AI, i migliori fondi azionari per investire nell’innovazione

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FIDA ha esaminato i prodotti tematici venduti in Italia per stilare una classifica dei più performanti e capire dove si celano le opportunità. In top ten largo alla visione  globale, con le mega perno dei portafogli. Ma occhi anche agli investimenti regionali. E alle strategie meno convenzionali

Non c’è DeepSeek che tenga. Nonostante lo scossone arrivato ai mercati dalla notizia dei risultati straordinari dell’app cinese, il settore della robotica e dell’intelligenza artificiale si conferma uno dei motori trainanti per la crescita economica globale. La trasformazione digitale in corso sta infatti ridefinendo non solo i paradigmi industriali ma anche il comportamento dei consumatori in settori come l’intrattenimento o il gaming. E così si fanno sempre consistenti i capitali indirizzati al comparto, con l’ultimo rapporto OCSE che testimonia il livello record raggiunto dagli investimenti in ricerca e sviluppo anche grazie al supporto della normativa. Ecco allora che si pone la necessità di capire quali siano i fondi azionari più performanti tra quelli distribuiti in Italia con un focus sul comparto.

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Un universo in espansione

Il punto di partenza metodologico per attuare un’analisi di questo tipo consiste nel prendere atto che l’ecosistema della robotica e dell’IA non è limitato alla mera applicazione industriale o all’universo delle big tech, ma si estende in maniera pervasiva a un ben più ampio ventaglio di settori. Le evoluzioni viste di recente nel comparto videoludico, ad esempio, dimostrano come l’integrazione di tecnologie basate su intelligenza artificiale stia ridefinendo l’esperienza interattiva e il comportamento dei consumatori. Il lancio di piattaforme arricchite da algoritmi predittivi e di personalizzazione, nonché l’adozione di sistemi come la realtà aumentata e virtuale, testimoniano poi una convergenza sempre più stretta anche tra intrattenimento e tecnologie digitali avanzate. Tutto questo mentre i nuovi paradigmi si consolidano al punto da coinvolgere anche i beni di largo consumo. Tali innovazioni, supportate dalla crescente potenza di calcolo e dalla diffusione di reti a banda ultra-larga, stanno quindi contribuendo a una trasformazione strutturale del tessuto produttivo globale e generando nuove opportunità di investimento.

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Dati al 17/02/2024Fonte: FIDAworkstation

La classifica

La top ten dei fondi comuni in esame mostra una notevole sovrapposizione, con una forte concentrazione su titoli di primaria rilevanza nel settore tecnologico e dell’intelligenza artificiale. In particolare, società come Nvidia e Meta o anche Amazon, Alphabet e Microsoft ricorrono con cadenza elevata: una circostanza che evidenzia come i gestori di questi fondi condividano una visione focalizzata sui leader di mercato capaci di guidare l’innovazione digitale e la trasformazione operativa. Il colosso dei semiconduttori guidato da Jen-Hsun Huang, ad esempio, domina l’elenco grazie a un peso medio del 9% mentre dietro si collocano titoli che rispecchiano l’importanza di un ruolo strategico nell’apparato infrastrutturale: in particolare, Arista Networks (7%) e Meta Platforms (6%). Il peso complessivo della classifica si aggira in media attorno al 54% del portafoglio, il che sottolinea una significativa concentrazione degli investimenti in un numero limitato di azioni. Questa struttura è indicativa di una scelta strategica volta a sfruttare il potenziale di crescita di alcune società che sono percepite come i veri motori della rivoluzione digitale ma implica anche una necessità di monitoraggio costante del rischio, visto il contesto di elevata volatilità e rapide trasformazioni tecnologiche.

