“Attivarsi con Rfi e Fer per facilitare l’accesso alle stazioni ferroviarie attraverso ascensori di dimensioni adeguate o con appositi scivoli per favorire chi ha la bici al seguito”. Questo l’impegno politico che l’aula dell’assemblea legislativa consegna alla giunta regionale con il voto favorevole alla risoluzione a prima firma Simona Larghetti (Alleanza Verdi Sinistra) e sottoscritta anche dai colleghi di gruppo Paolo Burani e Paolo Trande, dai consiglieri Giovanni Gordini e Vincenzo Paldino (Civici con de Pascale) e da Lorenzo Casadei (M5S). Fra le forze politiche in aula al momento del voto hanno votato a favore Pd, Avs, Civici con de Pascale e Movimento 5 Stelle, mentre si sono astenute Fdi, Forza Italia e Rete civica.
Simona Larghetti, nel testo della risoluzione, sottolinea come “il trasporto gratuito di una bicicletta pieghevole venga ammesso su tutti i treni regionali a livello nazionale, mentre su quelli contrassegnati da apposito pittogramma possa essere trasportata anche la bici montata, previo acquisto di un apposito supplemento. Dato che la Regione Emilia-Romagna è impegnata nella lotta ai cambiamenti climatici e nella riduzione delle emissioni climalteranti, è giusto sostenere iniziative per sviluppare una mobilità sostenibile”.
La risoluzione chiede che “si possa arrivare in bicicletta in ogni stazione tramite ciclabile protetta o bike lane oltre a migliorare la visibilità dell’utilizzo dell’abbonamento annuale ‘Mi Muovo bici in treno’ e auspica che nella Conferenza Stato-Regioni si possa arrivare ad avere tariffe e regole di accesso delle bici sui treni regionali omogenee, che agevoli l’utenza pendolare”.
Per Anna Fornili (Pd) “la risoluzione è assolutamente condivisibile soprattutto nell’impostazione generale della bici quale strumento alternativo di mobilità alla macchina. L’accessibilità alle stazioni è poi un tema trasversale che riguarda molti luoghi pubblici e la rimozione di ogni barriera architettonica incide tantissimo sulla fruizione, soprattutto tenendo conto che le fragilità possono essere temporanee o permanenti”.
Andrea Costa (Pd) ha rimarcato come il tema dell’accessibilità delle stazioni sarà un tema importante che verrà affrontato nella competente commissione assembleare, “perchè è aspetto fondamentale per affermare l’intermodalità e mettere a sistema gli ingenti investimenti che la Regione ha compiuto negli anni scorsi e confermati dall’aumento costante dei cittadini che ogni giorno utilizzano il sistema ferroviario regionale. Tanti investimenti sono stati fatti, altri sono in corso di effettuazione ma non ancora del tutto compiuti quindi la risoluzione è di straordinaria attualità, così come un tema che deve essere affrontato è quello della ricucitura dei territori per rendere uniformi collegamenti e servizi tra periferie e aree interne e punti di accesso al sistema ferroviario affinchè, ad esempio, i servizi offerti a chi raggiunge la stazione centrale di Reggio Emilia siano estesi a tutte le stazioni regionali”.
Marta Evangelisti (FdI) nel comprendere le finalità della risoluzione si sofferma sul fatto che “proprio nel 2025 alcune azioni intermedie contenute nel Piano Urbano della Mobilità Sostenibile del 2019 siano soggette a valutazione ma nascano da un percorso partecipativo non soddisfacente. In generale giudico positivamente aver reintrodotto l’abbonamento facilitato per la modalità treno-bici e plaudo all’aumento delle piste ciclabili, anche se mi pare evidente il disallineamento dei vari territori su queste infrastrutture”.
Evangelisti ha poi presentato due emendamenti (entrambi approvati) sulle opere di manutenzione per dotare le banchine e altri accessi di rampe e per abbattere le barriere architettoniche in favore sia delle bici che delle persone disabili. Un terzo emendamento, non accettato, riguardava invece la richiesta di svariate amministrazioni comunali soprattutto del bolognese di procedere ad azioni manutentive sia del manto stradale sia riguardanti gli sfalci della vegetazione intorno ai percorsi riservati alle bici.
Priamo Bocchi (FdI) ha convenuto sulla necessità di incentivare la mobilità dolce, ma ha auspicato che la gratuità del trasporto ferroviario venga estesa anche alle bici non pieghevoli e che “al posto di vuoti annunci su nuove piste ciclabili, sarebbe meglio garantire la sicurezza di queste strutture, così come è assolutamente necessaria la creazione di servizi e strutture complementari a sostegno di tale modalità di trasporto.
Per Francesca Lucchi (Pd) “sul tema dei trasporti l’innovazione è azione assolutamente obbligatoria per aumentare la qualità dei servizi, tanto che le stazioni in prospettiva devono diventare veri e propri hub multimodali, capaci di attrarre strutture e servizi di livello che sono un importantissimo incentivo per l’uso della bici e del servizio ferroviario, che può appoggiarsi su una rete capillare di accessi alla rete testimoniata dalle oltre 260 stazioni della nostra Regione”.
Lorenzo Casadei (M5S) ha ribadito l’importanza di agevolare il trasporto pubblico non solo da un punto di vista logistico, ma quale vera e propria scelta politica strategica. Per ottenere ciò è di fondamentale importanza abbattare il sovrapprezzo nel trasporto delle bici non pieghevoli e migliorare l’accesso alle stazioni per garantire ai cittadini una reale scelta su quale mezzo scegliere per i propri spostamenti”.
Maria Costi (Pd) ha sottolineato la sensibilità mostrata dalla Regione sul tema anche nel recente passato “come testimoniato dagli oltre 630 convogli regionali, sui 900 totali, che garantiscono il trasporto della bici non pieghevole” ma come parimenti sia necessaria “una seria standardizzazione di regole e tariffe anche in rapporto alle altre Regioni”
Paolo Burani (Avs) ha infine sottolineato come “il tema della mobilità bici-treno non è solo ambito di politica trasportistica ma tema di vera e propria civiltà, perchè, se è vero che aumentano le piste ciclabili, rimane evidente il dominio dell’auto. Per una transizione ecologica efficace, quindi serve una radicale riprogettazione delle città che devono divenire a misura d’uomo e non a misura d’auto e per fare ciò la politica ha l’obbligo di stimolare il confronto e ogni azione di sensibilizzazione”.
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