emergenza casa, 470mila gli alloggi privati sfitti, dieci volte il totale di quelli pubblici

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Il diritto alla casa, l’emergenza abitativa, la difficoltà, specie per le coppie più giovani, di trovare un’abitazione. Ma anche nuove modalità di abitare e progetti innovativi per rendere la casa un bene più accessibile. Quello dell’abitare è un tema caldo che riguarda molteplici soggetti, dal mondo delle istituzioni a quello dell’associazionismo, con al centro un grande soggetto protagonista: la famiglia. Queste le tematiche cardine del convegno “Case e città a misura di famiglia” che si è svolto sabato mattina, 22 febbraio, a Palazzo dei Trecento di Treviso, organizzato da Centro della Famiglia di Treviso in collaborazione con CISF – Centro Internazionale Studi e Famiglia e Osservatorio Natalità e Famiglia in Veneto. L’appuntamento è parte del ricco programma di iniziative dedicate ai 50 anni dalla fondazione del Centro della Famiglia di Treviso, con sede in via San Nicolò a Treviso, da mezzo secolo punto di riferimento nell’offerta di percorsi di sostegno e formazione per coppie e famiglie. Il calendario di eventi, che andranno avanti fino a ottobre, ruota attorno allo slogan “Storia e futuro con al centro la famiglia” e si articola su quattro tematiche principali: abitare, innovare, partecipare e generare.

E al tema dell’abitare è stato dedicato il convegno che conclude anche la settimana della mostra fotografica “We, Home”, allestita sempre a Palazzo dei Trecento e inaugurata sabato scorso, un viaggio attraverso 50 scatti che ritraggono la casa come spazio vitale, di cura e di relazione. Dopo i saluti istituzionali del sindaco di Treviso Mario Conte e quelli del presidente del Centro della Famiglia di Treviso don Francesco Pesce, il convegno è entrato subito entrato nel vivo con la presentazione del Family Report 2024 del CISF intitolato “Case e città a misura di famiglia”, a cura di Francesco Belletti, direttore del Centro Internazionale Studi e Famiglia. Il report si basa su un’indagine effettuata su 1.600 famiglie italiane, a cui è stato sottoposto un questionario a tutto campo, per valutare aspetti strutturali, giuridici, economici e sociali legati all’abitare. Non solo un’analisi numerica, ma un vero e proprio sguardo sulla dimensione relazionale dei luoghi, con l’obiettivo di verificare se e come le relazioni familiari vengono facilitate o penalizzate dalla qualità delle abitazioni e dei quartieri in cui si vive.

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Nel suo intervento, Belletti ha da subito sottolineato come, nella quasi totalità delle interviste somministrate, i termini “casa” e “famiglia” siano risultati sinonimi. Anche nel linguaggio comune “metter su casa” e “fare famiglia” sono spesso considerati sinonimi, tanto che il “trovare casa” diventa un prerequisito essenziale al progetto di famiglia di una giovane coppia. Eppure, ha sottolineato Belletti, il diritto alla casa nel nostro Paese appare non solo poco esigibile, ma non risulta nemmeno esplicitato nella nostra Carta costituzionale. Forse anche per questo motivo le politiche pubbliche sulla casa rimangono incerte e discontinue.

Dal Report CISF 2024 emerge con forza che l’abitazione è un bene di investimento prioritario per le famiglie italiane, tanto che oltre il 75% delle famiglie è proprietaria della casa in cui abita. Si tratta anche di un modo di investire sul futuro delle nuove generazioni e di una forma di solidarietà: i genitori riducono i propri consumi, non solo come misura di protezione verso la propria età anziana, ma soprattutto per offrire migliori opportunità future ai propri figli. “La casa diventa insomma un bene di trasmissione intergenerazionale molto potente – racconta Francesco Belletti – metà delle persone che hanno acquistato casa lo hanno fatto con il sostegno dei genitori, percentuale che arriva al 70% per gli under 35, e questo significa che la famiglia fa da banca senza interessi per le future generazioni. Questo è un dato molto interessante in un Paese che, al contrario, spende oggi e fa debito per le nuove generazioni.”

Partendo dai dati del Veneto ricordati dal direttore dell’Unità Organizzativa Edilizia della Regione Veneto Federico Pigozzo, che vedono 470.000 alloggi sfitti “10 volte di più della disponibilità di alloggi di edilizia residenziale pubblica tra i Comuni e le ATER”, è toccato poi a Paola Roma entrare nel merito del “Fondo di sostegno all’Abitare” lanciato dall’Associazione Comuni della Marca Trevigiana in collaborazione con il Centro Studi Amministrativi della Marca. “È un fondo nato dalla collaborazione con tutto il territorio, grazie alla Regione del Veneto, alla collaborazione con i Comuni, l’ATER di Treviso, le Caritas trevigiane ma anche il mondo imprenditoriale, quello sindacale, quello delle associazioni e del terzo settore e non ultimo i proprietari. Il fondo da una parte vuole essere un sostegno nel pagamento dell’affitto per le famiglie e una garanzia per chi affitta, allo stesso modo prevede un percorso di accompagnamento all’abitare, una parte di formazione necessaria per la gestione di un alloggio. Riteniamo sia l’ATS l’ambito giusto a dover gestire il tema della casa, perché per il Comuni si tratta soprattutto di sociale”.

