Report: l’espresso Cadore, gli affari di Brambilla, il turismo nero sulle Dolomiti, l’arresto di Alemanno e i servizi delle Poste

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Che fine ha fatto il treno per soli ricchi che doveva portare i turisti a Cortina? A seguire un servizio che tornerà ad occuparsi delle donazioni alla Onlus della parlamentare Vittoria Brambilla.

Il turismo che ammazza sé stesso

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Il turismo di massa, senza regole, lascia dietro di sé una scia nera che, a lungo andare, ucciderà lo stesso turismo: il servizio di Lucina Paternesi è dedicato al cuore delle Dolomiti, meta di tanti “rifugisti” che arrivano qui a godersi un panorama unico al mondo.

Ma le acque reflue dei rifugi sono scaricate, nel periodo estivo, direttamente in alta quota, andando a sporcare l’ambiente. Il servizio mostrerà le foto di Armando Loss, abitante di San Giovanni di Fassa, dove si vedono le tracce nere delle fogne. Lunga la statale che collega Vigo di Fassa al passo di Costa Lunga sbuca un tubo nero in pvc: è stato montato in fretta e furia per evitare che si inceppi il tubo principale delle fogne. LE fognature dei rifugi sono scaricate nel pieno del bosco, racconta il signor Loss, in un vespaio dove il terreno non assorbe più le acque reflue per tracimare poi a valle. Un altro tubo lungo un chilometro porta le fogne da altri rifugi a oltre 2000 metri

LAB REPORT: DOLOMITI OVERBOOKING di Lucina Paternesi

Collaborazione Cristiana Mastronicola

 

Nel cuore delle Dolomiti Patrimonio Unesco il turismo ha stravolto, negli ultimi anni, l’immagine della montagna. Tra viaggi in motoslitta, degustazioni in baita, funivie che alterano l’immagine dei comprensori sciistici, in Val di Fassa l’overtourism ha creato situazioni di inquinamento ambientale dovute al forte afflusso di visitatori. E grazie a una normativa che sembra costruita appositamente per venire incontro agli interessi dei rifugisti, è possibile scaricare i reflui direttamente in quota. Quanto conta la tutela dell’ambiente in un contesto dominato dagli interessi dell’industria del turismo?

 

Il treno per i turisti ricchi

L’emblema del paese a due velocità: da una parte i treni per i facoltosi turisti che devono arrivare a Cortina e dall’altra i treni dei pendolari sempre strapieni.

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Con l’aggravante che il treno per questa classe egemone, il Roma Cortina – l’espresso Cadore, non ha mai veramente funzionato.

A Cortina, grazie al cielo, si registra lo stesso il tutto esaurito, le piste sono piene di turisti che provengono da tutto il mondo e che certamente non sono arrivati in treno.

Perché la stazione ferroviaria è stata chiusa definitivamente il 17 maggio 1964: questo particolare non ha fatto desistere i manager di Ferrovie dello Stato che a dicembre 2023 hanno lanciato l’Espresso Cadore.

“Il nostro primo prodotto commerciale” così lo pubblicizzava Luigi Cantamessa, DG della fondazione FS Italiane “un servizio notturno che tutti i fine settimana partirà da Roma Termini collegando l’urbe con Cortina d’Ampezzo”..

Un treno notturno da Roma a Calalzo, 35 km più in basso di Cortina: dalla stazione di Calalzo dovevano poi partire i pullman verso Pieve di Cadore e poi Cortina. Un viaggio forse non troppo comodo per questi turisti con tanto di sci come bagaglio.

Ma prima di prendere l’autobus i poveri passeggeri dell’Espresso Cadore dovevano sorbirsi un’altra sosta alla stazione di Treviso. Il treno, venduto come compatibile con l’ambiente, in realtà non lo è del tutto perché ad un certo punto la linea non è più elettrificata. A Treviso si deve smontare la motrice elettrica e metterne una nuova a gasolio, tutt’altro che amica dell’ambiente e foriera di problemi che si sono palesati già nel viaggio di prova.

