato il decreto davanti al TAR. Il tribunale ha accolto il ricorso, annullando le disposizioni restrittive e sottolineando l’assenza di basi scientifiche solide per giustificare tali limitazioni. La sentenza ha evidenziato come il principio di precauzione non possa essere invocato senza dati concreti che dimostrino un effettivo rischio per la salute pubblica.

Nonostante la decisione del TAR, i Ministeri competenti hanno deciso di presentare ricorso al Consiglio di Stato, sostenendo la necessità di regolamentare l’uso della canapa per tutelare la salute pubblica. L’udienza, fissata per il 2 ottobre 2025, sarà cruciale per determinare il futuro della filiera della canapa in Italia.

Questa vicenda si inserisce in un contesto europeo più ampio, dove diversi Paesi stanno rivedendo le proprie normative sulla canapa e sui prodotti derivati. Ad esempio, nel dicembre 2022, il Consiglio di Stato francese ha annullato un’ordinanza che vietava la commercializzazione di prodotti a base di CBD, ritenendo che non vi fossero prove sufficienti per giustificare tale divieto. Questa decisione ha rafforzato la posizione di coloro che sostengono una regolamentazione più aperta e basata su evidenze scientifiche.

In Italia, la legge 242 del 2016 promuove la coltivazione della canapa e ne riconosce le potenzialità in vari settori, dall’alimentare al tessile, dalla bioedilizia alla fitodepurazione. Tuttavia, la mancanza di una normativa chiara e univoca ha portato a interpretazioni contrastanti e a interventi restrittivi da parte delle autorità, creando incertezza tra gli operatori del settore.

La decisione del Consiglio di Stato avrà dunque ripercussioni significative non solo per le aziende coinvolte, ma anche per l’intero comparto agricolo e industriale legato alla canapa. Un pronunciamento favorevole potrebbe aprire nuove opportunità economiche e occupazionali, valorizzando una coltura sostenibile e dalle molteplici applicazioni. Al contrario, una conferma delle restrizioni potrebbe limitare lo sviluppo di un settore in crescita e allontanare l’Italia dalle tendenze europee più permissive.

In attesa dell’udienza, l’Associazione Canapa Sativa Italia continua a promuovere iniziative di sensibilizzazione e informazione, sottolineando l’importanza di una regolamentazione equilibrata che tuteli la salute pubblica senza penalizzare ingiustamente un’intera filiera produttiva. La speranza è che il dibattito possa portare a una maggiore consapevolezza sulle potenzialità della canapa e a scelte legislative basate su dati scientifici e sul dialogo tra istituzioni, operatori del settore e società civile.

In conclusione, la vicenda rappresenta un banco di prova per la capacità del sistema legislativo e giudiziario italiano di affrontare temi complessi e in evoluzione, bilanciando esigenze di tutela della salute con quelle di sviluppo economico e innovazione. Il verdetto del Consiglio di Stato potrebbe segnare una svolta decisiva nel panorama normativo della canapa in Italia, influenzando le scelte future in materia di politiche agricole e industriali.

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