Il presidente della Regione del Veneto, Luca Zaia, ha voluto commentare pubblicamente la presa di posizione di Coldiretti Padova, espressa a mezzo stampa, nella quale non si escludono azioni significative di protesta contro l’eventualità che si concretizzi l’ipotesi dell’Unione europea di accompagnare il vino con avvisi del tipo «Nuoce gravemente alla salute». In merito, il governatore Zaia ha dichiarato: «Leggo che i viticoltori sono pronti alla protesta perché l’Ue non demorde dall’intenzione di etichettare il vino con indicazioni di danni alla salute. Ancora una volta, come contro gli Ogm o i cibi “Frankestein” realizzati in laboratorio, dal mondo dell’agricoltura viene un messaggio di forte difesa identitaria. L’abuso di alcol non fa bene, – ha ammesso Zaia – è incontrovertibile. Ma certe etichette spauracchio non rispecchiano la cultura enologica e sono un vulnus a quei simboli d’identità che sono i nostri prodotti perché, per tante comunità come il Veneto, in ballo c’è il valore sociale della viticoltura e dell’agricoltura più in generale».
Un’idea in linea con quanto evidenziato anche dal veronese Alberto Bozza, attuale consigliere regionale di Forza Italia in Veneto: «Regione, associazioni di categoria, portatori d’interesse, produttori – ha esortato Bozza – devono fare sistema contro l’ipotesi avanzata dalla Commissione europea di introdurre nuove etichette allarmistiche e nuove accise sul vino, una misura inaccettabile che penalizza ingiustamente un settore strategico per il Veneto». Proprio Bozza da tempo in Regione si sta muovendo per tutelare gli interessi del made in Italy e delle Dop, Igp, Docg, Doc e Itg del vino: «Il Veneto – ha ricordato il consigliere regionale di Forza Italia – produce il 30% del vino italiano Dop/Igp, e rappresenta il 35% dell’export con 1.850 aziende. Capiamo bene come sia importante per la nostra regione tutelare il proprio sistema vitivinicolo, sia proibendo qualsiasi diktat sulle etichette allarmistiche, sia vietando i processi di dealcolazione sulle denominazioni. Se di avvisi sulle etichette vogliamo parlare, si mettano proprio sui vini dealcolati per specificarli e non confondere i consumatori».
Dal canto suo, il governatore Luca Zaia si è schierato apertamente dal lato dei produttori: «Faccio mia la preoccupazione dei viticoltori – ha rimarcato il presidente del Veneto – non tanto per un motivo economico che, comunque, non è secondario nella regione che è prima in Italia per produzione di vino, con oltre 11 milioni di ettolitri, e che copre più del 35% dell’export nazionale. Siamo davanti a una presa di posizione ideologica – ha sottolineato Zaia – che non tiene conto della nostra storia e che ancora una volta rischia di fare percepire un’Europa forte con i deboli e viceversa. Se passa la filosofia di una simile etichettatura, infatti, si finirà col togliere identità e tipicità alle produzioni locali, favorendo la consegna dell’agricoltura e dei territori alle grandi multinazionali».
Tutto questo, sempre secondo il parere del presidente del Veneto, significherebbe «danneggiare irrimediabilmente una realtà sociale e culturale, formatasi sul lavoro e il sacrificio di generazioni, che solo per l’Italia si riassume in oltre 4.500 prodotti tipici delle nostre campagne». Lo stesso Zaia ha quindi voluto sintetizzare così la propria posizione: «Il contrasto ai danni causati dall’abuso di alcol è una partita che non si gioca travolgendo con l’allarmismo il consumo responsabile di un prodotto di qualità». Un pensiero che parrebbe essere pienamente condiviso anche dal veronese Alberto Bozza, il quale non ha mancato di criticare quella che reputa una forma di «demonizzazione ideologica del vino», avanzando al contrario un’ipotesi alternativa: «Si dovrebbe pensare a campagne promozionali sul consumo responsabile», ha proposto il consigliere regionale di Forza Italia che poi ha ribadito: «È miope vietare ciò che è prodotto di eccellenza, portatore di storia e cultura». Da ultimo, lo stesso consigliere regionale forzista Alberto Bozza ha annunciato che, su questo tema, «con l’europarlamentare Flavio Tosi organizzeremo momenti di confronto a Bruxelles tra le istituzioni europee e i rappresentanti dei nostri produttori».
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