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Dal 23 al 25 febbraio prossimi si svolgerà a Bologna Fiere Slow Wine Fair 2025. Saranno 98 in tutto le cantine presenti, molte delle quali facenti parte delle collettive di Enoteca Regionale Emilia Romagna, Modigliana Stella dell’Appennino e Brisighella Anima dei Tre Colli. Le Albana del 2022 hanno saputo smarcarsi dall’annata torrida, mentre quelle del 2023 hanno superato con successo la catastrofe dell’alluvione. Anche il Sangiovese ha risposto bene a due vendemmie non facili. Per quanto riguarda Modigliana, saranno quattro le cantine che parteciperanno all’evento: Mutiliana, La Casetta dei Frati, Villa Papiano e Il Pratello. Tutte aderiscono a Modigliana Stella dell’Appennino, un’associazione che ha come obiettivo la valorizzazione, lo sviluppo e il racconto vitivinicolo del territorio e della comunità di Modigliana.
Stefania Montanari e Luca Monduzzi premiati dalla guida del Touring club
Di particolare rilievo Il Teatro, situato a Monte Violano del Trebbio di Modigliana. Si tratta di un’azienda vitivinicola ma anche di un particolare agriturismo che prende una sola prenotazione per servizio e nasce nel 2015 da un’idea di Luca Monduzzi e della sua compagna Stefania Montanari (in foto). Monduzzi e Montanari sono anche fra i soci fondatori di Modigliana Stella dell’Appennino. Lo scorso 29 gennaio hanno ricevuto un altro premio che li rende orgogliosi. «La guida del Touring Club Italiano ‘Vini buoni d’Italia’ – commenta un entusiasta Monduzzi – ha riconosciuto al nostro Romagna Doc Sangiovese Modigliana ‘Violano’ 2022 la corona d’oro (vino di eccellenza premiato dai coordinatori regionali della guida)». Un vanto per un territorio che negli ultimi due anni ha visto di tutto.
Tra frane e alluvione è sempre più difficile fare agricoltura
Nei primi 17 giorni di maggio 2023, piogge per 4 miliardi di metri cubi di acqua si sono riversate su un territorio di 1.600 chilometri quadrati: a dirlo i report elaborati dalla Regione Emilia Romagna e Arpae, l’Agenzia Regionale per la prevenzione, l’ambiente e l’energia. La pianura è stata sommersa dall’acqua ma anche in collina non è andata meglio. Frane e smottamenti hanno stravolto l’Appennino e isolato i paesi dell’entroterra. Per esempio, Monte Trebbio, nel comune di Modigliana, rimasto inaccessibile a causa dei versanti franati sulle strade di collegamento, tra cui la Provinciale 21, con danni enormi a vigneti e campi coltivati. Sul Monte Trebbio, vicino a Modigliana, i danni della bomba d’acqua sono stati amplificati dall’aver trascurato le piccole opere di manutenzione e pulizia che la montagna richiede, come la realizzazione di fossette di scolo. Sono ancora vivi il ricordo e le conseguenze dell’alluvione che, nel 2023, ha colpito la regione e in particolare Modigliana con 6.962 frane censite, è rimasto per settimane isolato. Le frane avevano completamente bloccato le strade principali, tanto che il centro abitato doveva essere rifornito con gli elicotteri. Nonostante tutto gli imprenditori agricoli del territorio sono resilienti. Ancora più forte infatti è l’energia che ne è scaturita e la voglia di continuare a crescere e a fare squadra. In montagna, le difficoltà sono numerose e il profitto è quindi minore. Per questo motivo il lavoro agricolo svolto nei territori più impervi va incentivato e remunerato adeguatamente. In questo contesto l’agricoltore rappresenta un vero e proprio presidio sul territorio. I territori di collina e di montagna, sono potenzialmente territori più fragili da un punto di vista morfologico, più soggetti a smottamenti e frane, che se non vengono ben gestiti, causano ripercussioni anche in pianura. La sostenibilità economica delle produzioni di montagna è un’altra questione cruciale.
Le produzioni realizzate in Appennino sono inevitabilmente condannate all’eccellenza perché per sostentarsi in questi territori occorre realizzare prodotti costosi per trarne il giusto profitto. A Modigliana c’è un gruppo di produttori virtuosi che si sta sforzando da anni di vendere un vino che sì costa di più, ma che porta con sè un contenuto che fa sì che gli agricoltori non abbandonino questi territori montani e che le vigne abbiano un valore più alto.
I contributi regionali
Alcune delle proposte di modifica al Complemento di programmazione per Sviluppo Rurale dell’Emilia-Romagna 2023- 27 a cui la Regione ha dato il via libera nell’ultima seduta di Giunta, con la finalità di riallocare le risorse a disposizione per meglio soddisfare le esigenze emerse durante l’attuazione del Piano, vanno incontro alle esigenze delle imprese agricole di montagna. Contributi unitari ad ettaro più alti alle imprese agricole di montagna e delle altre zone della regione con svantaggi naturali, e poi ancora un incremento della dotazione per i bandi dedicati alla produzione integrata e dell’aliquota di sostegno per gli agricoltori che investono nel miglioramento del benessere degli animali in allevamento.
L’altro fronte di intervento riguarda il ricambio generazionale e gli aiuti ai giovani agricoltori che decidono di stabilirsi in queste aree. Il contributo per l’insediamento passa da 60mila a 70 mila euro. Soddisfazione per i provvedimenti regionali da parte di Coldiretti Emilia-Romagna poiché le risorse riallocate ammontano a quasi 10 milioni di euro, sul totale della dotazione complessiva del Complemento di programmazione per Sviluppo Rurale dell’Emilia-Romagna 2023- 2027, che verranno utilizzati per potenziare le linee di intervento che necessitano di un maggiore fabbisogno. «Accogliamo con soddisfazione i provvedimenti della Regione, per affrontare in modo sistematico le criticità delle aree interne – ha detto Nicola Bertinelli, presidente Coldiretti Emilia-Romagna -. Le nostre istanze, volte a garantire il futuro delle imprese agricole in questi territori strategici, sono state recepite. Un ringraziamento all’assessore Alessio Mammi che ha compreso bene l’urgenza di intervenire per rafforzare il sostegno al reddito degli agricoltori, valorizzare i prodotti locali e tutelare il territorio da fenomeni di spopolamento e dissesto idrogeologico». Le aree collinari e montane dell’Emilia Romagna rappresentano un patrimonio di inestimabile valore non solo per la loro produzione agricola di qualità, ma anche per il ruolo che svolgono nel preservare la biodiversità e la stabilità del territorio», conclude il direttore regionale Marco Allaria Olivieri.
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