Marco Lombardo: Un Senatore tra Innovazione e Sviluppo del Mezzogiorno

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Marco Lombardo, nato a Locri (Reggio Calabria) il 2 gennaio 1981 e residente a Bologna, è un docente universitario e attualmente senatore della Repubblica, eletto nella circoscrizione della Lombardia alle elezioni politiche del 25 settembre 2022. Attivo nel Gruppo Misto (Azione – Renew Europe), ricopre il ruolo di Segretario della Presidenza del Senato e partecipa a diverse commissioni parlamentari, tra cui la 4ª Commissione permanente sulle Politiche dell’Unione europea, la Commissione straordinaria per la tutela e la promozione dei diritti umani, la Commissione parlamentare d’inchiesta sulle condizioni di lavoro, lo sfruttamento e la sicurezza nei luoghi di lavoro e la Commissione parlamentare per la semplificazione.

Impegnato su temi centrali per il futuro dell’Italia, Lombardo si distingue per un approccio pragmatico e concreto, con particolare attenzione allo sviluppo infrastrutturale del Mezzogiorno, ai diritti dei lavoratori e alle sfide della politica internazionale.


Il Ponte sullo Stretto: Opportunità o Ennesimo Spreco?

Per Marco Lombardo, il Ponte sullo Stretto di Messina rappresenta da decenni il simbolo dell’incapacità della politica italiana di prendere decisioni strategiche. Pur riconoscendone la potenziale importanza per Calabria e Sicilia, il senatore mette in guardia dal rischio che l’opera diventi l’ennesimo spreco di risorse pubbliche senza reali benefici per le comunità locali.

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“Abbiamo le competenze tecniche per costruirlo, e potrebbe essere una sfida ingegneristica affascinante. Tuttavia, troppo spesso l’urgenza di realizzarlo sembra più legata a logiche di consenso politico o alla riattivazione della Società Stretto di Messina – nata nel 1981, lo stesso anno della mia nascita – piuttosto che a un piano di sviluppo concreto per il territorio. Senza un’integrazione con il sistema infrastrutturale locale e nazionale, il Ponte rischia di essere un’opera fine a sé stessa.”

Lombardo sottolinea l’importanza di coinvolgere le amministrazioni locali e i sindaci delle città metropolitane dello Stretto, affinché il progetto venga concepito come un’iniziativa condivisa e non come un’imposizione dall’alto. Inoltre, ribadisce che la costruzione del Ponte dovrebbe essere solo il primo tassello di un piano più ampio, che includa il potenziamento dell’Alta Velocità, il miglioramento della SS106, il rilancio del Porto di Gioia Tauro e un’integrazione con il sistema aeroportuale calabrese e siciliano.

“Pensare di costruire il Ponte senza aver prima completato queste infrastrutture è come mettersi una cravatta senza aver prima indossato la camicia. Un’opera di questa portata deve inserirsi in un contesto di sviluppo territoriale più ampio, altrimenti rischia di essere solo una cattedrale nel deserto.”


I Lavoratori dello Stretto: Un Problema Ignorato

Uno dei temi più urgenti che il governo continua a sottovalutare riguarda le condizioni di chi ogni giorno attraversa lo Stretto di Messina per lavorare. Lombardo ricorda di aver interpellato il Ministro delle Infrastrutture, Matteo Salvini, per sollecitare risposte sulle problematiche legate ai collegamenti marittimi tra Reggio Calabria e Messina. Tuttavia, le risposte tardano ad arrivare.

“È inaccettabile che i lavoratori siano lasciati in balia delle decisioni aziendali, nonostante l’esistenza di una clausola sociale che dovrebbe proteggerli. Il governo, invece di intervenire, resta a guardare. Chi garantisce il funzionamento quotidiano dei collegamenti marittimi non può essere trattato come una variabile secondaria: servono misure concrete per tutelare i loro diritti e la loro occupazione.”


Autonomia Differenziata: Una Minaccia per il Sud?

Lombardo esprime forti perplessità sul progetto di autonomia differenziata, evidenziando i rischi di un aumento delle disuguaglianze tra Nord e Sud.

“Se il governo non finanzia preventivamente i Livelli Essenziali di Assistenza (LEA), l’autonomia differenziata rischia di allargare ancora di più il divario tra le regioni più ricche e quelle più deboli. Senza investimenti mirati, Calabria e Sicilia potrebbero trovarsi ulteriormente marginalizzate nel panorama nazionale, con conseguenze gravi per i servizi pubblici e le opportunità di sviluppo.”

Lombardo chiede misure di compensazione e investimenti diretti per garantire che il Mezzogiorno non venga escluso dai processi di crescita economica.

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Sicilia e Difesa: Quale Ruolo nel Mediterraneo?

Un altro punto centrale del dibattito politico riguarda il ruolo strategico della Sicilia nel contesto della difesa europea. Lombardo riconosce l’importanza dell’isola per la sicurezza del Mediterraneo, ma si oppone a un modello in cui gli investimenti militari non portino reali benefici alla popolazione locale.

“Non possiamo permettere che la Sicilia venga utilizzata solo come base militare senza che le risorse investite abbiano un impatto concreto sull’economia e sull’occupazione dell’isola. È necessario un piano di sviluppo chiaro, che accompagni gli investimenti nella difesa con politiche di crescita locale e formazione professionale.”

Secondo il senatore, la presenza militare internazionale deve tradursi in opportunità per i siciliani, evitando che l’isola diventi solo un avamposto strategico senza ricadute economiche positive.


Rapporti con gli USA e il Futuro del Sud Italia

La recente intesa tra il governo Meloni e gli Stati Uniti potrebbe rappresentare un’opportunità per l’Italia, ma Lombardo teme che il Sud venga nuovamente escluso dai benefici di questa collaborazione.

“Abbiamo già visto in passato come le relazioni internazionali del nostro Paese non sempre si traducano in opportunità per il Mezzogiorno. Se il governo non interverrà con misure specifiche per attrarre investimenti, Calabria e Sicilia rischiano di restare ai margini, mentre altre aree del Paese raccoglieranno i frutti di queste relazioni strategiche.”

Lombardo sottolinea la necessità di adottare strumenti di fiscalità di vantaggio per incentivare le imprese a investire nel Sud, promuovendo settori chiave come la digitalizzazione, le tecnologie ambientali e lo sviluppo sostenibile.

“Non basta firmare accordi con gli Stati Uniti o altri partner internazionali. Bisogna avere una visione concreta di come trasformare queste collaborazioni in crescita economica per il Sud. Solo così possiamo recuperare il divario territoriale e garantire un futuro migliore a questa parte del Paese.”

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