Liberamente progressisti pro Lo Moro, Giovani Democratici contro ma per un’altra candidatura unitaria

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Un altro endorsement nel centrosinistra per la candidatura a sindaco di Doris Lo Moro, ma nessuna unità invece nel Partito Democratico che dovrebbe essere il principale sponsor a livello numerico per l’ex magistrato.

Il Movimento 5 Stelle sceglie di schierarsi per la candidatura a sindaco di Doris Lo Moro

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«Il movimento Liberamente progressisti, radicato anche a Lamezia Terme con la consigliera comunale Lucia Cittadino, sin dall’inizio, ha dato una rotta precisa per le prossime elezioni amministrative lametine guardando alla creazione di un’alleanza più ampia possibile, così come avvenuto a Vibo Valentia, perché sappiamo bene che dove si va divisi, si perde. Mi pare ormai evidente che in campo ci sia una candidatura forte e autorevole, che riesce ad allargare la coalizione», dichiara il consigliere regionale Antonio Lo Schiavo, presidente del Gruppo misto – Liberamente progressisti. «Io sono stato all’iniziativa promossa da Doris Lo Moro nei giorni scorsi e, a mio avviso, lei riesce a rappresentare forze e segmenti sociali non inquadrati nei partiti che possono essere un valore aggiunto e fare la differenza. E mi pare che Doris Lo Moro sia l’unica in questo momento a portare questo valore aggiunto. Non capisco gli ostruzionismi che ancora resistono sulla sua candidatura. Noi, come Liberamente progressisti, abbiamo dato un’indicazione: Doris Lo Moro può essere il candidato giusto per vincere anche a Lamezia Terme».

Parere opposto dalla frange interne del Pd, dove i Giovani Democratici di Lamezia Terme lamentano che «siamo fermi, bloccati in una perenne guerra di trincea tra fazioni, personalismi, rancori decennali, mentre il tempo scorre e la città resta senza una visione, senza una programmazione, senza un progetto. Noi lo abbiamo detto in tutte le sedi: il problema non è il nome, ma le idee. Abbiamo chiesto un confronto serio su cosa vogliamo fare per Lamezia, su quali sono le priorità, su quali strumenti mettere in campo. Abbiamo chiesto di lavorare sui contenuti, di coinvolgere la nuova classe dirigente senza però calpestare l’esperienza di chi ha amministrato in passato. Ma nulla. Si continua a litigare sui nomi, perché chiunque venga proposto sarà inevitabilmente divisivo per una parte o per l’altra».

Subito dopo si ci schiera però contro la candidatura della Lo Moro: «se il metodo è questo, se la logica è solo quella delle correnti e degli equilibri interni, se non ci sarà spazio per le idee e la programmazione, noi alle prossime comunali non ci saremo. Non possiamo piegarci a un sistema che andava bene negli anni ’90, ma che oggi è del tutto fuori dal tempo e soprattutto fuori luogo considerando le condizioni in cui la città versa. E veniamo alla questione Lo Moro. Il nostro scetticismo nei confronti della sua candidatura non è di natura personale, ma politica. La sua corsa non è stata legittimata dagli iscritti, non è stata discussa, non è mai stata oggetto di un vero confronto con la base».

Giunti ai punti programmatici anche i Giovani Democratici però contestano il Pd: «il rischio, a questo punto, è consegnare la città ancora una volta a Mascaro, che dopo dieci anni di inattività e supponenza oggi prova a rifarsi goffamente un’immagine attraverso i social ma per fortuna i cittadini non dimenticano. Noi non chiediamo poltrone, non vogliamo pacche sulle spalle o ruoli di comodo. Vogliamo essere ascoltati, vogliamo dare il nostro contributo, vogliamo costruire un progetto serio per Lamezia. Ma se la risposta continuerà a essere una silenziosa indifferenza vorrà dire che non ci sarà spazio per noi in questo Pd. Non staremo a guardare in silenzio mentre la città viene sacrificata sull’altare di giochi di potere che non ci appartengono. Se il partito vuole essere ancora credibile, inizi a dare un’idea di città, invece di essere solo il campo di battaglia per regolamenti di conti trentennali. Perché di questo, Lamezia, è sinceramente stanca. Sono stanche le nuove e le vecchie generazioni, mentre perdiamo migliaia di giovani all’anno siamo ancora in balia di una classe dirigente che ha fallito nel corso degli anni, mentre Lamezia scompare per via di un centro destra incapace di governare noi litighiamo su chi deve sedersi nello scranno più alto. La verità è che tutti hanno ambizioni ed è giusto averle a 20 anni e a 70 anni ma è altrettanto giusto mettersi una mano sulla coscienza e comprendere su cosa ha bisogno questa città ed oltre all’amore, c’è bisogno di umiltà e dialogo. Ricominciare a costruire una nuova classe dirigente con idee propositive ed entusiasmo».

Vis politica veemente, per un partito che però non era da molto tempo presente in consiglio comunale avendo tra gli scranni dell’opposizione nel 2019 una sola consigliera comunale (Aquila Villella, che ha lasciato l’incarico a settembre 2023 per i maggiori impegni universitari), con un candidato a sindaco non presente ai lavori (il gruppo Nuova Era era rappresentato quasi sempre dalla sola Lucia Cittadino), e sposato nel tempo battaglie poi rivelatesi non fondate.

«É tempo – concludono però i Giovani Democratici – di ricostruire la città, il centro sinistra non si può sottrarre da questa responsabilità, abbiamo tutti l’obbligo morale di restare uniti e vincere è nostro dovere mettere le ambizioni personali da parte e lavorare per il bene di Lamezia, lo dobbiamo a quei cittadini che credono ancora in noi nonostante tutto e a quei giovani che scappano da questa città non per volere loro. Non si faccia l’errore di andare divisi e riconsegnare la città a coloro che in questi ultimi dici anni l’hanno distrutta e abbandonata».

Giovani o meno, i toni sono i medesimi così come l’assenza di riferimenti agli atti amministrativi.

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