Dallo sniff-nano al grafene ‘medico’, ecco le due nuove start up triestine nate con SISSA

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21.02.2025 – 09.30 – Il grafene per il rilascio di farmaci e un olfattometro ‘portatile’. Sono i nuovi progetti di due start up triestine, rispettivamente della Sindrel e di Cynexo, presentati la scorsa settimana nella cornice della riunione plenaria dello Spoke del Consorzio iNEST (Ecosistema dell’Innovazione del Nord-Est) finanziato dal PNRR. Siamo nell’ambito delle tecnologie mediche, le quali hanno dimostrato, negli ultimi anni, ampi spazi di sviluppo dove l’eccellenza scientifica triestina può esprimere le proprie potenzialità senza necessità di grandi strutture o investimenti.
Nel caso della start up Sindrel la prof. ssa Audrey Franceschi Biagioni spiega che “è ancora un progetto: abbiamo iniziato a studiare il grafene nel 2014 per applicazioni nel sistema biologico e poi per il rilascio di farmaci. La start up nasce nell’ambito della SISSA: siamo io e quali co inventori i professori Michele Giuliano e Laura Ballerini“.

Audrey Franceschi Biagioni

Scendendo nel dettaglio “dopo sei anni di studio abbiamo depositato un brevetto per una tecnologia ideata per rilasciare il farmaco con un controllo preciso del dosaggio e del tempo; è una tecnologia ideata per essere usata su pazienti con difficoltà croniche che hanno difficoltà a gestire la propria terapia. Pensiamo a pazienti con dolori cronici, ipertensione, diabete…Devono assumere diverse medicine, con diversi dosaggi e in ore differenti; e spesso sono molto anziani.
Il nostro dispositivo può essere programmato dal paziente, dalla famiglia o dalla badante; poi basta inserire il dispositivo in bocca, a contatto con la mucosa, e tramite smartphone o portatile regolare il dosaggio e le tempistiche”.

In questo contesto l’elemento di novità è dato dal grafene: “un materiale con proprietà fisico-chimiche molto particolari, capace di generare interazioni tra le molecole organiche e un sistema elettronico – spiega Audrey – È in grado di ricevere uno stimolo elettrico e rilasciare il farmaco”.

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Non esiste, al di fuori di Trieste, una simile tecnologia, perché “Le start up americane di solito si concentrano su microchip impiantabili: la funzione è simile, ma sono più invasive. Il paziente infatti viene sottoposto ad un intervento chirurgico col quale si impianta il microchip che regola il rilascio di farmaci: una volta all’anno questa componente va sostituita. Nel nostro caso invece è una tecnologia indossabile“.

Il CEO di Cynexo Fabrizio Manzino spiega invece che “siamo una startup indipendente riconosciuta da SISSA; noi siamo nati continuando l’attività di due dei soci che creavano strumentazione personalizzata per esperimenti di neuroscienze; l’attività si è poi evoluta nel campo dell’olfattometria dove ci siamo resi conto che c’era una lacuna pesante a livello tecnologico. Attualmente commercializziamo l’olfattometro più grande, chiamato ‘Sniffo‘, con relativi accessori riservati alle attività di ricerca; ‘fratello’ di questo strumento è lo ‘Sniff-nano‘, una versione compatta e utilizzabile anche in ambito sanitario”.

Fabrizio Manzino

Il pensiero corre alla pandemia Covid-19 e a quella perdita totale dell’olfatto avvisaglia del contagio: “A quei tempi si utilizzavano i cosiddetti ‘pennarelli’; si doveva annusare una sequenza di odori provenienti dagli stick e a seconda di come si rispondeva veniva valutata la soglia di percezione dell’odore. Quest’approccio richiede competenze tecniche specifiche e impiega tre quarti d’ora; pertanto si può testare solo un numero limitato di persone. Ecco, lo Sniff-nano è un tentativo di automatizzare questa procedura” spiega Manzino.

Ma come funziona lo Sniff-nano, questo sistema per analizzare l’olfatto della persona? “Si tratta di un sistema, protetto da brevetto, che consente di generare odori senza una sorgente d’aria esterna: lo si collega alla corrente, c’è un display e un’app personalizzabile per i test a base olfattiva. Determinate domande, accompagnate da suoni e/o immagini, corrispondono a specifici odori. Il sistema crea poi in automatico una valutazione sul paziente. Vi sono già delle collaborazioni pronte per testare Sniff-nano in Italia, tra cui l’Ospedale di Cattinara. Pensiamo ad esempio ai test dall’otorino o dallo laringoiatria”.

Ma le applicazioni non si limitano alle malattie di ogni giorno, infatti “Stiamo poi lavorando ad alcuni test maggiormente futuristici – spiega Manzino – dove l’obiettivo è di predire, con test olfattivi, l’insorgere di malattie neurodegenerative. Ad esempio chi soffre di Parkinson ha un problema all’olfatto; pertanto speriamo di poter predire con anticipo di una decina d’anni l’insorgere di una simile malattia, intervenendo prima che il morbo diventi disabilitante”.

E la concorrenza? “La Sony sta lavorando ad un progetto simile al nostro, ma Sniff-nano permette di mescolare gli odori mentre il prodotto giapponese è molto più limitato – riflette il CEO – Intanto collaboriamo con l’università di Dresda, ma le collaborazioni ci sono anche in ambito industriale: le divisioni di ricerca & sviluppo di chi produce cibo e profumi, ad esempio”.

[z.s.]





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