Il locomotore cambiato a Treviso ebbe dei problemi a Ponte delle Alpi a circa 40 minuti dalla stazione di Calalzo, non sapevano come fare per farlo ripartire e vennero in soccorso dei boy scout che, con secchiate d’acqua, raffreddarono il motore a gasolio consentendo loro di riprendere il viaggio dopo un paio di ore. Il motore non ce l’aveva fatta a superare la salita.

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Qual è la situazione dei pendolari sulla linea di Calalzo?

Spesso la linea è interrotta – racconta uno di questi viaggiatori – e sostituita da autobus con conseguenti ritardi, spesso cronici.

“Nel 2024 su tutta la rete ferroviaria della provincia non c’è mai stata una giornata in tutta la linea ferroviaria fosse completamente sistemata..”

Però ci si è preoccupati dei treni per i turisti.

È una zona complicata per i trasporti: “più volte ci si sono congelate le acque nel treno” racconta il presidente del consorzio turistico di Cadore Dolomiti “se riempi i serbatoi di acqua per le toilette per fare da mangiare e fuori ci sono -6 gradi, si ghiaccia tutto. Questi mezzi di trasporto non avevano la protezione, se lasci acceso il treno gli ambientalisti si lamentano..” perché se si spegneva il treno finiva che le carrozze rimanevano al freddo.

L’Espresso Cadore avrebbe dovuto portare nuovi turisti sulle Dolomiti, un turismo di un certo livello considerando il prezzo del biglietto, da 160 euro a 610 euro nella cuccetta di lusso.

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“Se ci sono stati effetti sul turismo noi non ce ne siamo accorti” risponde il sindaco di Danta di Cadore Thoman Corbanese, non solo, gli amministratori locali non sarebbero stati coinvolti in questo progetto spiega il presidente del consorzio turistico Cadore Dolomiti Gildo Trevisan “abbiamo cercato un contatto perché pensavamo che avremmo potuto contribuire con parecchie proposte, potevamo dire che i treni di questo tipo non avrebbero avuto grande successo, ma nessuno ci ha coinvolto..”.

Non ci voleva un esperto di marketing per capire che questo treno sarebbe stato un flop: sono stati spesi due milioni per quel treno, alla cui inaugurazione erano presenti i ministri Santanché e Giorgetti.

La scheda del servizio: IL TRENO DEI DESIDERI di Danilo Procaccianti

Collaborazione Enrica Riera

 

L’espresso Cadore, il treno da Roma a Cortina, è stato presentato in grande stile a dicembre 2023 alla presenza dei ministri dell’economia Giorgetti e del turismo Santanchè. Un treno notturno con cuccette curate nei minimi dettagli che doveva intercettare una clientela di lusso, visto che determinati tipi di biglietti costavano addirittura 610 euro a persona. Turismo esperienziale lo chiamano, la vacanza comincia già dal viaggio. Per quel treno sono stati spesi 2 milioni e 300 mila euro, con quali risultati?

 

I servizi delle poste

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Negli uffici postali puoi trovare tutti i servizi, dalle assicurazioni ad internet: ma come vanno le cose con la distribuzioni di pacchi e posta, che dovrebbe essere il core business?

Lo racconta a Report uno dei tanti piccoli editori, Carlo De Bastiani de Il Quindicinale SRL, che dipendono dalle poste per la distribuzione delle riviste:

“LE poste fanno tutto tranne che consegnare la posta” racconta il direttore di Oggi Treviso “tanto è vero che non so se hai visto lo spot delle poste italiane dove c’è il bambino che va in soffitta alternate a delle immagini importanti nel costo dell’ultimo secolo, tra cui anche l’immagine del campionato del mondo del 1982 [con tanto di francobollo] e associa quei campioni del mondo all’immagine delle poste italiane. Effettivamente se fanno una gara su chi consegna le poste con maggior ritardo, noi siamo campioni del mondo”.

