Legambiente all’Ud’A sul futuro dell’energia in Italia

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Legambiente all’Università d’Annunzio di Pescara per parlare del futuro delle energie rinnovabili e individuare strategie per il futuro

Per Legambiente la competitività del Paese si realizza su economia circolare, green jobs e rivoluzione energetica. L’associazione porta in Abruzzo la “Bussola per la competitività” dell’economia italiana con il presidente nazionale Stefano Ciafani, a Pescara per parlare de “Il futuro dell’energia in Italia” nella tavola rotonda “Parliamo sostenibile” che si è svolta questa mattina, mercoledì 19 febbraio 2025, all’Università Gabriele d’Annunzio di Pescara.

Pubblichiamo di seguito il comunicato stampa diffuso da Legambiente.

Anche in Abruzzo le energie rinnovabili sono strategiche per lo sviluppo e l’economia del
territorio: la Regione approvi una norma sulle aree idonee per garantire gli investimenti
migliori e si faccia garante di una giusta partecipazione territoriale. La strada per la competitività del Paese e della nostra regione passa attraverso innovazione, energie rinnovabili e formazione di nuove competenze per i green jobs: questa per
Legambiente la ricetta vincente per accelerare in Italia la transizione ecologica e consolidare sviluppo territoriale ed economico. L’associazione ambientalista, che, in occasione della seconda edizione del Forum “L’Italia in cantiere”, che si è tenuto a Roma il 29 gennaio scorso, ha presentato la “Bussola per la competitività” dell’economia italiana, rilancia oggi il report in Abruzzo con il presidente nazionale Stefano Ciafani, proprio mentre Mario Draghi, parlando all’Eurocamera, ha ricordato che quanto affermato nel Rapporto sul futuro della competitività europea pubblicato a settembre, cinque mesi dopo è “ancora più urgente”. Nella bussola a firma Legambiente, definita partendo dalle condivisibili istanze della parte più avanzata dell’industria, e composta da 14 proposte riguardanti quattro aree di intervento – iter autorizzativi, energia, economia circolare e controlli ambientali –, centrale il ruolo delle energie rinnovabili. Mentre la grande spinta che la green economy oggi dà alla competitività italiana arriva proprio dal settore energetico incentrato sulle fonti pulite, con una produzione di elettricità da rinnovabili che nel 2024 ha raggiunto il record storico del 41,2% di copertura del fabbisogno annuale (dati Terna), tanti gli ostacoli non tecnologici che ancora oggi ingessano il nostro Paese. Tra questi, come ricordato anche durante il Forum, pesano le bollette esorbitanti causate dall’eccessiva dipendenza energetica dall’estero e dalle speculazioni dei produttori di gas, gli iter troppo lenti delle autorizzazioni degli impianti a fonti rinnovabili, il problema irrisolto dei pareri delle Sovrintendenze e del Ministero della cultura, il DL agricoltura e il decreto aree idonee che, rispettivamente, vieta in modo indiscriminato il fotovoltaico a terra nelle aree agricole e delega totalmente le Regioni a individuare le aree idonee allo sviluppo delle rinnovabili, con le incertezze che stiamo riscontrando anche nella nostra normativa regionale.

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“Mentre il governo nazionale – dichiara Stefano Ciafani Presidente nazionale Legambiente – continua con le sue scelte miopi come il potenziamento dei gasdotti esistenti, i nuovi rigassificatori per moltiplicare le vie di ingresso del gas, o addirittura il ritorno al nucleare, sul territorio si sta giocando una partita importante sullo sviluppo delle rinnovabili che troppe istituzioni stanno giocando in modo difensivo. Chiediamo alla Regione Abruzzo di non replicare il pessimo modello della Sardegna che con la legge regionale sulle aree idonee ha vietato la realizzazione degli impianti a fonti pulite sul 99% del territorio regionale, e ai Comuni abruzzesi di promuovere la rivoluzione energetica come uno strumento che permette di liberarci dagli speculatori del gas, di ridurre le bollette con i prezzi zonali che dal 2026 sostituiranno il prezzo unico nazionale, premiando i territori che producono elettricità dalle rinnovabili, e di approfittare l’onda crescente della nuova occupazione per permettere alle e ai giovani abruzzesi di poter scegliere se restare a lavorare nella loro regione di origine”.

“Anche in Abruzzo – ricorda Silvia Tauro, Presidente regionale di Legambiente – mentre si tengono sotto scacco interi territori con progetti come il gasdotto Linea Adriatica della Snam o l’estrazione di gas nel territorio di Bomba, o si minimizzano gli impatti delle tante infrastrutture per le energie fossili già presenti a terra e a mare, si continua a pregiudicare il futuro della regione con troppi no a priori a tutti quegli impianti di rinnovabili o di economia circolare che possono invece contribuire a ridefinire il futuro della nostra regione. Se vogliamo contrastare lo spopolamento dei nostri territori dobbiamo creare uno spazio in cui innovazione e nuove competenze, soprattutto green, possano svilupparsi e crescere, senza inutili pregiudizi e sterili contrapposizioni di interessi.”

