Scuole
L’accaduto alla Tomasi di Lampedusa dove un bambino speciale avrebbe disturbato la figlia dell’aggressore
Un altro caso di aggressione si sarebbe verificato in un istituto scolastico catanese questa volta in danno ad operatore di una Cooperativa sociale. A denunciare l’accaduto ai carabinieri e poi con un lungo post sui social è Agata Rizzo della Cooperativa sociale Asar.
“Sono rimasta indignata nell’apprendere che alcuni giorni fa due docenti dell’istituto Petrarca di Catania, sono stati aggrediti dai genitori di un’alunna. La cosa si ripete. Questa volta è toccato a noi. Desidero condividere con voi il mio sgomento, la mia frustrazione e tanto altro. Ieri nell’istituto Tomasi di Lampedusa, a Gravina di Catania, un mio dipendente che presta servizio come assistente all’ autonomia e comunicazione è stato aggredito sia verbalmente che fisicamente (dal forte schiaffo sul collo è andato a finire al pronto soccorso con prognosi di otto giorni) da un genitore di un’alunna, perché a suo dire, un nostro bambino speciale aveva disturbato sua figlia. Non saprei dirvi come, anche perché il mio operatore, come da piano di lavoro, non era presente quando il nostro bambino ha spinto la compagnetta. Per farla breve, il mio sgomento e la mia amarezza sta nel fatto, che nessuno del personale scolastico sia intervenuto, chiamando i carabinieri o perlomeno il dirigente scolastico o il suo delegato. Io sono venuta a conoscenza dell’accaduto dal mio operatore. Nessuno si è premurato di avvisarmi e di informarmi delle condizioni del mio operatore. Ad oggi tutto tace. Abbiamo un referto medico rilasciato dal pronto soccorso, abbiamo relazionato tutto e abbiamo denunciato l’accaduto ai carabinieri. Quello che mi fa male è questo silenzio da parte della scuola e l’omertà. Non importa, tanto non mi faccio intimidire da nessuno, lotterò sempre per le cose a cui credo. Non permetterò mai, ma dico mai che tanta violenza si riversi, sia nei confronti dei bambini, sia nei confronti dei miei operatori, che con professionalità e amore danno il meglio di sé. Chi lavora a scuola, a prescindere che siano docenti o operatori esterni, deve essere tutelato e garantito nell’esercizio delle sue funzioni e non lasciato nelle mani di genitori aggressivi e incivili. Inoltre la scuola in casi simili, ha il dovere di chiamare le forze dell’ordine, per scongiurare il peggio, cosa che nessuno si è preoccupato di fare. Credetemi è andata bene, ma non mi fermerò qui. Noi professionisti esterni, desideriamo essere ascoltati e tutelati allo stesso modo dei dipendenti del Miur. Avrei tanto da dire ma mi fermo qui. Operatori, genitori, sarò sempre accanto a voi. Lotteremo insieme per i nostri bambini”.
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