Era l’agosto del duemila quando Luca Ceccanti, da poco in Valle d’Aosta come sostituto procuratore, si trovò sulla scrivania gli atti di un insolito incidente sul lavoro. Due guardaparco colpiti da un fulmine. Uno morì, l’altro, Milena Bethaz, è sopravvissuta alla tragedia, mostrando forza e determinazione, tornando al lavoro, scalando il Gran Paradiso e conquistando persino la medaglia di Cavaliere della Repubblica.
Ceccanti, giovane magistrato toscano, ebbe dunque sin da subito un impatto forte con la montagna. Valanghe, morti sulle piste, fino all’alluvione del duemila, che in Valle provocò 39 morti. Fu proprio lui ad aprire un’indagine per andare a fondo, per verificare eventuali responsabilità. Non ne emersero, ma da quel periodo il magistrato comprese molto su una terra dalla gestione complessa, talvolta imprevedibile.
Parallelamente a questioni legate al territorio, c’era la microcriminalità. Spaccio di droga ad esempio, con l’ultima operazione che vide sfilare insieme per le vie di Aosta Polizia, Guardia di Finanza e Carabinieri, a sirene spiegate con 14 arresti e sette indagati nell’ambito dell’Operazione Tarantella, distante anni luce da quelle di oggi, in cui una collaborazione così totale appare a dir poco impossibile.
Il primo omicidio di cui si è occupato l’attuale Procuratore capo è di fine gennaio 2002. Mentre a Cogne veniva ucciso il piccolo Samuele Lorenzi, il caso che ha cambiato il mondo della cronaca a livello nazionale, a Derby di La Salle veniva uccisa a coltellate la direttrice di un supermercato. Si chiamava Renata Torgneur, aveva 55 anni e una vita regolare, senza ombre. Ci fu chi, maldestramente e in modo del tutto improvvisato, tentò di suggerire un legame tra i due delitti. Ceccanti non si scompose. Con la consueta cortesia, ma in modo determinato, fece capire che non era proprio il caso di accomunare i due omicidi. E nel giro di pochi giorni i Carabinieri, da lui coordinati, consegnarono alla giustizia Antonino Spanò, un camionista che aveva agito per rapina e che rese confessione piena.
Al di là dai fatti di sangue, Ceccanti avviò ben altri generi di inchieste, dal peculato, alle truffe, il tutto parallelamente alle indagini, all’epoca a spron battuto, contro lo spaccio e contro le bande criminali che importavano cocaina dall’estero.
Nel 2003 un nuovo delitto. Carmen Saccottelli, giovane donna residente in Bassa Valle, aveva denunciato la scomparsa del marito, Ilario Torreano. Andò anche a Chi l’Ha Visto? per chiedere aiuto e ritrovarlo. Poco tempo dopo, quando arrivò il caldo, un odore nauseabondo, nonostante le finestre fossero coperte da teli in plastica, insospettì i vicini, che chiamarono le forze dell’ordine. In cantina, nella buca delle patate, c’era il corpo di Torreano, sepolto sotto calce e cemento, che però non avevano fatto presa. L’uomo era stato avvelenato con veleno nel caffé. La moglie confessò.
Nel frattempo, un filone parallelo portava Ceccanti a indagare su presunte tangenti nell’ambito dei lavori per la ricostruzione post-alluvione, ipotizzando una mazzetta da quasi mezzo milione di euro in favore di un funzionario regionale. L’inchiesta portò a tre patteggiamenti. Erano gli anni in cui il ricordo di Tangentopoli era ancora fresco. Man mano, come scatole cinesi, si apriva un faldone e ne nasceva un altro.
Eurovie ad esempio, con il crack dell’imprenditore che fece la storia dell’edilizia in Valle d’Aosta, Giuliano Follioley, e i suoi beni che finirono in un’asta enorme: una villa immensa, con piscina olimpionica, discoteca, laghetto e innumerevoli camere con bagni in marmo oltre a un maneggio, svendute al miglior offerente. La zona è quella in cui oggi sorge una discarica, a Issogne.
E poi le aste truccate, con il patteggiamento di un ex direttore di Uniriscossioni. Tra spaccio, incidenti in montagna e piccole truffe arriviamo al 2007, quando nel freezer di un garage di Regione Consolata viene trovato il corpo di un anziano, Olmo Sivieri. Era lì da anni. Ce lo aveva messo il figlio, che a Ceccanti confessò di averlo fatto per continuare a riscuotere la pensione.
L’anno successivo, poi, ci fu un’indagine nei confronti di un uomo della squadra mobile della Questura di Aosta, in pensione ormai da anni. Fu accusato di aver sparato a un tunisino durante un’operazione contro lo spaccio. Fu un’inchiesta complessa, che portò a diversi malumori, perizie balistiche, versioni ufficiali e pareri contrastanti. e, alla fine, all’assoluzione del poliziotto, tra non pochi veleni. Ceccanti seppe mantenere anche in questo caso “le bocce ferme”, nonostante la complessità.
Poi, anni dopo, ancora fallimenti. Eurotravel, tour operator che operava a livello nazionale proponendo viaggi non soltanto in Valle d’Aosta ma in tutto il mondo, fallì nel 2010. Di nuovo Ceccanti ad occuparsene, in un contesto complesso, con tanti lavoratori che hanno dovuto reinventarsi una nuova vita professionale e una struttura ancora esistente, alle porte di Aosta, che non ha mai saputo risorgere davvero da quelle ceneri.
