La transizione energetica impone un cambio di passo nel modo in cui l’energia viene generata, trasportata e utilizzata. Non è una attività fine a se stessa, ma punta a ridurre l’impatto umano sugli equilibri globali a livello ambientale (meno emissioni di CO2) e sociale (diritto di accesso all’energia).
ECCO, il think tank italiano, indipendente e senza fini di lucro dedicato alla transizione energetica e al cambiamento climatico, ha le idee chiare in proposito: ce ne hanno parlato Michele Governatori e Francesca Andreolli, rispettivamente Responsabile Relazioni Esterne – Energia e Ricercatrice Senior – Energia ed Efficienza Energetica.
Il trend dell’energia globale
Il 2023 ha rappresentato un anno record per l’installazione di nuova capacità rinnovabile, soprattutto fotovoltaico. Cina, Unione Europea e Stati Uniti hanno rappresentato l’85% delle nuove installazioni. Il solare dovrebbe mantenere questo ruolo di primo piano per il resto del decennio grazie a una sempre maggiore competitività in termini di costi (secondo IRENA, sono scesi del 12% anche tra il 2022 e il 2023), ai continui investimenti in nuova capacità produttiva e alla sua ottima scalabilità.
In Italia e in Europa la crescita significativa di questi ultimi due anni è stata guidata dal mercato (le rinnovabili sono oggi le fonti più competitive nella produzione di energia elettrica), dal bisogno di ridurre la dipendenza dai combustibili fossili (gas in primis) e da una maggior consapevolezza del loro ruolo decisivo nella lotta al cambiamento climatico.
Se la politica manterrà alta l’attenzione verso le politiche climatiche e continuerà con la volontà di accelerare il processo di transizione energetica, il trend di aumento delle rinnovabili sarà esponenziale grazie proprio all’effetto delle innovazioni tecnologiche (soprattutto per le tecnologie cosiddette “abilitanti”, ossia accumulo e gestione della domanda). Perché ciò avvenga si devono però affrontare le barriere strutturali e sistemiche che continuano a ostacolare questo processo, a partire dalla digitalizzazione e dall’ampliamento delle infrastrutture di rete elettriche, dalla definizione di quadri normativi e modelli di mercato adeguati e da sviluppi nella capacità produttiva di tutte quelle tecnologie legate al processo di decarbonizzazione ed elettrificazione dei consumi.
Rinnovabili e sostenibilità, la vision di ECCO
Non c’è attività umana che non abbia impatti anche negativi sull’ambiente, dall’agricoltura alle esplorazioni spaziali.
Le energie rinnovabili sono decisive nella più grande sfida attuale dell’umanità: contenere la concentrazione di gas serra responsabili dei cambiamenti climatici.
Il consumo di risorse non rinnovabili è certamente meglio che avvenga per fare un apparecchio che dura anni piuttosto che ad ogni rifornimento di una centrale elettrica o di un’automobile. Quindi anche da questo punto di vista dipendere meno dall’estrazione delle fossili è un vantaggio.
In maniera forse un po’ semplicistica si tende a pensare che le nuove tecnologie abbiano bisogno di materiali critici, mentre quelle vecchie no. La realtà è che ogni cambio tecnologico rende temporaneamente scarse cose diverse e che il sistema economico si adatta (con un certo ritardo) per realizzare la capacità produttiva e di riciclo dei materiali che servono.
Consumare meno gas del Golfo o americano e invece più litio o cobalto o nickel dà opportunità di sviluppo a regioni che ne hanno avute meno in passato e anche questo è positivo. È chiaro che la tutela dei diritti umani e dei lavoratori è una questione critica in molti Paesi. Ma questo non riguarda il tipo di energie che usiamo, riguarda il progresso civile mondiale: un percorso imprescindibile indipendentemente dalla transizione ecologica, in grado di restituirci un mondo più vivibile e quindi di per sé con migliori prospettive da ogni punto di vista.
Il ruolo di IA e big data nella transizione energetica
L’intelligenza, artificiale o meno, aiuta a soddisfare i bisogni in modi più efficaci ed efficienti. Questo vale anche per gli usi energetici. Nello specifico dei datacenter, è vero che questi probabilmente consumeranno energia addizionale, ma ne faranno risparmiare altra. L’impegno di molti colossi informatici a ridurre e in prospettiva azzerare l’impronta carbonica dei loro consumi è promettente e potrebbe accelerare questa tendenza di attenzione alle emissioni “scope 2” del mondo economico.
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