A novembre dello scorso anno Carlo De Bastiani spedisce il suo quindicinale e pochi giorni dopo inizia a ricevere telefonate dagli abbonati: “dopo 10 giorni le poste mi rispondono che effettivamente avevano riscontrato un problema con due bancali, non li trovavano più ..”
Migliaia di copie della loro rivista sparite e magari rinvenute da qualche altra parte, perché alla fine sono state trovate a Venezia.

Per colpa dei tanti ritardi nell’invio delle copie, fino a due settimane delle volte, molti abbonati hanno così disdetto l’abbonamento: “una volta si spediva il giornale con una data stampata sul giornale di due o tre giorni prima, adesso quelli che spediamo oggi portano la data della settimana successiva”, come a dire che si gioca sulla comunicazione per minimizzare il problema.

A quanto ammonta il danno per questo piccolo editore? Con gli abbonamenti che hanno perso, le poste gli hanno causato almeno 100mila euro di danni.

Nelle zone poco urbanizzate le Poste affidano il servizio ad Amazon: un portalettere nel bellunese ha deciso di raccontare cosa succede nella sua provincia, dove a seguito dell’accordo tra Amazon e le Poste, i pacchi dell’e-commerce hanno spesso la priorità.

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“Poste decide le priorità dei prodotti che devono essere consegnati e Amazon e tra questi: questo va a scapito degli altri prodotti, per esempio se io ordino un pacco oggi domano ce l’ho a casa. Se io aspetto un referto dell’ospedale, un documento o una sentenza del Tribunale, può essere che rimanga in giacenza per una, due o tre settimane.”
Salendo nel territorio del bellunese la situazione nei piccoli comuni non è da meno: ci sono sindaci come quello di Alpago, che hanno scritto lettere ai loro concittadini per ricordargli il pagamento delle tasse, per esempio l’Imu, ma il postino non è riuscito a consegnare e le ha riportate al mittente.

“Stiamo parlando di circa 80 mila euro di tasse ” spiega il sindaco Alberto Peterle, tasse che il comune rischia di non incassare.

Report racconterà anche la storia di un portalettere, Carmine Pascale, che nel corso degli anni aveva fatto per Poste tanti straordinari per consegnare lettere e pacchi. Aveva chiesto all’azienda il suo problema, la fatica di tutte quelle ore di lavoro in più, ma l’azienda non glieli ha riconosciuti perché quegli straordinari non erano stati autorizzati.

Eppure senza quelle ore in più Carmine non avrebbe potuto terminare il lavoro che Poste gli aveva affidato: nell’aprile del 2022 il suo responsabile gli comunica che il suo contratto non gli era stato rinnovato. Il portalettere fa causa all’azienda e il giudice gli da ragione sulla base del riepilogo delle timbrature, dove emergevano le ore lavorate in più.

Un licenziamento irregolare e anche una omissione dei pagamenti verso l’ex dipendente.

La scheda del servizio: IL POSTINO di Luca Chianca

Collaborazione Alessia Marzi

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Sabato 15 febbraio il consiglio di amministrazione di Poste Italiane e quello di Cassa Depositi e Prestiti hanno formalizzato uno scambio di partecipazioni con cui Poste ha acquisito il 9,81 per cento di Tim. A settembre, invece, il Consiglio dei ministri ha approvato un’ulteriore privatizzazione di una quota di Poste Italiane posseduta dallo Stato. Ma che fine ha fatto la Posta che conosciamo noi tutti, quella del portalettere che suonava a casa per consegnare una raccomandata? Abbiamo girato tutto il Veneto e buona parte della penisola per capirlo e ci siamo accorti che oggi anche in Poste Italiane il lavoro è cambiato. I postini verrebbero spesso chiamati con contratti a tempo determinato della durata di pochi mesi svolgendo molte ore di straordinario non pagate. Report ha raccolto in esclusiva le testimonianze di questi nuovi “sfruttati” delle consegne postali. Eppure se si guardano i bilanci si rimane sorpresi: 2 mld di utile, solo lo scorso anno. Ma attraverso cosa? Il percorso di crescente successo non lo si deve al recapito postale ma ai servizi finanziari, la raccolta del risparmio e in particolare quelli assicurativi, come per le pensioni integrative e quelle sanitarie. Ma sono sempre così vantaggiose? Abbiamo raccolto la storia di una dipendente pubblica dell’Inapp, l’Istituto Nazionale per l’analisi delle politiche pubbliche. Nel 2023 il suo istituto stipula una polizza sanitaria collettiva con Poste Italiane e lei insieme ad altri 200 dipendenti decide di aderire. Ad aprile scorso le sue condizioni di salute peggiorano e decide di usare la polizza sottoponendosi a un triplice intervento chirurgico in una clinica convenzionata. Da quel momento inizia un vero e proprio calvario grazie all’assicurazione stipulata con Poste.

