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Merita tanta celebrazione un incasso dal contrasto all’evasione fiscale di 26,3 miliardi quando ne vengono fregati un centinaio? Di cosa ha ancora bisogno il Direttore Vincenzo Carbone per recuperare il centinaio di miliardi ufficiali sottratti all’erario da poche migliaia di contribuenti (contenendo così l’evasione a livello fisiologico) e per produrre i soldi necessari per ridurre le tasse ai milioni di contribuenti costretti a pagarle (lavoratori dipendenti e pensionati con unico reddito tassato alla fonte)? E’ importante saperlo perché la riduzione strutturale delle tasse è condizionata al gettito strutturale riveniente dalla riduzione dell’evasione fiscale ed un maggior recupero di 1,6 miliardi rispetto al 2023 sarà anche il 6,5% in più rispetto all’anno precedente, un “record assoluto”, ma non è certo sufficiente per una riduzione generalizzata e sensibile delle tasse a chi non ha facoltà di non pagarle.
Quanti soldi vengono sottratti all’erario? L’Istat, con i periodici (biennali) Report, produce la stima ufficiale dell’economia sommersa (“noe” – non observed economy). Il più recente rapporto Istat del 18.10.2024 riferito all’anno 2022 misura l’economia non osservata in circa 200 miliardi di euro con un’incidenza di circa il 10% sul Pil che, tradotto in mancato gettito, quantifica la ruberia ufficiale all’erario nel 2022 in circa 93 miliardi. La stima è peraltro riduttiva, come spiega l’Istat nel glossario, perché, ad esempio, non rientrano nelle stime le grandi imprese (con oltre 100 addetti) e le imprese che presentano condizioni di non trattabilità-di esclusione ed avvalora il falso luogo comune che ad evadere siano solo i lavoratori autonomi – i commercianti cioè, che l’evasione fiscale sia solo un fenomeno di massa per piccole cifre (infatti mancano le grandi cifre dei potenziali grandi evasori-elusori).
Il Rapporto sui risultati conseguiti in materia di misure di contrasto all’evasione fiscale e contributiva compilato dalla Commissione istituita con Dl del 24.9.2015, produce la stima del tax gap (il divario tra le imposte effettivamente versate e le imposte che i contribuenti avrebbero dovuto versare). Il più recente Rapporto prodotto dalla Commissione il 7.10.2024, quantifica il tax gap ufficiale (riduttivo come segnalato dall’Istat) in circa 82 miliardi nel 2021 con una media negli ultimi 3 anni di circa 96 miliardi.
Gli esercizi scolastici evidenziano che dal 2001, anno di nascita dell’agenzia delle Entrate, la ruberia dell’evasore fiscale (in base alla stima “noe” Istat) è esagerata e continuativa ed ammonta a circa 2.478 miliardi ed il recupero di gettito da contrasto all’evasione fiscale in base ai consuntivi (peraltro comprensivi di condoni, sanatorie, sanzioni e interessi) ammonta a circa 295 miliardi (briciole), Cioè, in 24 anni sono stati sottratti all’erario circa 2.183 miliardi.
Come viene contrastata l’evasione fiscale? L’ex Direttore Ruffini così spiega in audizione il 24.7.2024: “in generale, è utile sottolineare l’esistenza di quella che, in termini economici, si definisce “asimmetria informativa” tra l’Amministrazione finanziaria e i contribuenti. Le informazioni relative all’esistenza del presupposto per la debenza del tributo e la misura del prelievo sono, infatti, per lo più in possesso del contribuente. Il Fisco deve, pertanto, acquisire, direttamente o indirettamente, le informazioni necessarie al perseguimento dei fini istituzionali. Detta asimmetria informativa può essere ridotta mediante l’utilizzo delle banche dati a disposizione dell’Amministrazione finanziaria, nell’ambito delle quali è condotta l’attività di analisi dei fenomeni evasivi. L’Agenzia delle entrate è titolare di un ampio patrimonio informativo, costituito da numerose banche dati, anche di grandi dimensioni, eterogenee per struttura e contenuto, soggette a costante aggiornamento e con un’importante profondità temporale”. Nell’ampio patrimonio informativo sono comprese le fatture elettroniche, i corrispettivi con moneta elettronica (e dal 2026 tutti gli scontrini fiscali) e, dal 2022, la mostruosa banca dati che neanche le ex Repubbliche sovietiche avrebbero osato confezionare. Il “mostruoso” Archivio saldi bancari (fotografa la complessiva ricchezza bancaria, suddivisa per tipologia di prodotto bancario, di ogni contribuente con le relative movimentazioni dare – avere e le giacenze nell’anno), certamente utile per l’applicazione di una patrimonialina personalizzata-di una tassa sulle extra entrate-extra giacenze annuali facsimile 6xmille dell’ex Premier Amato o eurotassa dell’ex Premier Prodi ma evidentemente insufficiente, visto il consuntivo 2024, per ridurre a livello fisiologico l’evasione fiscale.
Le informazioni bancarie (stralcio iniziale della tabella delle informazioni), contenute nell’Archivio rapporti finanziari e trasmesse ogni anno al Fisco, se riscontrate con le dichiarazioni fiscali in Anagrafe tributaria permetterebbero di intercettare tutti gli evasori totali (hanno movimentazioni bancarie non dichiarate al Fisco di importo superiore alla no tax area) e paratotali (hanno movimentazioni bancarie superiori a quanto dichiarato al Fisco) e di compilare automaticamente le lettere di compliance da inviare a tutti gli evasori fiscali.
Con questo “patrimonio informativo” non appare risibile un maggior gettito da recupero di evasione fiscale di 1,6 miliardi nel 2024? O è insufficiente il patrimonio informativo (cosa manca ancora?) o non è ancora stata trovata-non è disponibile la tecnologia per frullarlo-esplorarlo a sufficienza (quando sarà disponibile?). I Neodirettore dell’Agenzia delle entrate, Vincenzo Carbone, potrebbe spiegare.
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