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ANCONA – «E’ giusto che i marchigiani paghino i debiti della sanità calabrese? Sembra impossibile e invece è ciò che sta avvenendo alle spalle dei cittadini, che continuano a pagare le tasse per l’assistenza sanitaria».
E’ la domanda che si pone la consigliera regionale Micaela Vitri, da noi raggiunta telefonicamente in mattina, alla luce di una interrogazione regionale inviata al presidente della Regione Marche sull’ennesimo famigerato caso che riguarda la sanità in Calabria e che coinvolge i famigerati “furbetti della sanità calabrese”.
Si tratta dell’ennesimo buco nero nei conti della sanità con scarico di debiti, da parte dei calabresi, ai marchigiani. Come dire: ci facciamo conoscere sempre, in negativo, nonostante le tante rilevanti qualità umane e professionali possedute da moltissimi conterranei emigrati al Nord o all’Estero, che portano alto il nome della Calabria, e nonostante le tantissime bellezze di questa terra.
«Com’è noto infatti l’INRCA è un istituto di ricerca specializzato in geriatria, un’eccellenza nell’organizzazione sanitaria marchigiana e nazionale», dichiara la consigliera regionale Micaela Vitri.
La sede legale è ad Ancona e le sedi periferiche si trovano in Lombardia e in Calabria rispettivamente a Casatenovo e Cosenza.
«Purtroppo ho verificato – continua Vitri – che il sezionale di Cosenza sta registrando l’ennesimo buco nero nei conti della sanità e rischia di coinvolgere anche la nostra regione, sede centrale dell’Istituto.
La sede di Cosenza da anni infatti registra un debito crescente come risulta dagli esercizi annuali. Era già stata chiusa nel 2018 una partita debitoria degli esercizi 2013-2018 con un accordo transattivo tra la Regione Marche e la Calabria, che aveva ripianato il debito.
Dal 2019 al 2021 però la situazione calabra è ulteriormente peggiorata ed è maturato un ulteriore debito di 9.276.533,12 euro, di cui Ancona aveva chiesto il ripiano.
A questo va aggiunto lo scostamento del 2022 certificato di 4.286.047,24 euro.
Ma i debiti non sono finiti qui. Il 31 maggio 2024 con la Determina del Direttore Generale dell’INRCA di Ancona n. 197 “Adozione Bilancio d’esercizio 2023” viene riportato al punto 2. quanto segue: “di dare atto che il Bilancio dell’esercizio si è chiuso con un risultato di – 3.985.525,19 euro e che lo stesso ha origine e provenienza interamente dal sezionale relativo al Presidio di Cosenza, evidenziando che la Regione di riferimento ha adottato un decreto di assegnazione definitivo 2023 calcolato sui valori di produzione 2022, e non sui reali valori di produzione 2023, e che interviene solo successivamente alla chiusura degli esercizi amministrativi con specifici decreti di ripiano.”
Aggiungo – prosegue Vitri – che fino al 2022 l’INRCA di Cosenza era inserita nella Gestione Sanitaria Accentrata (GSA) della Regione Calabria, che è uno specifico centro di responsabilità richiesto dal D.Lgs. 118/2011 a quelle Regioni che esercitano la scelta di gestire direttamente presso la Regione una quota del finanziamento del proprio servizio sanitario e che ha portato in passato la Regine Calabria a ripianare i debiti.
Situazione poi modificata con i Decreti del Commissario ad Acta (DCA) della Regione Calabria con cui ha escluso dal perimetro dell’area di consolidamento il Presidio Ospedaliero di Cosenza dell’INRCA, rendendo incerti e/o improbabili i ripiani delle perdite del 2022, 2023 e del 2024».
Ecco, l’auspicio è che la politica e le istituzioni calabresi possano distinguersi non per furbizia, ma per serietà e onesta, intervenendo celerermente, facendosi carico di questo “buco nero”.
«Pongo l’attenzione su questa situazione – prosegue Vitri – perché facendo due calcoli ad oggi il debito maturato dal Presidio INRCA di Cosenza ammonta a 17.548.106,55 (9.276.534,12 euro per il triennio 2019 – 2021, 4.286.047,24 euro per il 2022 e 3.985.525,19 per il 2023).
Cosa può comportare per la nostra regione e per i cittadini marchigiani la chiusura in negativo del bilancio dell’INRCA? Se e quando verrà ripianato il debito?
Vigileremo perché lo stato di “salute” di questa struttura sanitaria è fondamentale per il nostro territorio”.
Chiedo quindi – conclude Vitri – al Presidente Acquaroli un confronto urgente con il suo collega della Regione Calabria, appartenente tra l’altro allo stesso colore politico, affinché non siano i marchigiani a pagare il debito della sanità calabrese».
SCARICA L’INTERROGAZIONE DI MICAELA VITRI E ASCOLTA LA VIDEOINTERVISTA
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