Consumo di suolo, presidente Tar Veneto: troppe deroghe nella legge regionale

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Leonardo Pasanisi, il presidente del Tar del Veneto, il tribunale amministrativo regionale, nella sua relazione per l’inaugurazione dell’anno giudiziario 2025, il 13 febbraio a Venezia, ha toccato a lungo il tema del consumo di suolo, non risparmiando una critica alla legge regionale del Veneto del 2017 che avrebbe dovuto fermare il fenomeno, senza però riuscirci. Proprio in questo periodo la maggioranza in Regione sta portando avanti l’iter per approvare una nuova legge sul tema, che viene duramente criticata dalle opposizioni.

Pasanisi parte dall’assunto che «la materia che in termini percentuali ha la maggiore incidenza sul carico di lavoro complessivo di questo Tribunale (in linea del resto con la media nazionale), è quella dell’urbanistica e dell’edilizia», materia che «esige una particolare attenzione da parte delle amministrazioni pubbliche istituzionalmente preposte alla vigilanza ed alla tutela del territorio, nell’interesse delle generazioni attuali e di quelle future».

Anche nella relazione del 2024, quando si era da poco insediato a Venezia, aveva affrontato la questione con decisione. La relazione del 2025 si può leggere integralmente qui.

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Norma all’avanguardia o inefficace?

Il presidente del Tar afferma che la Regione Veneto «ha giocato d’anticipo rispetto alle altre Regioni d’Italia e rispetto allo stesso Stato italiano», essendo «una delle prime Regioni d’Italia, se non la prima in assoluto, ad affrontare tali questioni», con la legge regionale 14 del 6 giugno 2017, che tra le altre cose pone «l’obiettivo di azzeramento totale del consumo di suolo entro il 2050».

Poi arriva la stoccata di Pasanisi: «In realtà, bisogna anche dire che la L.R. n. 14/2017 prevede non poche deroghe al divieto di consumo di nuovo suolo, che ne compromettono le finalità complessive e che quindi andrebbero forse eliminate o ampiamente delimitate (come per gli interventi di edilizia produttiva di cui all’art. 12, p. 1, lett. d), L.R. n. 55/2012)».

La legge regionale sul consumo di suolo, in sostanza, sarebbe depotenziata dalle stesse deroghe che prevede, deroghe che fanno sì che, come denunciato da tempo dalle associazioni ambientaliste, il consumo di suolo in Veneto sia aumentato, anziché diminuito, dopo l’entrata in vigore della legge.

Il cambiamento climatico e i dati dell’Ispra

«Oggi non c’è più territorio da consumare, ma da rigenerare. L’uso smodato del territorio dal dopoguerra ad oggi ha esaurito le nostre possibilità di espansione urbanistica» si legge ancora nella relazione del presidente del Tar del Veneto, che aggiunge un significativo passaggio sul climate change: «Il cambiamento climatico, in gran parte antropogenico, in quanto causato dall’uomo, ha fatto il resto».

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La relazione di Leonardo Pasanisi contiene poi un riferimento ai dati impietosi sulla cementificazione che in questa regione procede senza sosta: «Purtroppo, in Veneto (e in tutta Italia) il consumo di suolo non soltanto non si è fermato, ma continua a crescere incessantemente.
Come risulta dagli ultimi dati I.S.P.R.A. (Istituto Superiore per la Protezione e Ricerca Ambientale) il consumo di suolo è arrivato in Veneto alla fine del 2023 ad interessare l’11,86% del territorio regionale (superiore alla media nazionale, che è del 7,16%), con un incremento nel solo anno 2023, in termini di suolo netto, di 891 ettari. In questa speciale classifica per Regioni, il Veneto è al secondo posto assoluto in Italia, immediatamente dietro la Lombardia, che vede un consumo di suolo al 2023 pari al 12,19%».

La battaglia sulla nuova legge “Veneto Territorio Sostenibile

Il tema è caldo e le opposizioni in consiglio regionale hanno ripreso il discorso del presidente del Tar del Veneto per rafforzare le loro critiche al nuovo disegno di legge che la maggioranza vuole proporre sul tema.

Per il consigliere regionale del Partito democratico Jonatan Montanariello, vicepresidente della commissione consiliare ambiente e urbanistica, il trend negativo del consumo suolo «trae origine paradossalmente da quando la legge che dovrebbe limitare il consumo è stata approvata. Questo perché sono troppe le deroghe previste dall’articolo 12 di questa normativa regionale. Cosa che da anni diciamo rinnovando la nostra richiesta di revisione della legge e di quella che contiene le norme per il governo del territorio e in materia di paesaggio». Montanariello conclude: «La presa di posizione netta del presidente del TAR diventi ulteriore leva per arrivare a queste modifiche di importanza fondamentale per la salvaguardia ambientale del Veneto».

Dalle fila della maggioranza di centrodestra interviene invece in difesa della legge regionale la consigliera Silvia Rizzotto del gruppo Lega – Liga Veneta, che presiede la Seconda Commissione che si occupa di ambiente e urbanistica: «Il testo unico del VTS, ovvero di Veneto Territorio Sostenibile, va esattamente nella direzione auspicata dal TAR. Lo scorso anno, infatti, in Seconda Commissione, abbiamo lavorato molte ore per arrivare ad un provvedimento legislativo che semplificasse le norme di settore, così da favorire un migliore coordinamento tra cittadino ed istituzioni, riducendo i margini di interpretazione e favorendo una conciliazione a discapito dei contenziosi».

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Per Elena Ostanel, consigliera del gruppo Il Veneto che vogliamo, «il consumo di suolo zero era previsto solo negli intenti della legge, mentre le misure concrete in questi anni hanno permesso il consumo di nuovo terreno in maniera quasi indiscriminata, come per esempio è successo con il proliferare dei poli logistici sul territorio. Ora, a quasi sette anni dalla legge sul consumo di suolo, la maggioranza sta portando avanti il nuovo testo unico Veneto Territorio Sostenibile, che però perde completamente l’occasione di invertire la rotta sul tema e non agisce su quelle che sono veramente le cause del consumo di suolo». «La maggioranza – conclude Ostanel – ha avuto quattro anni per fare una riforma seria e capace di invertire la tendenza in atto, ma evidentemente non c’è alcuna volontà politica di farlo».

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«Facciamo nostro il monito dei giudici del TAR di Venezia e ci opporremo ad altro cemento colato dall’alto – affermano infine i consiglieri di Europa Verde Renzo Masolo e Andrea Zanoni – Per questo, ben consapevoli degli effetti catastrofici di alcuni provvedimenti regionali, in Consiglio regionale daremo battaglia sul Pdl n. 244, ricorrendo al cosiddetto “jolly”, per evitare il contingentamento degli interventi in aula, e presentando emendamenti a “secchiate”. Perché evidentemente questa maggioranza necessita di qualche “bella secchiata” rinfrescante su quali rischi comporti l’eccessivo consumo di suolo in tempi di mutamenti climatici».



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