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Dati al 17/02/2024. Fonte: FIDAworkstation

Il ruolo dei fondi tematici tra approccio globale e locale

Nel contesto degli investimenti in settori innovativi, i fondi comuni rappresentano lo strumento più sofisticato sia per capitalizzare le dinamiche dell’intelligenza artificiale sia per consentire agli investitori di ottenere un’esposizione settoriale diversificata e gestita professionalmente senza esporsi eccessivamente a rischi specifici. L’analisi dei dati aggiornati relativi a questi strumenti evidenzia una gamma di performance che spaziano da risultati particolarmente brillanti a profili di rischio più contenuti, offrendo così soluzioni adatte a diverse tipologie di portafoglio. L’analisi delle performance di alcuni dei principali veicoli tematici evidenzia però differenti profili di rischio e rendimento sui quali è opportuno soffermarsi. Il fondo Echiquier Artificial Intelligence, con un rendimento annuo del 9% e una performance annua del 29%, si distingue ad esempio per il suo forte potenziale di crescita. Tuttavia, una volatilità al 29% e un drawdown a tre anni del 48% lo rendono un’opzione adatta solo a operatori con alta propensione al rischio. Oddo BHF Artificial Intelligence, che mostra performance dell’8% sui 12 mesi e del 56% dal 2021, si trova invece nella situazione opposta: la volatilità più contenuta, pari al 20%, e un drawdown del 24% lo rendono infatti una scelta equilibrata per chi cerca crescita e stabilità. Per coloro che invece dimostrano maggiore attenzione alle dinamiche geografiche, una soluzione valida può consistere nel BGF China Innovation: pur mostrando un ritorno year-to-date del 5% e un rendimento 2024 del 17%, la sua focalizzazione sulla Grande Cina (comprensiva quindi di Hong Kong e Taiwan) offre una diversificazione preziosa in un contesto in cui l’innovazione tecnologica asiatica continua a spingere la frontiera della digitalizzazione e della robotica. Altre possibili soluzioni sono rappresentate da M&G (Lux) Global Artificial Intelligence, che beneficia della solidità degli asset tecnologici globali, e Allianz Global Artificial Intelligence, dotato di una strategia di copertura valutaria.

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Dal ritorno assoluto al breve termine, le altre strategie

In una prospettiva orientata al ritorno assoluto, il fondo Amundi Soluzioni Italia – Progetto Azione Intelligenza Artificiale è certamente foriero di opportunità. Con un rendimento del 4% da inizio anno e del 20% sul 2024, il veicolo dimostra come strategie di gestione attive e focalizzate sulla riduzione della volatilità possano garantire risultati interessanti anche in presenza di contesti di mercato altalenanti. Franklin Intelligent Machines dimostra invece che possono tradursi in ritorni robusti anche un’accurata selezione dei sottostanti e un’approfondita analisi delle dinamiche settoriali: grazie a queste caratteristiche il prodotto ha infatti registrato performance positive nel breve termine e un impressionante +59% sui tre anni, pur mantenendo una volatilità al 24% e un drawdown del 26%. Symphonia Lux SICAV Artificial Intelligence, con performance più contenute nel ranking esaminato (un rendimento annuo corrente del 3% e un rendimento a un anno del 13%) si propone invece come una scelta più conservativa ideale per quegli investitori che privilegiano un approccio meno aggressivo. Il fondo TCW Global Artificial Intelligence Sustainable Equity, con un +3% year-to-date e 30% su anno, rappresenta infine un’opzione interessante per chi vuole sfruttare le dinamiche di breve termine del mercato IA.

L’importanza della gestione attiva

L’analisi comparativa di fondi comuni più performanti evidenzia come il panorama degli investimenti in intelligenza artificiale e robotica offra opportunità variegate, che spaziano da soluzioni globali a strategie focalizzate su specifici mercati geografici o di rischio. L’elevata volatilità e i drawdown osservati in alcuni strumenti richiamano però l’importanza di una gestione attiva e soprattutto di una costante revisione dei profili di rischio, due prerogative imposte da un ambiente che si caratterizza per una continua evoluzione tecnologica e per dinamiche macro complesse.

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