Cellule Staminali, nel 2024 a Verona il 30% delle donazioni italiane

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L’Azienda Ospedaliera universitaria Integrata

Gandini: «La grande generosità dei donatori veneti, unita a un’organizzazione sanitaria efficiente permette di garantire una risposta rapida ai pazienti che necessitano di trapianto»

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Verona ai primi posti nella donazione di cellule staminali emopoietiche. L’Azienda Ospedaliera Universitaria Integrata di Verona conferma il suo ruolo di riferimento nazionale: nel 2024, quasi una su tre delle donazioni italiane è stata raccolta presso l’UOC Medicina Trasfusionale diretta dal dottor Giorgio Gandini.

Il trapianto di cellule staminali emopoietiche (CSE) è una terapia salvavita in molte patologie ematologiche come la leucemia, e si possono ottenere sia raccogliendole da sangue periferico, sia facendo un prelievo dal midollo osseo.

I numeri 

Un primato di solidarietà. In Italia, l’anno scorso, sono state effettuate 410 donazioni di CSE da parte di donatori iscritti al Registro nazionale. Di queste, 125 provengono dal Registro Interregionale Veneto-Trentino Alto Adige, con sede presso l’UOC Medicina Trasfusionale dell’AOUI. In particolare, 106 donazioni sono state effettuate da donatori veneti, rappresentando il 25% del totale nazionale, cioè un donatore su 4. Le donazioni gestite dal Registro Interregionale sono state effettuate principalmente presso AOUI Verona (103 in totale: 92 di staminali periferiche presso la Medicina Trasfusionale e 11 di staminali midollari presso l’Ematologia).

Donatori

Quando un paziente ha bisogno di un trapianto è necessario che il donatore di cellule staminali sia geneticamente compatibile con il ricevente, cioè abbia il sistema genetico HLA identico o quasi uguale. La ricerca del donatore si rivolge quindi in primo luogo ai familiari, dal momento che un fratello ha il 25% di probabilità di essere compatibile. In molti casi, però, non vi è un familiare compatibile: la probabilità di trovare un donatore compatibile al di fuori della cerchia familiare è inevitabilmente molto bassa, inferiore a 1 su 100.000 persone. Per questo sono nati in molti paesi i registri di persone disponibili a donare le cellule staminali emopoietiche.

Queste persone vengono sottoposte ad indagini genetiche (HLA), tipizzate e inserite in modo codificato ma anonimo nel registro nazionale (per l’Italia IBMDR), collegato ai registri europei e mondiali. Quando un paziente ha bisogno del trapianto, l’ematologo può pertanto avviare una ricerca su un grande numero di persone con diversissime caratteristiche genetiche; attualmente sono circa 510.000 i donatori potenziali in Italia e circa 40 milioni nel mondo, aumentando significativamente la probabilità di trovare il donatore compatibile. Nel dono delle cellule staminali, la solidarietà diviene veramente mondiale: le cellule staminali donate a Verona sono andate in ogni continente.

Esistono tre principali fonti di cellule staminali emopoietiche da utilizzare per trapianto. La donazione da sangue periferico è il metodo più comune: il donatore viene sottoposto a un trattamento con un fattore di crescita che stimola la produzione di cellule staminali e aumenta la loro presenza nel sangue; le cellule vengono quindi estratte tramite uno speciale prelievo ematico (aferesi).

Questo metodo non richiede anestesia né ricovero ospedaliero. Donazione da midollo osseo: prevede il prelievo diretto delle cellule staminali dal midollo osseo, solitamente dalle ossa del bacino, in anestesia generale. È utilizzata in specifici casi clinici dove questo tipo di cellule offre maggiori benefici per il paziente. Esiste infine la donazione da sangue cordonale (ricco di cellule staminali, raccolto al momento del parto), che viene utilizzata in pochi casi selezionati per indicazioni cliniche molto specifiche (copre infatti non più del 1% delle necessità trapiantologiche).

 «La grande generosità dei donatori veneti, unita a un’organizzazione sanitaria efficiente», spiega il dottor Gandini, «permette di garantire una risposta rapida ai pazienti che necessitano di trapianto. Il Registro Interregionale Veneto-Trentino Alto Adige coordina l’intero processo di donazione, dal reclutamento alla raccolta. La qualità del servizio e la tempestività delle procedure fanno di Verona un centro di riferimento per la donazione e il trapianto di cellule staminali emopoietiche. La rapidità nel trovare e prelevare il donatore compatibile è spesso decisiva per la sopravvivenza del paziente».

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La dottoressa Annarosa Gandini, responsabile del registro Interregionale Veneto-Trentino Alto Adige, spiega: «I numeri dimostrano l’importanza della rete veneta nel contesto nazionale: il 15,7% dei donatori attivi in Italia è costituito da veneti iscritti al Registro Interregionale Veneto-Trentino Alto Adige. Inoltre, il Veneto contribuisce con il 22,8% di tutte le donazioni registrate a livello nazionale dal 1989 a oggi. AOUI Verona si conferma un’eccellenza nella raccolta e gestione delle donazioni di cellule staminali emopoietiche. Un risultato che testimonia non solo la generosità dei nostri concittadini, ma anche la qualità e la professionalità delle nostre strutture».





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