Per la prima parte di interventi, parola poi a Michela Geretto, Valentina Tomio e Matteo Sozza, portavoce del progetto di cohousing Borgo Ponte Canale a Villorba, che hanno raccontato la propria esperienza di coabitazione solidale. L’iniziativa nasce 10 anni fa con l’obiettivo di costruire una esperienza di vicinanza solidale tra famiglie e offrire spazi fisici cogestiti, ossia un parco e un edificio condominiale, per lavoro, feste e incontri. I tre portavoce hanno riportato come la condivisione seppur minima di spazi e tempi tra otto famiglie sia una prova complessa ma, raccontano: “è anche un’esperienza preziosa sia per gli adulti che trovano sostegno nella quotidianità e spazi di condivisione di pensiero, che per i ragazzi che costruiscono relazioni tra i pari e con gli adulti e, nell’accoglienza delle diversità, allenano la loro capacità a diventare cittadini. In qualche modo, inoltre, l’esperienza supplisce a politiche familiari che faticano a sostenere le famiglie della complessità della vita, ad esempio per quanto riguarda il lavoro femminile. Auspichiamo che con creatività e dialogo tra pubblico e privato nascano esperienze più evolute della nostra al passo con le necessità del vivere oggi.”

La seconda e ultima parte del programma, ha previsto una tavola rotonda sulle politiche dell’abitare, moderata dalla giornalista Anna de Roberto. Il vescovo di Treviso mons. Michele Tomasi ha parlato della necessità di ritrovare una nuova dimensione dell’abitare: «Abitare significa stare nei luoghi dove veniamo accolti, i luoghi che riceviamo come sono e trasformiamo con la nostra vita, abitare insieme significa un tessuto sociale condiviso. Abitare è una delle dimensioni dello stare insieme in società. E lo stare insieme in società necessita avere gli spazi del dentro e del fuori. La casa e l’appartamento, ma anche la piazza, il giardino, i servizi, le istituzioni, le chiese, quei luoghi che ci servono per diventare profondamente umani. Una dimensione che dobbiamo tutti insieme recuperare».

L’assessore alla Città Solidale e Inclusiva, Famiglia e Disabilità del Comune di Treviso Gloria Tessarolo ha sottolineato il grande lavoro di rete dell’Amministrazione che sta cercando di impegnarsi su più fronti: «Sia sul fronte urbanistico, con la modifica di alcuni regolamenti come quello delle aree Peep a quello di edilizia privata, dove si è cercato di dare diversi modelli dell’abitare, fino alle sperimentazioni del sociale che riguardano dei target specifici: l’uscita da percorsi di grave marginalità, le donne, le esperienze di housing sociale per l’autonomia delle persone con disabilità e quelle di cohousing per le persone anziane».

Il presidente ANCE Treviso Rovigo Ottaviano De Biasi ha posto l’attenzione sulle modifiche al mercato immobiliare, dall’aumento dei costi nella costruzione di un’abitazione alla diminuzione di capacità di potere di acquisto delle famiglie che orienta i giovani verso l’affitto.

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La tavola rotonda

Il presidente Forum Regionale Associazioni Familiari del Veneto Marco Marseglia ha evidenziato che, per sostenere le giovani coppie nel progetto di costruire una famiglia e una casa, è fondamentale creare una rete di supporto che coinvolga diverse istituzioni, tra cui lo Stato, il mondo del lavoro e la Chiesa: «Le giovani coppie vorrebbero che lo Stato, il mondo del lavoro e le istituzioni religiose vedessero la famiglia come una risorsa preziosa ed importante per lo sviluppo sociale e culturale di una Nazione, un’istituzione basilare e fondamentale per l’essenza dell’intera società e un soggetto economico strategico per lo sviluppo dei territori, promotore di imprenditoria e di cultura del lavoro, generatore di valore ed intraprendenza responsabile, primo ammortizzatore sociale e produttore di welfare locale di prossimità».

La presidente dell’Associazione Comuni Marca Trevigiana Paola Roma e il direttore dell’Unità Organizzativa Edilizia della Regione Veneto Federico Pigozzo sono tornati a parlare di edilizia popolare a livello veneto e trevigiano. «Oggi è il primo appuntamento degli eventi organizzati per il 50esimo anniversario del Centro della Famiglia che ricorre in questo 2025 – racconta don Francesco Pesce, presidente del Centro della Famiglia di Treviso –. Iniziamo con un convegno pubblico su un tema urgente e scottante: quello delle casa. Eravamo abituati a dire “dove c’è famiglia c’è casa”, come ci ha insegnato un noto motivo pubblicitario. Ora sempre più dovremmo dire “dove c’è casa, c’è famiglia!”. Conosciamo l’urgenza della questione abitativa, ma siamo qui anche per mostrare come la nostra passione per le famiglie sia una passione per la casa e per la città: due passioni e due amori che vanno insieme».

«Quello della casa è un tema fondamentale, perché una comunità cresce se è attrattiva per i residenti, soprattutto per le giovani coppie, e la casa deve essere accessibile a tutti – ha detto Mario Conte, sindaco di Treviso – come Amministrazione stiamo lavorando tantissimo e su più fronti, credo però che il vero segnale debba venire dagli organismi nazionali, è fondamentale infatti un supporto sia per l’affitto che garanzie per chi invece affitta e che a volte preferisce il turista al residente. Bisogna trovare un giusto equilibrio e per farlo è necessario anche varare un nuovo Piano Nazionale per la Casa, siamo in un momento storico, di crisi economica e caro vita, dove si rendono necessari investimenti importanti a tutti i livelli per garantire la casa a tutti e con prezzi accessibili. Io credo che lavorando insieme e con visione di lungo termine ce la potremo fare».



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