E mentre indagava su presunti appalti truccati in Bassa Valle, il neo Procuratore si trovava di fronte a un’altra grande tragedia. Un elicottero precipitato sul Monte Bianco, due morti, un ferito in condizioni disperate, un altro con prognosi di due mesi. Stavano lavorando. E ancora una volta il magistrato si è trovato ad avere a che fare con la montagna, con tragedie che riguardano uomini che fanno lavori complicati, talvolta impensabili. Un’inchiesta non facile, che portò all’archiviazione perché non furono riscontrate responsabilità di terzi.
Un altro omicidio di cui si è occupato il neo procuratore è quello di Giuliano Gilardi, a Senin di Saint-Christophe. Era il 2012 e ad oggi, nonostante ci siano state ben due inchieste, non sono state trovate le prove necessarie a far luce sul delitto. L’uomo fu ucciso a coltellate nel suo letto. Intercettazioni, tabulati, sospetti, non bastarono né alla Polizia né, successivamente, ai Carabinieri. Il caso è ancora un mistero.
Nello stesso anno, come sostituto procuratore, Luca Ceccanti si è occupato di un tentato omicidio da brividi. Un vero e proprio caso di stalking, con una donna piemontese che, per sfuggire al suo ex, il fotografo alessandrino Antonio Lenti, è andada a Pila, in una casa di montagna. Ma lì lui l’ha raggiunta e ha provato a ucciderla colpendola alla testa con un cacciavite. La donna è stata salvata da un passante, il suo aggressore è fuggito, ma in un inseguimento con la Polizia, la sua auto si è schiantata contro un albero, alle porte di Aosta. Lì è stato preso. La storia fu ripresa dal programma Rai Amori Criminali.
Un’altra storia finì nel sangue in Via Parigi. Una lite tra vicini, un uomo e una donna. Lei, le mani tutte tagliate per difendersi, e coltellate ovunque, riusciva a reagire e nella collutazione lui veniva colpito diverse volte, la più grave al ventre. Cercò di fuggire, ma le ferite profonde gli fecero perdere il controllo dell’auto, così si schiantò con la sua auto nel Quartiere Cogne. E morì. Alla donna fu riconosciuta la legittima difesa.
Ci fu, poi, un’inchiesta insolita per un posto come la Valle d’Aosta. Insolita perché nel 2012 fece davvero molto scalpore. Un assalto a un portavalori da parte di una vera e propria banda armata di kalashnikof. Spari all’impazzata in località autoporto di Pollein. Paura, tanta, per i vigilantes che riuscirono a sopravvivere all’agguato, non senza restarne terrorizzati. Ebbene, le indagini della Squadra mobile, coordinate da Ceccanti, portarono all’individuazione della banda. Le armi erano di un ex latitante sardo.
Un altro omicidio ci porta di nuovo a Derby di La Salle, ma per un caso del tutto differente da quello della direttrice del supermercato. Un valdostano di 78 anni viene trovato ucciso nel prato vicino a casa sua. Si chiamava Elio Milliery e la sera prima aveva alcuni amici a casa, tra cui una giovane donna cubana. Del delitto fu accusato, e condannato in via definitiva, l’ex compagno di lei, Osmany Lugo Perez, un uomo robusto e atletico. Il delitto fu incredibilmente per gelosia nei confronti del pensionato.
Un altro caso insolito riguarda l’accusa di violenza sessuale di uno psichiatra nei confronti di alcune pazienti. I filmati dell’inchiesta, che provavano le accuse, fecero il giro del web e delle tv. A suo carico lo psichiatra aveva anche accuse di truffa e peculato. Fu condannato a oltre 10 anni.
Resta, invece, un giallo il mistero della mazzetta da 25 mila euro ritrovata nella scrivania del Presidente della Giunta regionale nel 2017. Si parlò di un complotto, la faccenda assunse diverse sfumature politiche tra il vero, il falso e il verosimile, ma nulla di croncreto è mai emerso e non si è mai capito di chi fossero davvero quei soldi e se fossero, come immaginato e mai provato, frutto di una mazzetta.
Proprio in quel periodo si chiudeva un’inchiesta per corruzione, che presupponeva lavori al Forte di Bard ad opera di “artigiani amici”, ma anche su un presunto traffico di influenze illecite, reato per cui gli indagati sono stati assolti. Fu un’inchiesta complessa, nata come stralcio della più conosciuta Geenna, che ha portato alla conferma di una locale della ‘ndrangheta. Ma aveva sfumature differenti e ipotesi diverse, che non potevano essere trattate nella stessa indagine.
Tutto il resto è storia più recente, in mezzo alla quale nella Procura di Aosta sono accadute molte cose. Dall’arresto dell’allora facente funzioni Pasquale Longarini, poi totalmente assolto da ogni accusa, alla reggenza temporanea di Giancarlo Avenati Bassi prima e di Paolo Fortuna poi, fino alla reggenza come facente funzioni, ed oggi titolare a tutti gli effetti, di Luca Ceccanti.
Classe 1967, il magistrato dice oggi di non sentirsi stanco ma di avere ancora molta energia da impiegare nel suo lavoro in una Valle d’Aosta che, dopo tanti anni, ha imparato a conoscere a fondo. Soprattutto, aggiunge chi scrive, anche nei suoi aspetti più oscuri.
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