Prezzo energia, mozione Peluffo (PD): impegno governo interventi a tutela dei consumatori italiani

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Roma – Atto Camera

Mozione 1-00398

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presentato da

PELUFFO Vinicio Giuseppe Guido

testo di

Martedì 18 febbraio 2025, seduta n. 430

La Camera,

premesso che:

1) il persistere dell’incremento dei costi dei prodotti energetici sta comportando conseguenze economiche molto preoccupanti, con l’inflazione che può tornare a livelli che rischiano di danneggiare la competitività delle nostre imprese sui mercati internazionali e con il rallentamento in atto dell’economia nazionale che registra il 23esimo calo consecutivo della produzione industriale che, come certificato dall’Istat, nel 2024 ha avuto una riduzione del 3,5 per cento rispetto al 2023, con impatti significativi anche sulla stabilità del numero di lavoratori occupati e sulle nuove assunzioni;

2) l’Autorità di regolazione per energia reti e ambiente ha annunciato che per il primo trimestre del 2025 è previsto un aumento del 18,2 per cento della tariffa dell’energia elettrica per circa 3,4 milioni di clienti vulnerabili, ossia per gli anziani sopra i 75 anni, per i disabili, per i percettori di bonus sociale e altre categorie deboli rimasti nel servizio di maggior tutela e che non sono passati al mercato libero. Nel primo trimestre 2025, infatti, il prezzo dell’energia elettrica sarà di 31,28 centesimi di euro per chilowattora a causa degli aumenti di spesa per l’acquisto di energia elettrica e dei costi di dispacciamento. Gravano, poi, sui clienti già nel libero mercato gli eccessivi costi di commercializzazione dell’energia elettrica aggiuntivi al Pun, che portano ad un incremento delle bollette elettriche a livelli insostenibili;

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3) il processo di liberalizzazione del settore elettrico italiano ha previsto la graduale eliminazione del «servizio di Maggior tutela», ovvero il regime di prezzi regolati per i clienti che non sceglievano un fornitore nel mercato libero e per i quali l’approvvigionamento era assicurato dall’Acquirente Unico Spa, consentendo loro di ottenere condizioni vantaggiose rispetto ai prezzi medi del mercato libero;

4) negli anni passati, infatti, le bollette del clienti sul servizio di maggior tutela sono state sistematicamente più convenienti di quelle medie disponibili sul mercato libero retail, con l’unica eccezione del 2022 e inizio del 2023, proprio a causa dell’assenza di ogni copertura dal rischio di prezzo e del parallelo blocco, per il libero mercato, delle modifiche unilaterali dei contratti attivi;

5) dal 1° luglio 2024 i clienti domestici ancora serviti in maggior tutela che non hanno scelto un fornitore di energia sul mercato libero sono passati automaticamente nel servizio a tutele graduali e i clienti domestici vulnerabili continuano ad essere serviti in maggior tutela anche dopo tale scadenza: il servizio di maggior tutela è stato quindi sostituito, temporaneamente, dal servizio a tutele graduali che ha una durata di poco meno di 3 anni (fino al 31 marzo 2027) in mancanza di una scelta espressa, al termine di questo periodo il cliente sarà rifornito sempre dallo stesso venditore sulla base della propria offerta di mercato libera più favorevole;

6) si è, pertanto, creato un paradosso, sottolineato dalla stessa Arera: i clienti non vulnerabili del mercato tutelato, senza fare nulla, hanno oggi un vantaggio sulla bolletta rispetto ai clienti vulnerabili perché gli operatori si sono aggiudicati i clienti con aste al ribasso con un risparmio che può arrivare a 110 euro all’anno;

7) sarebbe opportuno intervenire in maniera organica e strutturale per assicurare la fornitura di energia elettrica a prezzi ridotti ai clienti domestici vulnerabili, rispettando principi di efficienza, trasparenza e non discriminazione: è necessario consentire all’Acquirente Unico di approvvigionarsi di energia in piena libertà di valutazione delle modalità più convenienti in termini di prezzo e di garanzia della fornitura, visto che continuerà ad approvvigionarsi di energia per i clienti serviti nelle tutele graduali;

8) anche il mercato del gas è destinato ad essere ancora molto volatile nei prossimi mesi, quando la domanda salirà per effetto del riempimento degli stoccaggi e dopo i rincari del gas previsti, dovuti principalmente ad una tempesta perfetta che unisce il blocco dei flussi dall’Ucraina, l’interruzione di un impianto di Gnl in Norvegia e le temperature più rigide rispetto alla media stagionale. Una tendenza che si segnala in aumento anche per i clienti vulnerabili, come testimoniano i dati recenti dell’Autorità di regolazione per energia reti e ambiente, che segnalano un aumento del 2,5 per cento a dicembre 2024. L’Autorità ha evidenziato come le quotazioni all’ingrasso della materia siano in aumento rispetto a quelle registrate a novembre 2024 e il prezzo per i clienti vulnerabili abbia raggiunto i 47,5919 euro a megawattora;

