La Zes Unica per il Mezzogiorno rilancia lo sviluppo del Sud Italia: nel 2024 e nel 2025 ha rilasciato 450 autorizzazioni, attivando investimenti per 7 miliardi di euro e creando oltre 7mila posti di lavoro. Il coordinatore Giusy Romano, ha di recente illustrato il Piano strategico che punta su nove filiere industriali e infrastrutture finanziate con 300 milioni dal Fondo Sviluppo e Coesione e fondi PNRR. Dai dati emersi si evince come procedure rapide e risorse adeguate garantiscano la competitività della Zes a livello internazionale. E d’altra parte anche le agevolazione della nuova Zes unica hanno permesso al sud di essere la locomotiva d’Italia anche nel 2024. Secondo ultimi dati forniti da Palazzo Chigi sono 6.885 i soggetti che hanno richiesto il credito d’imposta per investimenti nella ZES unica, per un valore complessivo di 2,551 miliardi di euro, che verrà integralmente riconosciuto.
Sono questi i dati definitivi comunicati alla Presidenza del Consiglio dall’Agenzia delle Entrate. Un risultato straordinario, che mostra ancora una volta come la scelta dell’ex ministro degli Affari europei, Raffaele Fitto, fosse stata lungimirante. “Viene garantito l’ammontare massimo del credito di imposta fruibile da ciascuna impresa, senza alcuna riduzione, grazie al corretto finanziamento della misura che il Governo, smentendo gli infondati allarmismi al riguardo, ha assicurato. Il Sud e la ZES unica si confermano la locomotiva della Nazione”, ha dichiarato il Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni a fine dicembre Proprio per assicurare la percentuale massima di aiuto, infatti, l’Esecutivo ha stanziato nel mese di agosto ulteriori risorse a sostegno delle imprese, in risposta alle esigenze manifestate dal tessuto produttivo e all’interesse sollevato dall’istituzione della ZES unica del Mezzogiorno. Viene quindi confermata l’efficacia della ZES unica e la sua capacità di determinare concreto sviluppo economico per il Meridione, come testimoniano le 413 autorizzazioni uniche rilasciate dalla sua introduzione a oggi, per un valore ulteriore di 2,4 miliardi di investimento e oltre settemila occupati.
La quantificazione complessiva degli investimenti di questo primo anno di ZES unica, sommando quelli oggetto di credito d’imposta (il cui valore è solo quota parte del valore degli investimenti agevolati) e quelli che hanno beneficiato della sola semplificazione, si arriva appunto ad una cifra superiore ai 7 miliardi di euro, Possono accedere alle agevolazioni della misura “Zes Unica” sotto forma credito d’imposta tutte le imprese, indipendentemente dalla forma giuridica e dal regime contabile adottato già operative o che si insediano nella ZES unica, in relazione all’acquisizione dei beni strumentali, La disciplina accordava l’istituzione delle cosiddette Zone economiche speciali situate in aree individuate dalla normativa europea come “meno sviluppate” e “in transizione”, e che includessero, altresì, un’area portuale. Ciò, al fine di favorire quanto più possibile l’insediamento e lo sviluppo di nuove imprese che potessero trarre profitto dalle migliori condizioni presenti in termini economici, finanziari ed amministrativi. Sebbene le Zes siano state istituite nel 2017, sono poi diventate operative solo qualche anno dopo, nel biennio 2021-2022.
A dicembre 2023, in Italia le Zes erano otto (sei regionali e due interregionali) ed in particolare: 1- Zes Abruzzo (porto di Ancona); 2- Zes Campania (porti di Napoli e Salerno); 3- Zes Calabria (porto di Gioia Tauro); 4- Zes Sicilia Orientale (porto di Catania);5- Zes Sicilia Occidentale (porto di Palermo);6- Zes Sardegna (porti di Olbia e Cagliari); 7- Zes Adriatica (costituita da Puglia e Molise ed incentrata sui porti di Bari e Brindisi); 8- Zes Jonica (costituita da Puglia e Basilicata ed incentrata sul porto di Taranto). In sede di conversione in legge del Decreto n. 124 del 2023, nella relazione è emerso che le Zes, così come erano state strutturate, non risultavano in alcun modo funzionali rispetto allo scopo della disciplina che le aveva istituite: vale a dire, per la promozione dello sviluppo delle Regioni del Mezzogiorno in un’ottica di rilancio strategico del sistema produttivo. Per tale ragione, il Decreto Legge ha istituito a far data dal 1° gennaio 2024 la nuova “Zona economica Speciale unica”, che supera la precedente suddivisione in 8 zone uniformandola alle regioni Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sicilia e Sardegna.
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