L’industria calzaturiera italiana chiude il 2024 con un quadro economico segnato da significative flessioni, con una contrazione del fatturato del 9,4% per un totale di 13,2 miliardi di euro. Le stesse flessioni che fanno tandem col contesto critico in cui versa anche la pelletteria italiana, che nel 2024 ha registrato una diminuzione del fatturato preconsuntivo dell’8,6% per 30 miliardi di euro.
Nello specifico, secondo i dati del Centro studi di Confindustria Accessori Moda per Assocalzaturifici, comunicati in occasione di Micam, il settore calzaturiero ha registrato una riduzione dell’export dell’8,4% in valore e una contrazione del fatturato del 9,4%, attestandosi a 13,2 miliardi di euro, con una perdita di quasi 1,4 miliardi rispetto al 2023. Anche la produzione ha subito un calo del -16,1%, con 124,1 milioni di paia realizzate. La contrazione si riflette inoltre sull’occupazione, con un decremento degli addetti del 3,8% (-2.798 lavoratori) e una riduzione delle imprese del 5,5%, pari a 195 unità in meno rispetto all’anno precedente.
Giovanna Ceolini, presidente di Assocalzaturifici e Micam, ha evidenziato le difficoltà attraversate dal comparto: “L’anno è stato caratterizzato sin dall’inizio dalla contrazione degli ordinativi che, in un clima di incertezza imputabile a cause esogene tra cui tensioni geopolitiche, nuovo aumento dei costi energetici e rallentamento di importanti economie, ha colpito significativamente anche il lusso. Con ripercussioni sulle lavorazioni per le multinazionali del fashion che producono in Italia, traino della risalita dopo l’emergenza pandemica. Auspico che entro l’anno in corso si possa concretizzare una ripartenza per le aziende calzaturiere, che rappresentano uno dei settori cruciali per il made in Italy”.
Inoltre, l’export del settore nei primi dieci mesi del 2024 ha mostrato un calo dell’8,1% in valore e del 4,4% in quantità. Particolarmente penalizzate le esportazioni verso i Paesi extra Ue, che hanno segnato una flessione dell’11,4% in volume e del 14,3% in valore. Gli Stati Uniti hanno registrato un calo del 5,6% in valore, il Canada del 15,7%, mentre la Russia ha segnato un forte arretramento del -22,4 per cento. In Europa, le riduzioni risultano più contenute: Francia -1,9% e Germania -4,1 per cento. Positivi invece i dati per la Cina (+2,5% in valore e +18,9% in quantità) e per gli Emirati Arabi (+24% in valore). Anche sul mercato interno si è registrata una flessione: gli acquisti delle famiglie sono scesi infatti dell’1,4% in spesa e del 2% in quantità.
In questo contesto critico, secondo i dati preconsuntivi elaborati per Assopellettieri dal Centro studi di Confindustria Accessori Moda, anche la filiera pelle nel suo complesso ha chiuso il 2024 con un fatturato preconsuntivo stimato di 30 miliardi di euro, segnando una diminuzione dell’8,6% rispetto all’anno precedente. L’export del settore si attesta a 25 miliardi di euro, in calo dell’8,2%, mentre l’import scende a 11,5 miliardi (-4,5%). Il saldo commerciale positivo di 13,5 miliardi evidenzia una riduzione rispetto al 2023. Le difficoltà congiunturali si riflettono pesantemente sull’occupazione, con una contrazione di oltre 5.900 unità lavorative (-4,1%), portando il numero totale degli addetti sotto la soglia delle 140mila unità. Le ore di cassa integrazione autorizzate da Inps per la filiera pelle raggiungono i 36 milioni, con un aumento del +128,2% rispetto al 2023.
L’export della filiera pelle, inoltra, mostra andamenti differenziati nei mercati esteri. In Europa, la Francia registra un calo dello 0,5%, la Germania del 0,2%, mentre Spagna e Polonia segnano entrambe un incremento del 10,6%. Al di fuori dell’Ue, la Svizzera vede un crollo del -59,1% a causa di nuove strategie logistiche delle aziende, mentre gli Stati Uniti registrano un calo del 3,9%, aggravato dall’incertezza legata a possibili nuovi dazi. In crescita invece il Giappone (+8,8%), Hong Kong (+4,8%) e gli Emirati Arabi (+37,1%).
“La situazione delle imprese del comparto è particolarmente complessa e l’inizio del 2025 non ha ancora mostrato, fino ad oggi, i segnali di ripresa che speravamo”, ha commentato in una nota Giovanna Ceolini, presidente di Confindustria Accessori Moda. “Ci tengo a sottolineare come in una situazione in cui aziende e lavoratori sono estremamente in affanno, sia necessario un supporto da parte del Governo, con interventi strutturati e a lungo termine, per sostenere il comparto ed evitare di perdere manodopera, lavoratori e posti di lavoro. Penso, per esempio, a un’estensione della Cig speciale per il 2025 o a soluzioni che semplifichino l’accesso al credito, fino alla risoluzione della questione del credito d’imposta, che rimane purtroppo ancora aperta. Apprezziamo gli sforzi fatti fino ad oggi, ma non possiamo non evidenziare le difficoltà che stiamo ancora affrontando”.
Il 2024 si chiude dunque con un bilancio complesso per la filiera pelle e l’industria calzaturiera italiana, con flessioni su tutti i principali indicatori economici. Il settore guarda al 2025 con la speranza di una ripartenza, pur nella consapevolezza che saranno necessari interventi mirati per sostenere la competitività delle imprese e la tenuta occupazionale.
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