‘Mi piace entrare nelle storie delle persone’

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C’è chi la conosce per la sua classe impeccabile e chi per il suo fiuto infallibile nel settore immobiliare. Ma prima di diventare un volto noto di Casa a prima vista, il programma di Real Time che la vede protagonista insieme ai colleghi Blasco Pulieri e Corrado Sassu, Nadia Mayer ha attraversato molte vite. Nata a Trento nel 1960, ha calcato le passerelle come modella prima di trasferirsi a Roma e costruire, passo dopo passo, la sua carriera da agente immobiliare. Nel 2023 ha fondato la Mayer Real Estate, un’agenzia che porta il suo nome e la sua firma, gestendola con passione e dedizione.

Madre di cinque figli (Marialuce, Mariachiara, Anastasia, Andrea e Luca) ha sempre saputo conciliare lavoro e famiglia, condividendo sul suo profilo Instagram, seguito da oltre 27.000 follower, frammenti di vita quotidiana e retroscena del suo mondo professionale. Blasting News l’ha raggiunta telefonicamente per scoprire qualcosa in più sull’esperienza televisiva e i progetti che ha in serbo per il futuro.

Nadia Mayer: ‘Mi reputo una privilegiata a fare questo lavoro e portarlo in tv”

Prima faceva la modella ora è un’agente immobiliare affermata e famosa. Come è nata questa scelta?

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“Direi che ci si innamora proprio di questo lavoro, no? È come innamorarsi di qualcosa, e in questo caso, di una casa in cui ci si vede proiettati dentro.

La casa è un prolungamento di te stessa. L’ho vissuto in prima persona con il mio ultimo trasloco, 12 anni fa. Quando sono andata a vedere questa casa, mi sono proprio vista lì dentro: era una proiezione di me e dei miei figli. È un amore, perché quando scegli una casa, lo fai di pancia. La prima impressione è quella che conta, poi magari metti in gioco anche un po’ di razionalità e tutti i tuoi bisogni.

Ad esempio, quando aiuto un cliente a comprare casa, metto al primo posto la luminosità, perché magari ha delle dinamiche di lavoro particolari o dei bambini che vanno a scuola. La casa deve rispondere alle esigenze quotidiane, specialmente in una grande città, dove muoversi può essere complicato. Bisogna verificare la luminosità, gli spazi e, se si tratta di un condominio, anche chi ci abita, perché il buon vicinato è fondamentale.

Secondo me, è importante fare anche questo tipo di valutazione. Però la casa è soprattutto uno spazio d’amore. Quando entri e ti vedi già lì, significa che è quella giusta. Io amo gli spazi, mi piace crearli, anche quando non ci sono. Avendo avuto una famiglia numerosa, ho dovuto necessariamente ottimizzarli. Se non c’era spazio in larghezza, lo creavo in altezza, con soppalchi e soluzioni funzionali. Poi i miei figli sono cresciuti e io avevo quel cassetto dei desideri che voleva riaprirsi. Così ho deciso di intraprendere questo lavoro, che oggi è diventato la mia grande passione”.

È nato tutto per caso, come un colpo di fulmine, oppure da una lenta progressione?

“È stato un progredire di passioni, di libri, di studio, di analisi dei trend, di capire se c’era più interesse per le case in campagna o in centro città.

La passione per questo lavoro è scoppiata di nuovo anche grazie all’esperienza di accompagnare alcune amiche nella ricerca della loro casa. È una forza più grande dell’universo: non si fa niente se non per amore, e io mi sono proprio innamorata di questo lavoro”.

Come è nata la collaborazione con Casa a prima vista? E cosa le piace di questo programma?

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“Mi piace tantissimo entrare nelle storie delle persone, perché siamo così tanti, ma ognuno con esigenze e desideri diversi. È meraviglioso capire perché vendono o comprano, cosa vogliono portare con sé dalla loro casa e cosa, invece, desiderano lasciarsi alle spalle. Amo entrare in empatia con le persone per riuscire a trovare la casa giusta per loro, ed è una grande soddisfazione quando sento di aver regalato loro un’emozione”.

Che è anche il segreto dell’empatia e, in parte, del successo del programma, visto che si è raggiunto un picco di circa 758.000 spettatori.

“Sì, è un grande affetto che non ci aspettavamo, ma è stato bello e immediato vedere le persone fermarsi con il sorriso. Ci dicono che teniamo loro compagnia e che il programma è leggero, ma allo stesso tempo informativo. Infatti, diamo anche informazioni importanti. Per esempio, mi piacerebbe far capire alle persone la differenza tra un semplice agente immobiliare e un vero professionista, che è tutt’altra cosa. Mi scuso se faccio questa netta distinzione, ma ho avuto un cliente che ha perso una caparra cospicua perché chi lo seguiva non lo ha assistito adeguatamente, trascurando delle mancanze documentali.

Bisogna avere rispetto per le persone, perché non si possono far perdere loro dei soldi così. Indipendentemente dal fatto che uno abbia o meno disponibilità economica, è una questione di professionalità. Su questo sono un po’ dura: io non sono una tecnica, e infatti delego immediatamente a un professionista preparato e aggiornato sulle normative. Gli faccio fare una verifica urbanistica immediatamente, come se fosse un report dettagliato della casa, perché non bisogna arrivare al limite della trattativa senza sapere tutto ciò che è necessario. Serve conoscenza e una metodologia basata su uno studio approfondito della documentazione”.