9) ad essere colpiti duramente sono dunque i redditi delle famiglie e delle Imprese che vedono erodere il loro potere di acquisto per far fronte agli alti livelli di prezzi dell’energia. Le cause intrinseche di tale aumento derivano dalla struttura del sistema energetico europeo e dalla relativa dipendenza dal gas, per cui l’Unione europea e l’Italia, pur disponendo di un sistema di infrastrutture di importazione diversificato, non sono riuscite a sottrarsi alle dinamiche globali, non dominabili, degli aumenti di prezzo;

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10) l’aumento costante dei prezzi dell’energia elettrica appare, quantomeno nel nostro Paese, sostanzialmente legato ai fondamentali che condizionano i costi di produzione termoelettrici, ossia il prezzo spot del gas naturale, fortemente influenzato da dinamiche finanziarie non soggette a controllo e in larga parte disconnesse dalle regole di mercato, tanto che il prezzo sul mercato all’ingrasso del gas più rappresentativo in Europa (il Ttf olandese) ha raggiunto il 1° gennaio 2025 il prezzo di oltre 50 euro al Megawattora;

11) nonostante gli sforzi per incrementare le fonti rinnovabili, l’Italia rimane quindi fortemente dipendente dal gas importato, e il modello di mercato spot, dove le offerte quotidiane riflettono prezzi instabili, si dimostra inadeguato: in Italia abbiamo il prezzo dell’energia elettrica all’ingrasso, sul mercato spot, più alto d’Europa. Il nostro prezzo unico nazionale, determinato sostanzialmente dal gas, è oltre il triplo del valore del gas medesimo sul mercato spot all’ingrasso, quando in condizioni normali dovrebbe essere circa il doppio oltre il costo della CO2;

12) si determina, pertanto, una difficoltà nel pagare le bollette per i cittadini e una perdita di produzione e competitività per le imprese, come segnalato più volte dalle associazioni imprenditoriali e da quelle dei consumatori: chi ha scelto il mercato libero uscendo dal mercato tutelato nel primo semestre del 2024, si è trovato a pagare bollette più care di oltre il 50 per cento, come certificato dall’Istat, spesso per via di pratiche commerciali poco trasparenti e del mancato controllo delle autorità di regolazione competenti. Inoltre, l’eccessiva concentrazione del mercato nelle mani di pochissimi operatori, sostanzialmente quelli che producono l’energia, rende il mercato molto simile ad un oligopolio, anticoncorrenziale per definizione, con la difficoltà di offrire un prezzo efficiente e adeguato per i clienti domestici che si trovano a doversi confrontare con contratti e bollette caratterizzati da prezzi superiori rispetto agli altri cittadini europei;

13) il costo dell’energia rimane quindi il problema principale per il nostro sistema economico, con un prezzo medio dell’energia elettrica all’ingrosso, nel 2024, di 108 megawatt l’ora, il 35 per cento in più della Germania, Il 72 per cento della Spagna, 1’87 per cento della Francia, Paesi con mix energetici diversi che dimostrano la specificità italiana. Nelle prime settimane del 2025 siamo arrivati a 150 euro megawatt l’ora è puntualmente arrivato il grido d’allarme delle imprese che rischiano costi aggiuntivi di 10 miliardi euro su base annua, che significa mettere fuori mercato interi settori produttivi;

14) per contrastare il caro energia, nel 2022 e nel 2023 il governo Draghi ha introdotto numerose disposizioni normative che hanno sostenuto famiglie e imprese, come la sterilizzazione degli oneri di sistema, il credito d’imposta per l’acquisto di energia elettrica, gas e carburanti, l’Iva ridotta per il gas;

15) in questi due anni e mezzo, invece, il Governo Meloni, a giudizio dei firmatari del presente atto di indirizzo, si è dimostrato indifferente e inefficace; la legislatura è iniziata con i ritardi accumulati sul decreto attuativo delle comunità energetiche, per poi arrivare al Testo unico delle rinnovabili, provvedimento chiesto a gran voce da tutti gli operatori e poi giudicato inutile tanto da far rimpiangere la normativa precedente. Non sono state previste misure o iniziative incisive per contrastare il caro prezzi dell’energia e per sostenere le famiglie e le imprese, nemmeno quelle energivore; non si è intervenuti per ridurre gli oneri di sistema, e nemmeno per rafforzare il bonus sociale, è stato ostacolato il percorso dell’energy release e del gas release, l’idroelettrico è in un limbo tra gare e ricorsi, in attesa, da un anno, di una quarta via per sbloccare il piano degli investimenti;