 

Adotta un onorevole

Uno pensa di adottare un cane e invece si trova ad adottare un onorevole.. la battuta del conduttore Ranucci riassume abbastanza fedelmente il servizio andato in onda qualche settimana fa sull’onorevole Brambilla e sulla sua onlus, la Leidaa. Dovrebbe occuparsi della salute degli animali, da dare in adozione, e che invece era usata come un bancomat per spese personali anche.

Non solo, Brambilla rientra anche dentro altre aziende, come la Blue Line o la Prime Group, quest’ultima specializzata nel commercio di salmone e gamberi, due prodotti non proprio in linea con l’immagine animalista della deputata.

Un dipendente della Blue Line ha raccontato alla giornalista di Report delle sottrazioni di “vagonate di denaro” da parte di Michela Vittoria Brambilla: la GDF di Lecco ha scoperto che a libro paga della società c’erano persino le segretarie politiche della Brambilla.

Ammonta a quasi mezzo milione di euro in quattro anno la spesa per uno stipendio che superava anche i 130mila euro l’anno, per una dipendente che risultava lavorare per la Blue Line come impiegato commerciale ma che in realtà lavorava in un ufficio dove fuori era esposta la targa “segreteria politica”. Non effettuava nessuna mansione per la prime, era alle dirette dipendenze della signora Brambilla nella sua segreteria politica.

Stesso discorso per altre due lavoratrici che formalmente lavoravano per la prime ma anche loro erano alle dirette dipendenze della Brambilla. Anche l’autista personale della parlamentare era a libro paga della società come anche il tuttofare a disposizione della famiglia Brambilla.

“Lei ha sempre fatto come fanno altri imprenditori italiani” racconta ancora l’ex dipendente “usa la società come un bancomat per spese che non c’entrano niente con l’azienda ..”

Giulia Innocenzi nel servizio mostra il contratto tra Blue Line e Lion project (società che vende prodotti alimentari), società ancora oggi nelle mani di Brambilla e del marito. Il contratto prevede che Brambilla dovesse procacciare affari nel settore dei prodotti ittici e avrebbe dovuto mantenere i clienti della Blue Line, cioè i principali player della grande distribuzione, per un corrispettivo annuale di 180 mila euro, più vari bonus a seconda del fatturato.

È sempre l’ex dipendente della Blue Line a raccontare: “alla Blue Line la Brambilla serviva perché se tu non hai dei rapporti coi piani alti con la grande distribuzione, non ci entri. La Brambilla nel caso di Esselunga parla direttamente con la proprietà e nel caso di Conad con l’amministratore delegato ..”
Che Brambilla, deputata del parlamento italiano, si occupi personalmente dei rapporti con la grande distribuzione lo testimonia anche un audio carpito in Io Veg (altra società della Parlamentare), di cui Report è entrata in possesso: si parla di incontri con la Conad, con Alleanza, “lunedì alle 11 con Auchan mentre il pomeriggio in Esselunga, martedì alle 4 Bennet, Gigante alle 17.30.. io pranzo con l’AD di Aspiag (concessionaria del marchio Despar), alle ore 15 con Unicoop ..”
Insomma una bella agenda di incontri per una parlamentare della Repubblica: la principale cliente di Io Veg è Esselunga, senza Esselunga non riuscirebbe ad andare avanti – racconta ancora il servizio di Report che riporta una seconda testimonianza di un dipendente di Io Veg. “La fortuna della Brambilla è che tra Berlusconi e Caprotti c’era un tacito accordo, Berlusconi aiutava Caprotti ad aprire punti vendita e in cambio aveva chiesto a Caprotti un occhio di riguardo per il salmone della Brambilla.. la Brambilla era diventata il fornitore private label per eccellenza del salmone di Esselunga. Su 17 ml che fatturava Salsifood, 12 venivano da Esselunga.”

