Durante l’AI Action Summit di Parigi, l’incontro internazionale sull’Intelligenza Artificiale (IA) tenutosi il 10 e 11 febbraio, si è discusso anche delle implicazioni dell’IA sul mondo del lavoro. In particolare, si è discusso di: Automazione e impatti sull’occupazione, di riqualificazione professionale, l’IA come strumento di supporto al lavoro umano.
A tale proposito una fotografia è stata scattata dall’OCSE, che ha presentato proprio in questa occasione il paper: “Gestione algoritmica sul posto di lavoro: nuove prove da un sondaggio dell’OCSE sui datori di lavoro”[1].
Dall’indagine, che ha coinvolto 6000 aziende in Francia, Germania, Italia, Giappone, Spagna e Stati Uniti, emerge che:
- A oggi le imprese che utilizzano l’IA all’interno delle proprie imprese non stanno sostituendo lavoratori con l’IA. Più della metà delle imprese mantiene livelli occupazionali e alcune aumentano i livelli occupazionali.
- 4 lavoratori su 5 ci dicono che l’IA ha migliorato non solo la loro performance, ma anche la qualità del lavoro, tralasciando la parte più ripetitiva e rischiosa alle macchine e agli algoritmi.
- Allo stesso tempo i lavoratori soprattutto quelli con basse competenze dicono di essere preoccupati per il futuro perché vedono nell’IA, soprattutto quella generativa, uno strumento di sostituzione.
Per promuovere un utilizzo responsabile dell’IA, orientato al benessere umano e alla sostenibilità globale, bisognerà dunque utilizzare l’IA massimizzando gli impatti positivi e mitigando i rischi potenziali, attraverso ad esempio la riduzione del consumo energetico, durante l’addestramento dei modelli, la protezione dei diritti dei lavoratori e la preservazione dei posti di lavoro.
Intelligenza Artificiale e posizionamento delle PMI italiane
Durante l’AI Action Summit di Parigi si è parlato anche dell’inclusione delle PMI nel dibattito sull’Intelligenza Artificiale.
Come si evince anche dal volume delle Tecnologie Prioritarie per l’Industria, dedicato al settore Digitale[2], si denota il ritardo nell’utilizzo dell’Intelligenza Artificiale tra le piccole e medie imprese a causa dei costi, della mancanza di personale specializzato e di poca chiarezza normativa.
È auspicabile la collaborazione tra grandi aziende e PMI come modello efficace per superare le difficoltà che le piccole imprese incontrano nell’adozione dell’IA. Le grandi imprese potrebbero fungere da partner tecnologici o da guide per le PMI, supportandole nell’integrazione delle nuove tecnologie nei loro processi.
Reperimento delle competenze
Uno degli elementi più critici è il reperimento delle competenze necessarie alle imprese: il mismatch di competenze tra domanda e offerta di lavoro resta una delle criticità più evidenti per il settore. Il mismatch tra domanda e offerta di competenza aumenta in modo esponenziale quando le imprese richiedono competenze digitali o green: in Italia, tra il 2023 e il 2027 saranno richieste e competenze digitali a poco più di 2 milioni disoccupati (il 56% del totale). [3]
Considerando innanzitutto il quadro nazionale, il Rapporto Excelsior di Unioncamere conferma per il quinquennio 2023-2027 un fabbisogno totale di circa 3,8 milioni di unità, suddivise tra una quota sostitutiva dei lavoratori che nei prossimi 10 anni si affacceranno alla pensione (2,7 milioni su tutti i settori) e una percentuale relativa alla nuova domanda di risorse (1,1 milioni su tutti i settori).
Emerge l’importanza della compenetrazione tra le competenze di base (ad esempio, matematica, STEM, digitale e dati) e le competenze fondamentali della manifattura sempre più accompagnate da specializzazioni relative all’IA.
Sfida fra la complementarità dei lavoratori umani e macchine algoritmo
Come emerge dal position paper “Il futuro della meccatronica: l’Intelligenza Artificiale e l’importanza strategica del dato[4]”, redatto da Confindustria Bergamo in collaborazione con il Consorzio Intellimech, l’Intelligenza Artificiale agevolerà anche la collaborazione tra macchine e operatori, rendendo i processi più sicuri e flessibili.
L’introduzione sempre più pervasiva dell’IA nel settore manifatturiero avrà importanti implicazioni per le persone che lavorano nelle fabbriche, con l’emergere di nuovi ruoli e competenze. Cambierà quindi lo stesso mercato del lavoro.
[1] Milanez, A., A. Lemmens e C. Ruggiu (2025), OCSE Artificial Intelligence Papers, n. 31, OCSE Publishing, Paris, https://doi.org/10.1787/287c13c4-it.
[2] Tecnologie Prioritarie per l’Industria – Le Innovazioni del Prossimo Futuro www.airi.it
[3] Fonte: Fonte: Unioncamere – ANPAL, Sistema Informativo Excelsior, https://excelsior.unioncamere.net/
[4] Fonte: Position Paper Il futuro della meccatronica: l’Intelligenza Artificiale e l’importanza strategica del dato https://www.confindustriabergamo.it/aree-di-interesse/innovazione-tecnologica-e-organizzativa/approfondimenti-tematici/position-paper
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