UOMINI E TOPI. LA MUSICA DI MOUSELAND | A Proposito di Jazz

Effettua la tua ricerca

More results...

Generic selectors
Exact matches only
Search in title
Search in content
Post Type Selectors
Filter by Categories
#finsubito

Microcredito

per le aziende

 


Tempo di lettura stimato: 3 minuti

Topo Gigio è tornato di moda, un pupazzo fra gli odierni robottini! L’esibizione al Festival di Sanremo, nella serata delle cover, con Lucio Corsi, poi salito sul podio dei vincitori come secondo classificato, ha rappresentato un suo rientro alla grande. La scelta della simpatica “creatura”, i cui esordi in tv risalgono al ’59/’60  quando fu “doppiato” da Domenico Modugno, si è rivelata azzeccata a livello comunicativo nel caratterizzare il personaggio suo partner di scena, una delle rivelazioni del festival. La cosa ha suggerito al nostro collaboratore Amedeo Furfaro un breve profilo del rapporto uomini-topi nel mondo della musica. Ne è sortito un resoconto che trae “animazione” dall’Età del jazz e che, in quasi cent’anni, ha visto ispirarsi al simpatico roditore musicisti di diversa estrazione e provenienza, a partire appunto dal jazz. La direzione.

Microcredito

per le aziende

 

In principio fu Mickey Mouse, il Topolino creato nel 1928 da Walt Disney, pianista nel cartone “The Jazz Fool” del 1929.  Era peraltro del 1927 la prima traccia di “Minnie The Moucher”, brano che Cab Calloway and Orchestra avrebbero lanciato nel 1931 con grande successo.  Ma che hanno di speciale questi domestici animaletti da stimolare così tanto la fantasia degli umani?  Dai topi ai topoi, nell’Italia fascista la FIAT costruiva nel 1936 la Topolino, simbolo di un’epoca successiva che Paolo Conte celebrerà nella sua “Topolino amaranto” del quarantasei. Ed è verso metà novecento che la scena si anima di nuovi “attori” come Speedy Gonzales, il velocissimo topo messicano creato nel 1953 per la serie Looney Tunes della Warner Bros. Casi della vita, nel 1958 esce il brano “Speedy Gonzales” interpretato da Peppino Di Capri! E di lì a poco un suo omonimo in una canzone, “Pepino Italian Mouse”, diventerà il roditore più famoso al mondo, seppure per un breve periodo. Nel 1962, infatti, gli autori Ray Allen e Wandra Merrell (mentre Pat Boone canta “Speedy Gonzales”)  affidano tale brano a Lou Monte, al secolo Luigi Scaglione, nato a Manhattan nel 1917 ma di origini calabresi – il padre era di Crotone  – crooner popolaresco dalla vocalità rauca impiegata per brani dal taglio scanzonato. Il testo è giocoso come il precedente “Lazy Mary”, remake di “Luna Miezz’o mare”, duetto fra una giovane moglie che si vuole maritare e “mammah” dialogo che in qualche modo richiama la canzone popolare calabrese “Tata ‘ca muoru”. Esecuzione, anche questa, con cadenza fra jankee ed “italiese” che la rende fruibile, nella sua misticanza bilingue, anche a platee che vanno oltre gli emigrati nostrani. Volendo trovare parentele di genere si potrebbe pensare a “Mambo italiano” od a “Thats Ammore” dell’”oriundo” Harry Warren ma qui c’è una componente folk molto più marcata pur senza scadere nei lavori di seconda serie. In comune c’è che il pathos costruito dalla “fabbrica della nostalgia”, quella primonovecentesca tragica di “Core Ngrato”, pare ormai superato. Si fa avanti la festa, l’ironia, lo scherzo. Di Pepito, topino umanoide che vive fra le mura domestiche, mangia formaggio e beve vino, ospite sgradito impossibile da scacciare, vengono effettuate vendite milionarie di dischi. Musica di stampo italico, nella considerazione generale, sulla scia degli hits da  record raggiunti da  “Nel Blu dipinto di blu” di Modugno e  “Quando quando quando” di Tony Renis, rispettivamente swing e samba ma campioni di italianità!  Rustica progenie di fans anche in Italia anche grazie all’incisione napoletanizzata di Aurelio Fierro, nel 1963, col titolo di “Peppino ‘O Suricillo”.  Purtroppo per Lou la spensieratezza si sarebbe spezzata a causa della morte del figlio ventunenne. La Lou Monte Jr. Foundation di Deer Park, New York, è l’organizzazione no-profit costituita per ricordarne la figura per desiderio dello stesso Lou Monte, venuto a mancare nel 1987.

Oggi il termine mouse è sinonimo di coda penzola del pc, addirittura Music Mouse è  il software  di musica algoritmica ideato dalla compositrice americana Laurie Spiegel. Cionondimeno resiste il significato nominale di piccolo mammifero della famiglia dei muridi,  privo di metafore e riferimenti tech. Che è poi anche quello immaginario dei tanti cittadini di  Mouseland ,   protagonisti dello show biz – Milly e Melody nipotine di Minnie, Jerry e il nipote Soldino, Hubie e Bertie, Minute Mouse, Timoteo, Remi, Gas Gas e Giac e Mary da Cenerentola, SuperTopo,  Bianca e Bernie, Mignolo e Prof, Mototopo, Mushmouse Didì, Pikachu, Stuart Little, Geronimo Stilton, Basil, Danger Mouse, Fichetto, Biker Mice, Bla Bla, Brisby, Piedelento,  Scheggia, Maisy, Rattigan, Ratmena, Pixie e Dixie, Maestro Splinter, Monterey Jack, Marty, Taticate (Pokemon),  Frego e Piglio, Mouse Gard, Topo Tipo, Despereaux, Celestine,  Hashimoto, Mike,  Angelina, Fievel –  compresi i minuscoli “eroi”  di tante canzoni per bambini comprese quelle del nostro  “Zecchino d’Oro” come  “Il topo con gli occhiali”, “Il topo Zorro”, “Un topolino un gatto e un grande papà”.

Con tutto il rispetto per  Topo Gigio da parte nostra rimaniamo legati al sorcino Groviera del film “Gli aristogatti” (1970) per diretta associazione di idee alla mouse music che più ci aggrada. Il refrain “Tutti quanti voglion fare il jazz” segna l’ideale trait d’union con il Calloway immortalato dal film “The Blues Brothers”, di John Landis, nel 1980, dunque circa mezzo secolo dopo la prima “Minnie The Moucher”, ad intonare ironici scat cantando di una topolina antropomorfa e scroccona, pimpante come l’America della Jazz Age, ridente come questa breve storia di uomini e topi.

Amedeo Furfaro

Articoli scelti per te:

Ti è piaciuto l’articolo? Lascia un commento!

Commenti

commenti

Richiedi prestito online

Procedura celere

 





Source link

***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****

Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link

Source link