Ci racconta come deve essere un professionista del suo settore?

“Il nostro non è un mestiere, è una professione. Bisogna seguire corsi di aggiornamento, pagare un’assicurazione, avere un mindset chiaro e solido. Sono due settimane che sto approfondendo tutte le nuove normative relative al Salva Casa: è fondamentale documentarsi, perché non si può raccontare aria fritta alle persone. Però mi rendo conto che non sempre si ha a che fare con veri professionisti, ma con persone approssimative. Dicevo che non è un lavoro per tutti e, da quello che ho capito, serve prima di tutto empatia, perché ogni cliente ha un percorso diverso e bisogna saper comprendere le sue esigenze. È essenziale essere capaci di ascoltare: solo così si riesce a mettere a fuoco i desideri delle persone e trovare il modo giusto per aiutarle.

Inoltre, bisogna essere sempre disponibili e trasparenti. È bellissimo quando i clienti ringraziano davvero di cuore o ti chiamano a Natale per farti gli auguri. Nascono anche rapporti autentici: io, per esempio, ho clienti con cui continuo a sentirmi anche dopo anni, e se si trovano a Roma capita di andare a fare un aperitivo insieme. Quando ti comporti bene, il buono torna sempre indietro e si creano legami che vanno oltre il semplice aspetto professionale”.

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Questo accade anche nel programma Casa a prima vista. Invece, com’è il rapporto con i suoi due colleghi?

“Nel programma è tutto naturale, molto easy tra di noi. Siamo davvero come ci vedete in televisione, anche se ovviamente è una trasmissione e alcune battute un po’ più slang non possiamo dirle.

Infatti, ogni tanto sgrido i miei “maschiacci”, perché per me è molto importante essere educati. Dobbiamo portare un po’ di buona educazione nelle case degli italiani. Si può conversare senza bisogno di usare parole forti o trascendere, no? Anche perché capita che per strada ti fermino i bambini, ed è bello sapere di arrivare anche a loro, che sono diretti e senza filtri. Fa davvero piacere. Alla fine, tutto si riduce a una questione di atteggiamento: se ti comporti bene, le cose vanno bene. È un po’ una legge della vita. Io credo molto nel karma, nella positività: regala un sorriso e te ne torneranno cento”.

Oltre ai sorrisi, ci sono mai stati commenti sui social un po’ velenosi? Come ha reagito?

“All’inizio, forse, qualcuno mi aveva scritto cose negative, ma assicuro che il bene che mi vogliono le persone che mi seguono, i cosiddetti follower, è talmente tanto che non ci faccio caso. Poi ci sono quelle persone che non mi fanno rabbia, ma tenerezza. Mi chiedo: perché scrivere cose negative a persone che non si conoscono? Sulla base di cosa? Di quello che si vede in tv? Beh, è poca roba. Le persone dovrebbero mettersi nei panni degli altri e vedere quale cammino hanno fatto nella vita prima di esprimere un giudizio. Già dare un parere è difficile, ma un giudizio è pesante, no? Dovrebbero parlare meno e osservare di più. È importante, perché si impara sempre tanto dagli altri, da chiunque”.

Ci sono degli aneddoti, magari anche divertenti, accaduti dietro le quinte?

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“Sì, ogni tanto Corrado fa il cascamorto con me, ma lo fa per scherzare, perché è goliardico. Ad esempio, la mattina arrivo tutta truccata e lui dice: “Ah, la Mayer! Ah però, la Mayer!”, e io lo rimprovero: “Smettila, devi fare il serio!”. No, vabbè, Corrado è così e lo si ama. Poi è proprio romano, molto volemose bene. A volte capita che qualcuno arrivi in ritardo prima di registrare e allora ci arrabbiamo un po’, ma siamo fiscali su questo. Io sono una mosca bianca perché sono sempre puntualissima, ma è proprio nel mio Dna. Trovo che arrivare in orario sia una forma di rispetto, prima di tutto per se stessi e poi per gli altri.

Può succedere ogni tanto che ci siano quei 20 minuti di ritardo e allora ci prendiamo un po’ in giro, ma niente di che. Devo dire che siamo bravi, siamo una bella squadra e non ci sono mai battute cattive. Abbiamo capito il mood del programma e sarebbe sciocco cambiarlo. Mi sento davvero privilegiata: fare un lavoro che amo e portarlo in televisione, con una dinamica anche di gara un po’ divertente, è un sogno. Mi sento molto fortunata e grata”.

Cosa si aspetta per questo 2025?

“Ho un desiderio, perché ancora non mi è capitato: vorrei vendere un albergo. Sarebbe ancora più bello se fosse a Venezia, perché è una città che adoro, anche se un po’ scomoda. È una sfida complessa, perché bisogna analizzare tutti gli attivi e i passivi di un’attività di questo tipo, fare uno studio approfondito sulla società e valutare ogni aspetto con grande attenzione. Quindi sì, questa è una sfida che mi piacerebbe affrontare. Aspettiamo e vediamo, se capita, sarò contenta. E magari andremo a Venezia a festeggiare in battello”.



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