Il Green Deal è quasi morto. Ecco come cambia la visione dell’Europa per l’agricoltura



Sarà un’Europa agricola con meno regole rigide, maggiore flessibilità e semplificazione per le imprese, più capacità di azione diretta e, all’occorrenza, sartoriale nei confronti dei problemi dei singoli comparti. La nuova visione dell’agricoltura e dell’alimentazione europea (Vision for agriculture and food) presentata a Bruxelles dai commissari Christophe Hansen (Agricoltura) e Raffaele Fitto (vice presidente esecutivo) rappresenta un’inversione di rotta rispetto a quella della precedente legislatura (sempre a guida Ursula von der Leyen), fa sue molte delle preoccupazioni e richieste delle associazioni di categoria e dei movimenti degli agricoltori, inserisce un po’ di Italia e Francia (coi concetti di sovranità alimentare) ma soprattutto si orienta verso un affievolimento degli stringenti obiettivi del Green Deal (firmato Timmermans), che in questi anni hanno messo a dura prova la competitività delle imprese agricole e agroalimentari, in un triennio a dir poco tempestoso per l’economia globale. Le immagini delle proteste dei trattori dello scorso anno sono ancora ben impresse nei ricordi dei politici europei.

Approcci territoriali e soluzioni mirate

Fitto e Hansen hanno parlato di «roadmap ambiziosa», hanno evitato di parlare di fondi perché si dovrà attendere il bilancio dell’Ue in primavera, hanno spiegato che la nuova Pac favorirà gli incentivi e non la condizionalità, sarà più «semplice e mirata», con sostegni diretti a chi si impegna a produrre attivamente nel settore alimentare, con particolare attenzione ai giovani e a chi coltiva in aree sottoposte a vincoli naturali. Il cambio di approccio lo ha sintetizzato bene il commissario Fitto: «Proporremo soluzioni semplici e innovative su misura, con approcci territoriali, perché ci vogliono soluzioni mirate e non strategie universali».

 

Raffaele Fitto (foto Claudio Centonze, Ec audiovisual service)

Mentre l’argomento vino, come ha spiegato lo stesso commissario Hansen, sarà trattato in un capitolo a parte, grazie a un pacchetto di misure che la Commissione europea sta mettendo in piedi. La filiera vitivinicola, in particolare, attende per i prossimi mesi di capire quali saranno i punti principali che saranno inseriti nel piano, in base alle indicazioni elaborate a dicembre scorso dal Gruppo di alto livello dell’Ue.

Più attenzione ai giovani agricoltori

Sono quattro le aree di intervento individuate nelle linee guida della Commissione Ue contenute nella “Vision”. La prima preoccupazione è rendere l’agricoltura un «settore attraente», con una stabilità tale da incoraggiare i giovani a fare agricoltura. Ecco perché il documento parla di «redditi equi» e «sostegno pubblico più mirato». Giovani che, secondo Bruxelles, vanno supportati per poter beneficiare dell’innovazione e dei nuovi modelli aziendali, sfruttando come reddito complementare anche i crediti di carbonio e natura. L’impegno dei commissari, in questo punto, va incontro a una delle più sentite rivendicazioni delle proteste degli agricoltori e dei trattori: «Garantire che gli agricoltori non siano costretti a vendere sistematicamente i loro prodotti al di sotto dei costi di produzione e adottare misure concrete, anche attraverso la revisione della direttiva sulle pratiche commerciali sleali».

Sovranità alimentare e commercio

Competitività e resilienza sono gli obiettivi della nuova visione agricola europea. Priorità, per Bruxelles, a sicurezza alimentare e sovranità con accordi commerciali (a partire dal Mercosur in un periodo in cui Trump è pronto a nuovi dazi contro l’Ue) che saranno «utilizzati al massimo, tutelando al contempo gli interessi degli agricoltori europei». Il piano prevede un «maggiore allineamento degli standard di produzione per i prodotti importati (altra richiesta degli agricoltori, ndr), per garantire che gli ambiziosi standard dell’Ue non comportino uno svantaggio competitivo». Nel 2025, la Commissione ha annunciato misure per rendere più coerenti gli standard sui pesticidi pericolosi e vietati nell’Unione europea e il benessere degli animali. I controlli degli standard di sicurezza alimentare restano una «priorità non negoziabile. La Commissione – si legge nel documento – rafforzerà la sua attenzione sul bestiame per promuovere il futuro a lungo termine del settore».

