Il progetto di teleriscaldamento di Novi Ligure avviato nel 2015,, secondo il Movimento 5 Stelle di Novi Ligure è un esempio di cattiva gestione e spreco di risorse pubbliche. Il consigliere Paolo Coscia ha deposita una mozione con cui la risoluzione del contratto di concessione.
Le origini del progetto
Il 23 settembre 2015, il Consiglio Comunale ha approvato la proposta di Acosì S.r.l. per la realizzazione di due reti di teleriscaldamento in città, con un investimento iniziale di oltre 4 milioni di euro, di cui 3 milioni destinati alla costruzione delle infrastrutture. Il progetto era inserito nel Piano d’Azione per l’Energia Sostenibile (P.A.E.S.) e veniva presentato come un’operazione a costo zero per il Comune, affermazione che si è poi rivelata errata secondo i detrattori.
Fin dall’inizio, il Movimento 5 Stelle aveva sollevato dubbi sulla sostenibilità economica e tecnica dell’iniziativa, sottolineando la mancanza di un’analisi approfondita prima dell’approvazione. D’altro canto, i promotori del progetto avevano evidenziato i benefici ambientali e la possibilità di modernizzare il sistema energetico locale.
Un progetto fallimentare o un’idea da rilanciare?
Nel 2018, il contratto di concessione è stato formalmente stipulato tra il Comune di Novi Ligure e un raggruppamento di imprese formato da Acosì S.r.l., Iren Energia S.p.A. e Tre Colli S.p.A.
Il contratto prevedeva un affidamento trentennale con un canone annuo basato su parametri come i gradi giorno (GGr), le ore di servizio e la volumetria degli edifici, senza tener conto del consumo reale di energia. Questo metodo ha generato un potenziale danno erariale per il Comune, secondo i critici. D’altro lato, i difensori del progetto ritengono che la scelta sia stata dettata da criteri tecnici condivisi a livello nazionale per garantire stabilità agli investimenti infrastrutturali.
A distanza di sette anni, le reti di teleriscaldamento non sono state realizzate e il Comune ha continuato a versare il canone. Inoltre, sempre secondo il M5S:
- alcune caldaie degli edifici pubblici sono state sostituite a spese del Comune, nonostante la gestione fosse a carico del concessionario;
- la proposta di modifica contrattuale avanzata da Acosì non ha risolto le criticità, ma ha introdotto nuove problematiche;
- il sistema tariffario attuale continua a favorire il concessionario, a scapito delle casse pubbliche, secondo gli oppositori.
Tuttavia, i sostenitori del teleriscaldamento ritengono che la colpa dei ritardi sia da attribuire a ostacoli burocratici e a difficoltà nel reperire ulteriori fondi, piuttosto che a una gestione inefficiente.
Il problema delle partecipate
Oltre al teleriscaldamento, emergono altre criticità nella gestione delle società partecipate del Comune. La verifica del Ministero dell’Economia e delle Finanze (MEF) e la procedura avviata da Agato6 contro Gestione Acqua hanno evidenziato carenze nei controlli e un’influenza eccessiva delle partecipate sulle decisioni amministrative.
La relazione del MEF ha sottolineato anomalie nei rapporti tra il Comune e il Gruppo Acos, evidenziando una mancanza di trasparenza e di efficacia nei sistemi di governance. La situazione attuale sembra ribaltare il normale rapporto tra ente pubblico e società controllate, con le partecipate che esercitano un’influenza indebita sull’amministrazione.
Il sistema di gestione delle partecipate, però, ha permesso di fornire servizi essenziali ai cittadini e la loro operatività è fondamentale per il funzionamento di infrastrutture locali.
La richiesta di risoluzione del contratto
Il Movimento 5 Stelle di Novi Ligure ha presentato una mozione per chiedere l’annullamento del contratto per grave inadempimento e violazione delle normative vigenti, tra cui il D. Lgs. 102/2014 e la norma UNI 10200, che impongono una tariffazione basata sui consumi reali.
D’altro canto, i sostenitori del progetto ritengono che la soluzione non sia la risoluzione del contratto, ma una revisione delle condizioni affinché il teleriscaldamento possa finalmente entrare in funzione e portare vantaggi economici e ambientali.
Secondo il M5S, la città deve abbandonare questo progetto e adottare soluzioni energetiche sostenibili, trasparenti e vantaggiose per la collettività. Tuttavia, il dibattito rimane aperto: mentre alcuni chiedono la chiusura definitiva del progetto, altri ritengono che sia ancora possibile un suo rilancio con le giuste modifiche.
Ti è piaciuto questo articolo? Offrici un caffè con Ko-Fi
Segui il moscone su Telegram per ricevere una notifica ogni volta che viene pubblicato un nuovo articolo https://t.me/ilmoscone
Visited 1 times, 1 visit(s) today
***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****
Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link