Il caro energia mette in ginocchio le imprese italiane – Fiscal Focus

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Il 2022 sarà ricordato a lungo come l’Annus Horribilis per i costi dell’energia e del gas, praticamente raddoppiati rispetto all’anno precedente, tanto da spingere il Governo l’anno successivo a usare le maniere forti per calmierare i prezzi, letteralmente impazziti. Ma nessuno aveva ancora fatto i conti con il 2024, l’anno scorso, quando i prezzi hanno subito una nuova fiammata improvvisa.

Quanto basta, spiega il numero speciale di “Ocen” (Osservatorio Confcommercio Energia), documento nato per monitorare i livelli e la dinamica dei costi dell’energia, per capire che l’economia italiana è tutt’altro che al riparo da fluttuazioni e speculazioni internazionali, come leggendo fra le righe dimostra il decreto sottoscritto di recente dal ministro Pichetto Fratin in cui si anticipano le aste di stoccaggio del gas per garantire all’Italia la piena sicurezza energetica nel corso delle prossime stagioni.

Ma la soluzione, per quanto lanciata nella giusta direzione, non basta senza l’aggiunta di misure strutturali e di ampia portata, spiega l’Ocen. E a dimostrarlo arrivano i dati di questi primi mesi dell’anno, che mostrano un netto peggioramento dell’impatto che il caro energia ha sui conti delle imprese italiane del terziario, che lo scorso gennaio hanno dovuto fare i conti con un +24% rispetto ad un anno fa e addirittura il 56,5% se si torna indietro fino al 2019, quando la pandemia, le guerre e la crisi energetica erano solo un brutto sogno.

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Mettendola sul concreto, ci sono strutture alberghiere che hanno pagato 7.000 euro in più in bolletta di sola energia elettrica, e grandi superfici di vendita – come i centri commerciali – che hanno superato i 6.000. E non è andata meglio con il gas, con la bolletta che lo scorso mese di gennaio si è fatta più salata del 27% rispetto al 2024 e del 90,4% in più prendendo ancora una volta come riferimento il tranquillo 2019.

A rimetterci di più sono stati gli alberghi, in compagnia di negozi e ristoranti, con i primi che hanno visto la bolletta, che lo scorso anno oscillava nell’ordine dei 2.000 euro, salire fino a quota 2.600. Quando nel 2019 non superava i 1.300 euro.

È chiaro – spiega il report dell’Osservatorio di Confcommercio – che se i prezzi si attestassero sui numeri dello scorso gennaio, per aziende e imprese vorrebbe dire un esborso pari a 12,5 miliardi di euro, con 2,9 miliardi di euro in più di sola energia elettrica e oltre un miliardo di gas sul 2019.

Fra le vittime, prosegue il report, non vanno dimenticati i negozi alimentari, categoria che da sola paga 2,4 miliardi di euro, 19mila pro-capite su un totale di 125mila unità, anche se sono gli alberghi di medie dimensioni a svettare nella classifica della spesa media pro-capite più alta: 64mila euro annui di energia elettrica per esercizio distribuiti su 8.000 unità circa.
E i dati diventano ancora più penalizzanti per le imprese valutando i risvolti sulla competitività con l’estero legata ai prezzi dell’energia elettrica, con una variabilità fra Paesi dettata dal costo della materia di prima ma anche dalle regole di contrattazione e dalla diversa composizione dei mix di produzione energetica. Lo scorso gennaio, mentre in Francia l’energia elettrica costava all’incirca 98 €/MWh e in Spagna e Germania superava di poco i 100 €/MWh, in Italia il prezzo si è attestato sui 143 €/MWh.

“Servono politiche e interventi urgenti per contenere l’impatto del caro energia su famiglie e imprese e sostenere la competitività del Paese – spiega il presidente di Confcommercio Carlo Sangalli – quindi la riforma degli oneri generali di sistema, che per le imprese del terziario di mercato arrivano a pesare fino al 26% sulla bolletta elettrica, la revisione dell’attuale meccanismo di formazione dei prezzi dell’energia elettrica e approvvigionamenti tramite acquisti congiunti europei. Di particolare importanza, accelerare sul nucleare di ultima generazione e potenziare la produzione rinnovabile”.

“L’andamento dei costi dell’energia e delle bollette non dipende dal governo ma da dinamiche esterne anche speculative. Su questo l’attenzione del governo è massima – ha ribattuto il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti – nelle prossime settimane un provvedimento con riferimento a queste dinamiche andrà varato. Ma un’onesta onesta riflessione su cosa abbia significato il passaggio al libero mercato per gli utenti del mercato domestico, dev’essere fatta. Se il governo fa uno sforzo per dare risorse ai lavoratori dipendenti a reddito medio basso, l’aumento delle bollette non può divorarlo”.





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