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16) l’Italia ha bisogno di più energia a minor costo: per ottenerlo è fondamentale aumentare le rinnovabili, i contratti a lungo termine e adottare un’iniziativa a livello europeo per un approccio unitario sui costi dell’energia, con un prezzo unico dell’elettricità europea, interagendo anche a livello comunitario per intervenire sul meccanismo del «prezzo marginale» ricollegando in maniera fattuale i prezzi ai costi di produzione delle singole tecnologie. In questa ottica, si potrebbe disaccoppiare il segmento, delle tecnologie ad elevati costi del capitale (capex based) e con costi variabili quasi nulli per kWh come le rinnovabili elettriche (idrico, geotermoelettrico, eolico e solare) da quelle caratterizzati da elevati costi variabili governati per lo più dal costo delle materie prime energetiche fossili;

17) è necessario un intervento urgente e strutturale che metta a disposizione, a livelli di prezzo accettabile, forniture di gas su logiche di lungo termine riservate alle imprese «energy intensive», anche sfruttando la dotazione infrastrutturale unica del nostro Paese che lo porta ad avere capacità di interconnessione sovrabbondante e particolarmente differenziata geograficamente;

18) un altro ambito di azione è quello dell’efficienza energetica: è dentro il Pniec, ma poi negli atti di Governo è sparita, anzi contrastata. Del recepimento della direttiva europea sulle case green non si sa più niente, c’è la drastica riduzione delle agevolazioni fiscali per l’efficientamento nella legge di bilancio, così come l’altro aspetto fondamentale è quello dei contratti a lungo termine, il meccanismo dei (PPA) che permette contratti bilaterali strutturali tra le parti per stabilizzare il prezzo a lungo periodo (5-10 anni) e su questo c’è l’esperienza spagnola, con la loro Cassa depositi e prestiti che fa da garante di ultima istanza. C’è la richiesta di Confindustria, che prevede un ruolo di garanzia di ultima istanza del GSE, c’è la proposta di legge presentata dal gruppo del Partito democratico alla Camera dei deputati e al Senato della Repubblica che riguarda i vulnerabili per conferire maggiori poteri all’Acquirente unico per le acquisizioni di lungo percorso;

19) occorre, inoltre, evitare ulteriori oneri in bolletta. La recente proroga delle concessioni per la rete di distribuzione elettrica, approvata senza un adeguato confronto, rischia di aggiungere nuovi costi al già pesanti oneri di sistema. È indispensabile una strategia concreta e tempestiva per ridurre il costo dell’energia e garantire maggiore equità per cittadini e imprese,

impegna il Governo:

1) a favorire, per quanto di competenza, il rapido iter della proposta di legge del Pd che prevede che l’Acquirente unico possa svolgere attività di vendita di energia elettrica nei confronti dei clienti vulnerabili a prezzi calmierati;

2) ad adottare iniziative di competenza per favorire il disaccoppiamento del prezzo dell’energia elettrica da quello del gas attraverso la stipula di contratti di lungo termine di compravendita di energia elettrica rinnovabile tra produttori e acquirenti/consumatori, revisionare l’attuale meccanismo di formazione dei prezzi dell’energia elettrica e prevedere l’approvvigionamento tramite acquisti congiunti europei;

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3) ad adottare appositi interventi anche di carattere normativo finalizzati ad evitare il previsto aumento, a partire dal 1° gennaio 2025, della tariffa dell’energia elettrica del 18,2 per cento per circa 3,4 milioni di clienti domestici vulnerabili, ossia per gli anziani over 75, per i disabili, per i percettori di bonus sociale e altre categorie deboli rimaste nel servizio di maggior tutela e che non sono passate al mercato libero;

4) ad attivarsi affinché, in raccordo con le rispettive autorità di riferimento di ciascun settore, siano predisposti specifici interventi finalizzati a correggere tutti i fattori che concorrono all’incremento ingiustificato di aumenti dei prezzi, a partire dalle tariffe per l’acqua e per le bollette elettriche e del gas;

5) ad adottare iniziative di competenza volte a dare seguito alla riforma degli oneri di sistema su beni energetici eliminando voci obsolete e spostandone altre sulla fiscalità generale;

6) ad adottare iniziative di competenza volte ad estendere la platea di beneficiari dei bonus sociali elettrico e gas;

7) ad adottare misure di sostegno in favore delle imprese manifatturiere, già gravate da 23 mesi consecutivi di riduzione della produzione, e delle imprese del settore agricolo a fronte dell’incremento dei costi di approvvigionamento di carburanti, energia elettrica e gas, a partire dalla riduzione degli oneri di sistema e dal riconoscimento di un contributo straordinario, sotto forma di credito d’imposta, in favore delle imprese, ivi comprese quelle agricole;

8) ad adottare iniziative di competenza affinché si introduca un Cap al meccanismo di formazione del prezzo del mercato italiano del gas naturale indicizzato al Ttf;

9) ad attivarsi per accelerare senza ulteriori indugi lo sviluppo e l’espansione delle energie rinnovabili, attraverso la diffusione delle comunità energetiche rinnovabili, delle reti elettriche intelligenti, dei sistemi di accumulo e stoccaggio e dell’efficienza energetica.
(1-00398) «Peluffo, Simiani, Braga, Curti, De Micheli, Di Sanzo, Evi, Ferrari, Gnassi, Pandolfo».

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