Agricoltura fondamentale contro il climate change

La Commissione Ue ribadisce il ruolo dell’agricoltura nella transizione verso un’economia a basse emissioni di carbonio. Nel documento sulla “Vision” si parla di necessità di conciliare l’azione per il clima con la sicurezza alimentare, con gli agricoltori che dovrebbero essere premiati per l’adozione di pratiche rispettose della natura. E, soprattutto, prima di vietare l’uso di altri pesticidi in uso agli agricoltori, la Commissione farà approfondite valutazioni, semplificando allo stesso tempo l’accesso ai biopesticidi. L’adozione di un sistema di benchmarking volontariobussola della sostenibilità») potrebbe aiutare le imprese a misurare e migliorare le performance. Attenzione, infine, sarà data a creare una «strategia di resilienza idrica» per affrontare l’urgenza di efficientare l’uso dell’acqua.

Il lavoro e le zone rurali

Quarta area di intervento è dedicata alle condizioni di vita e lavoro nelle aree rurali. La Commissione Ue ha annunciato un «piano d’azione rurale aggiornato» per sostenere la vitalità dei territori, la funzionalità e il legame col patrimonio culturale e naturale. Annualmente, consumatori, agricoltori, industria e autorità pubbliche saranno coinvolti in un confronto per trovare soluzioni sui temi dell’accessibilità economica e dell’innovazione alimentare. Mentre i temi della riduzione degli sprechi e delle preoccupazioni della società per il benessere degli animali saranno argomenti che Bruxelles affronterà in futuro.

La soddisfazione di Lollobrigida

«C’è molta Italia nel piano europeo», ha dichiarato il ministro dell’Agricoltura, Francesco Lollobrigida, ricordando le battaglie italiane: semplificazione delle norme per ridurre la burocrazia, riduzione degli oneri per gli agricoltori, contrasto delle pratiche sleali, principio di reciprocità, standard più severi sui pesticidi e sicurezza alimentare negli scambi coi Paesi terzi. «Si tratta di un vero e proprio cambio di rotta, netto e radicale, rispetto alle strategie degli ultimi cinque anni – continua il Ministro – che rincorrevano visioni ideologiche che appiattivano il Green Deal su una presunta tutela dell’ambiente, tutta a carico del sistema produttivo, con gravi criticità, soprattutto nel mondo agricolo»

Per i sindacati viene meno l’approccio punitivo verso gli agricoltori

Anche  sindacati italiani rilevano l’abbandono delle posizioni ideologiche del Green Deal. Confagricoltura, con Massimiliano Giansanti, plaude al «cambio di passo nei confronti dell’agricoltura: il settore primario e la figura dell’agricoltore sono al centro di una nuova visione lontana dalle ideologie». Per Coldiretti, la visione dell’agricoltura europea non appare più condizionata dall’ideologia «ma occorre garantire l’autonomia del bilancio della Pac se vogliamo davvero salvaguardare il futuro della produzione alimentare nell’Unione». Fedagripesca Confcooperative evidenzia la «parziale discontinuità» con gli orientamenti della precedente legislatura: «Gli agricoltori non sono più considerati nemici dell’ambiente e c’è un approccio meno punitivo». Secondo la Cia-Agricoltori Italiani, il documento presentato da Fitto e Hansen contiene la risposta alle richieste, avanzate da tempo all’Europa, rispetto a Pac e semplificazione, reddito equo e sostenibilità, lotta alle fitopatie e gestione del rischio, reciprocità e trasparenza, ma anche rilancio delle aree interne, ricambio generazionale e la previsione di una strategia di resilienza idrica.



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