Come racconta il servizio “Il doppio ruolo di Brambilla, che può indossare contemporaneamente i panni della commerciante di prodotti alimentari e quelli di politica, gioverebbe nei suoi rapporti con i proprietari o gli amministratori delegati della grande distribuzione”.

Ci sono poi persone che hanno chiesto favori in cambio alla Brambilla – continua il dipendente di Io Veg “il proprietario di una di queste GDO, il giorno dopo l’appuntamento con la Brambilla ha chiamato, ‘fammi un piacere ho questo comune che mi mette i bastoni tra le ruote che non mi fa aprire un nuovo supermercato, dopo quindici giorni la trattativa era sbloccata’..”.

Tutto regolare per una parlamentare?

La scheda del servizio: SALMONE DA CANI di Giulia Innocenzi

Collaborazione Greta Orsi, Giulia Sabella

 

Dopo l’inchiesta sulle presunte spese anomale della onlus animalista Leidaa, Report torna sul caso di Michela Brambilla. Grazie a documenti esclusivi, verrà fatta luce sull’attività commerciale della parlamentare e soprattutto sul capannone di proprietà della sua azienda di prodotti vegani e vegetariani, la Io Veg, per rispondere a una domanda: è vero che lì dentro viene lavorato il salmone?

 

Gli amici di Alemanno

Lo scorso 31 dicembre l’ex sindaco di Roma Alemanno è stato arrestato: aveva goduto di permessi per spostarsi fuori dalla regione Lazio, violando le regole del Tribunale di Sorveglianza.

Permessi ottenuti grazie all’affidamento ad una azienda che dietro ha due nomi noti a Report: Samuele e Massimiliano Piccolo, coinvolti nel 2022 in una inchiesta per una truffa su una fornitura di camici per il Covid.

Dietro il consorzio GAP, che aveva vinto un appalto da 83 ml, c’era un’azienda di bricolage la cui titolare era casalinga di Ladispoli, come è stato possibile?

Dietro il Consorzio GAP, ha stabilito la procura di Roma, c’erano i fratelli Piccolo che dopo l’affare dei camici si buttano nel business del 110% con una nuova società, la Leonardo Servizi.

Hanno vinto grossi appalti pubblici e privati, a Torino e Roma.

La scheda del servizio: UN INGEGNERE PICCOLO PICCOLO di Rosamaria Aquino

Collaborazione Norma Ferrara, Enrica Riera

 

Nella notte del 31 dicembre, mentre Roma festeggia il Capodanno, l’ex sindaco Gianni Alemanno viene condotto in carcere. Secondo il Tribunale di sorveglianza avrebbe violato gli obblighi di affidamento ai servizi sociali, allontanandosi dalla regione Lazio con dei permessi lavorativi fittizi. Guardando dentro la società che ha permesso ad Alemanno di spostarsi liberamente sul territorio nazionale, si arriva ai fratelli Massimiliano e Samuele Piccolo, due nomi che Report aveva già incontrato nel 2021 in una inchiesta su una grossa commessa pubblica da 83 milioni di euro per la produzione di camici anti covid. Dopo gli arresti per questa vicenda, altre società collegate ai Piccolo si sono buttate nel business del 110%. In un viaggio che parte dalla Calabria e arriva in Svizzera, Report racconta la rete di relazioni tra i fratelli Piccolo e l’ex sindaco di Roma.

 

Le anticipazioni dei servizi che andranno in onda questa sera le trovate sulla pagina FB o sull’account Twitter della trasmissione.

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