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Presentati a Roma i risultati del progetto ‘Energie per la Casa Comune’. Ispirata all’enciclica Laudato si’ di Papa Francesco l’iniziativa punta a promuovere una cultura della sostenibilità energetica attraverso interventi di miglioramento edilizio e riduzione dei consumi energetici nelle strutture ecclesiastiche
Francesco Ricupero – Città del Vaticano
Rafforzare il ruolo delle diocesi italiane come promotrici di buone pratiche in tema di efficienza energetica: è questo, in estrema sintesi, quanto prevede il progetto “Energie per la Casa Comune” ispirato all’enciclica Laudato si’ di Papa Francesco, i cui risultati sono stati presentati, martedì a Roma. L’iniziativa coinvolge dieci diocesi italiane con l’obiettivo di promuovere una cultura della sostenibilità energetica attraverso interventi di miglioramento edilizio e riduzione dei consumi energetici nelle strutture ecclesiastiche.
“Italia in Classe A”
Il progetto si inserisce nel contesto della campagna nazionale di informazione e formazione sull’efficienza energetica “Italia in Classe A”, promossa e finanziata dal ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica (Mase) e attuata da Enea, ed è stato sviluppato con il supporto tecnico della Rete nazionale delle agenzie energetiche locali (Renael) e la collaborazione della Conferenza episcopale italiana (Cei).All’evento hanno partecipato, tra gli altri, il ministro dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, Gilberto Pichetto Fratin, il presidente Renael, Piergabriele Andreoli, l’economo della Cei don Claudio Francesconi e, per Enea, il direttore generale Giorgio Graditi e la direttrice del dipartimento Efficienza energetica Ilaria Bertini.
34 edifici ecclesiastici sotto la lente di ingrandimento Nella prima fase del progetto sono stati analizzati 34 edifici fra scuole, laboratori, oratori, centri congresso, edifici residenziali, asili e piscine, per una superficie totale di 67.100 mq, mentre la superficie totale riscaldata è di 57.100 mq. L’analisi ha evidenziato che il 79 per cento degli edifici è riscaldato con caldaie a gas naturale. I consumi energetici complessivi corrispondono a 4.100 mwh l’anno, equivalenti al consumo di energia elettrica di circa 1.520 famiglie. Grazie al ruolo della Cei, sia come driver strategico che come soggetto in grado di svolgere azioni di osservazione e indirizzo culturale verso tutte le parrocchie italiane, il pro getto si propone di coinvolgere nel prossimo futuro centri ecclesiastici dislocati su tutto il territorio nazionale.
La Chiesa attenta alle politiche ambientali
«Quella dello sviluppo sostenibile, dell’attenzione agli stili di vita e alla conversione ecologica — ha affermato don Claudio Francesconi — è una strada che la Chiesa in Italia ha intrapreso con decisione e consapevolezza, a partire dalle indicazioni emerse dalla Settimana Sociale di Taranto e con la costituzione del Tavolo tecnico sulle comunità energetiche rinnovabili della segreteria generale. Rispondendo alle sollecitazioni contenute nella Laudato si’ e agli appelli di Papa Francesco sul debito ecologico — ha aggiunto — abbiamo avviato un processo, a livello nazionale e territoriale, che è ormai irreversibile e indispensabile per le comunità: non ci si può pensare se non insieme e non si può ragionare considerando solo il presente e il contingente. Il nostro sguardo deve essere rivolto alle prossime generazioni, verso le quali abbiamo un’enorme responsabilità.
Verso un’ecologia integrale
Questo nuovo progetto — ha proseguito don Claudio — è un ulteriore passo nell’orizzonte dell’ecologia integrale, della solidarietà, della cura della Casa comune e di tutte le persone che la abitano, a prescindere dalla latitudine». Dalle diagnosi energetiche effettuate sulle strutture è emerso che le principali esigenze di riqualificazione riguardano: isolamento termico dell’involucro edilizio (71 per cento), sostituzione generatore di calore (47 per cento), riqualificazione del sistema di illuminazione (56 per cento), pannelli solari termici per l’acqua calda sanitaria (24 per cento), installazione di impianti fotovoltaici (74 per cento). «Il progetto “Energie per la Casa Comune” — ha ricordato il ministro Pichetto Fratin — è un esempio virtuoso di collaborazione tra istituzioni per il perseguimento di un obiettivo di interesse collettivo che guarda ai valori della solidarietà, della coesione e del bene comune. Ringrazio per questo Enea, Renael, Cei e tutti coloro che hanno partecipato a questa iniziativa, ricordando che questi stessi attori sono preziosissimi partner del ministero nella diffusione delle Comunità energetiche rinnovabili. Nella ricerca di equilibrio tra etica e tecnologia, tra progresso e rispetto per la tradizione — ha concluso il ministro — questo progetto è un esempio di buone pratiche da seguire e diffondere, un messaggio di speranza e una chiamata all’azione per il bene del nostro ambiente che condividiamo e dobbiamo custodire come la nostra Casa Comune».
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