L’ALTO OFANTO, FIGLIO DI UN DIO MINORE – Talenti Lucani

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Agricoltura

 


ARMANDO TITA*

 

Comprendiamo bene l’attenzione mediatica e i fari accesi su Matera e le imminenti elezioni comunali, ma un piccolo fiammifero lo vogliamo accendere pure sulla area Nord della Basilicata e dell’Ofanto, il re dei fiumi appulo-lucani, ricco di storia e di aree rigogliose e produttive.
Vi sono categorie di persone e di territori che hanno sempre avuto meno degli altri e che si sono ritrovate ad affrontare i problemi e le sfide di ogni giorno partendo da una situazione di estremo disagio, di estremo svantaggio.
E’ la storia negata e la storia dei figli di un dio minore non più sopportabile e non può confinabile ai margini della Storia Ufficiale.
La colpa più grave della Basilicata è la smemoratezza condita pure da stupido vuoto mediatico nei confronti realtà produttive di spessore e di qualità, poco attenzionate, lo diciamo, per puro eufemismo, da una disattenta e distratta stampa lucana.
Perché si crea tanta smemoratezza e tanto vuoto mediatico intorno a fatti economici e culturali eclatanti e rilevanti che vedono una splendida area del Nord della Basilicata e le sue Comunità ridotte a lumicini …quasi spenti.
Da opinionista e da Amministratore locale non ho mai coltivato lo stupido “leghismo” da paese, però ho sempre riconosciuto le buone pratiche senza mai badare al colore politico e al campanile. ( spero con tanta onestà intellettuale). Un esempio su tutti è il successo riportato dall’Amministrazione Comunale di Rapone guidata dalla brava, autorevole e propositiva Felicetta Ing. Lorenzo con il Progetto “Rapone Paese delle Fiabe”, tra i primi 5 su 207 migliori progetti approvati nell’intervento PNRR M1C3-2.1 con un importo di ben 1,6 milioni di euro. Un progetto che riporta in auge il complessivo BRAND dell’Alta Montagna dell’Area Nord della Basilicata e dell’Ofanto, oggi, accantonato dopo tante proposte vive e vissute nel recente passato con le “Città del Vino” e con i nostri Volumi sulla Rigenerazione Urbana dei Piccoli Borghi del Nord Basilicata e dell’Alta Irpinia. Tutta progettualità evaporata per mera incoscienza, per mera insensibilità. Un Brand che avrebbe potuto ricreare una vera e seria sinergia con il “Paese delle Fiabe” .
Fiabe e rigenerazione come un grande “concerto” dove i motivi melodici si sviluppano in infinite variazioni, dall’Archeologia ai Monumenti /Torri/Castelli , dalle PMI all’Artigianato artistico e di produzione, dall’enogastronomia ai locali tipici, dalla coltura dei nostri vitigni autoctoni alle tradizioni popolari, solo per citarne alcuni. Concerto di voci, linguaggi e messaggi in grado di scuotere le sonnacchiose popolazioni autoctone del nostro Nord Basilicata. Un Brand dell’Alta Montagna del Vulture/Ofanto che promanava un fascino particolare, tanto intenso da scuotere pure le coscienze più sopite.
Un percorso socio-economico e culturale di alto profilo che voleva arricchire, rinforzare il dialogo e le relazioni sociali e, soprattutto, confrontarsi con le tante Comunità dell’area nord della Basilicata e
dell’Alta Irpinia . Un Percorso già in parte legittimato dalle concrete iniziative di successo dell’Area …dalle Cascate di San Fele alla Gastronomia riconosciuta da Slow Food con le meravigliose “Cannazze” di Calitri e di Ruvo del Monte. Un percorso che godeva di una realtà turistico-ambientale, industriale, artigianale, eno-gastronomica riconosciute dai Centri di Eccellenza italiani ed europei.
In questa area, lo dico ai profani, è nata la PintoTecno, la grande PintoTecno, industria 4.0 che parla con il mondo dei Big Player mondiali. Pintotecno impresa Innovativa di grande successo che pesca le centinaia di tecnici e di esperti nei nostri mari lucani sotto la guida e la sapiente regia degli ingg. ri Domenico Pinto e Renzo Sarli Calace. Un’impresa innovativa in grande espansione (acquistati altri capannoni nell’area dell’Ofanto). Lo diciamo ai fratelli Somma, Confindustria e Camera di Commercio Basilicata. (L’ultimo “interessamento” di parte è riferito al lontano 2019) .Una impresa innovativa che  strizza l’occhio alla Comunità tesa ad avviare le interazioni organizzative con il territorio coniugando da sempre merito, eccellenza e competitività. Non più stupide lagnanze, non più stupidi assistenzialismi senza costrutto e senz’anima. In questo Brand “Alta Montagna del Vulture”/Ofanto ci sono sicuramente le condizioni per una nuova vultura d’impresa .
Una cultura d’impresa che riesca ad esprimersi con nuovi linguaggi capaci di lasciare traccia nelle nostre Comunità marginali, annoiate e dimenticate. Comunità lucane di Alta Montagna che esalano una sensazione piacevole di partecipazione con una produzione cultural-produttiva non più patrimonio per pochi ispirati, ma, Laboratorio creativo di attività molteplici a vantaggio di una collettività composita, non più smarrita. Un impegno serio che va nella consapevolezza di promuovere un progetto che non si limita alle fiabe ma a creare un Pacchetto socio-culturale, turistico, produttivo e ambientale per sviluppare l’economia del Territorio dei Comuni e delle Pro Loco dell’Alta Montagna del Vulture, rimasti fuori dai circuiti europei ed internazionali.
Il Brand “Alta Montagna del Vulture”/Ofanto è forza moltiplicatrice e autorigenerante in grado di far
uscire le nostre Comunità dalla monotona quotidianità odierna e creare i presupposti di un vero
coinvolgimento in quel meraviglioso ecosistema di circa venticinquemila ettari che risponde al nome di: “Parco Regionale Naturale dell’Ofanto”.
Le varietà agroalimentari pregiate in tutte le aree ofantine (campane e lucane comprese)e la splendida civiltà dei Dauni, Greci, Romani e Bizantini ci appartengono, cari pugliesi del Parco dell’Ofanto. Lo dico ai profani ipocriti di sempre la Mega Infrastruttura viaria che lega i territori dell’Alta Irpinia e le nostre defunte aree industriali di Ruvo del Monte e del Vulture prende il nome di: “OFANTINA/ Vitalba”. Un ennesimo riconoscimento al nostro “Re dei Fiumi”. Lo ribadiamo ai politici e agli amministratori pugliesi, ladri di acque lucane, l’Ofanto è anche nostro e solca tre regioni : “Basilicata, Campania e Puglia”. Questa è un’altra storia ed è un’altra faccia della povera e miserrima politica lucana che non è mai riuscita a creare autorevolezza e dignità con la amica/nemica Puglia. Riusciremo con queste concrete realtà produttive ed economiche/culturali a creare un incontro tra i Sindaci, gli Imprenditori, le Pro Loco e l’Associazionismo giovanile dell’Area Nord Basilicata e dell’Alta Irpinia e a chiedere ufficialmente di far parte del “Parco regionale Naturale dell’Ofanto” come atto dovuto nei confronti dei Comuni Lucani e Irpini.
I nostri Comuni dell’Area Nord della Basilicata e dell’Alta Irpinia saranno parte integrante e sostanziale del Parco Naturale dell’Ofanto?
Se sono rose…fioriranno.

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*Sociologo e saggista


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