Sono 14 le proposte di Legambiente per la competitività: in particolare per quanto riguarda gli
iter autorizzativi, secondo Legambiente occorre completare l’organico della Commissione PNRR – PNIEC del Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica e rafforzare il personale degli uffici regionali e comunali preposti alle autorizzazioni; sull’energia rinnovabile occorre rivedere il decreto sulle aree idonee, accorciare i tempi del regime transitorio per l’entrata in vigore del prezzo zonale al posto del PUN, prezzo unico nazionale, snellire gli iter autorizzativi dei progetti di repowering dei parchi eolici esistenti, estendere alle aree agricole all’interno dei Siti di interesse nazionale (SIN) e regionale (SIR) da bonificare la possibilità di realizzare impianti fotovoltaici a terra, rendere obbligatoria l’installazione di impianti fotovoltaici nei parcheggi di superficie superiore a 1.500 mq, garantire il completamento dei percorsi avviati con gli accordi tra GSE e i principali settori industriali energivori.

Per quanto riguarda l’economia circolare occorre monitorare e velocizzare gli iter di autorizzazione e realizzazione degli interventi previsti dal PNRR, sostenere lo sviluppo delle filiere e dei settori strategici nel panorama nazionale e internazionale, dal tessile alle materie prime critiche, dai rifiuti speciali ai RAEE, semplificare l’iter tortuoso di approvazione dei decreti End Of Waste (EOW), estendere l’obbligo di utilizzare i Criteri Ambientali Minimi (Green Public Procurement) agli affidamenti di qualsiasi tipologia di opere, beni e servizi da parte della Pubblica Amministrazione). Sui controlli ambientali va completata l’approvazione dei decreti attuativi della legge 132 del 2016 che ha istituito il Sistema nazionale di protezione ambientale per fermare la concorrenza sleale degli operatori che non rispettano le regole. Innovazione e nuove competenze sono al centro dei cosiddetti green jobs: secondo il rapporto Green Italy 2024 di Fondazione Symbola, Unioncamere e Centro Studi Tagliacarne, nel 2023 le figure professionali legate alla green economy rappresentavano il 13,4% degli occupati totali, pari a 3.163.400 unità, con una stima per il quinquennio 2024 – 2028 di oltre 2,4 milioni di lavoratori (quasi due terzi del fabbisogno totale del quinquennio) a cui verranno richieste competenze green con importanza almeno intermedia (in aumento di circa il 2% rispetto alla precedente rilevazione) e con importanza elevata a più di 1,5 milioni di unità (poco più del 40% del totale e +0,8% rispetto alle previsioni 2023-2027). In Abruzzo, secondo il rapporto, i lavoratori della green economy sono il 13% degli occupati, dato in assoluto non troppo distante dal 15% di Lombardia ed Emilia Romagna, ma rappresentano solo il 2% del totale nazionale. Dato centrale per il futuro della regione quello sulle assunzioni: con 41.400 unità, i green jobs incidono del 35% sul totale. Futuro e sostenibilità anche al centro della tavola rotonda “Parliamo sostenibile” a cui il presidente Ciafani è stato invitato a intervenire a Pescara. L’incontro, organizzato dall’Associazione PAS con Legambiente tramite il bando attività culturali e sociali finanziato dall’Università d’Annunzio, rientrante nella rassegna del progetto Università di strada – Scuola di politica, organizzata in collaborazione con Movimentazioni APS e finanziata dalla Fondazione Pescarabruzzo e il Ministero del Lavoro. L’incontro vedrà tra i relatori alcuni esperti di comunità energetiche come la società Engreen con Carlo Tacconelli, la giurista e consulente in ambito finanza agevolata e sostenibilità Dott.ssa Giulia Persico, la community Greencome con Ginevra Zolli e il contributo del Dipartimento di Architettura e del corso di Laurea Habitat Sostenibile con gli interventi del prof. Paolo Fusero, della prof.ssa Luciana Mastrolonardo e l’Arch. Lia Fedele.

“Noi giovani – ricorda Gianmarco Novelli, Associazione PAS – abbiamo il dovere di
partecipare attivamente al cambiamento e possiamo farlo soprattutto attraverso
l’informazione, attraverso tavoli di discussione come quello previsto per la giornata di oggi. “Parliamo Sostenibile”, seminario alla sua 3a edizione, ha l’obiettivo di avvicinare studenti e studentesse alle tematiche legate alla sostenibilità, attraverso la divulgazione di dati scientifici validi e la spiegazione delle cause e degli effetti di determinate scelte che sono state adottate e che ci hanno portato oggi a dover agire attivamente per salvaguardare il nostro presente e soprattutto il nostro futuro. La rivoluzione energetica con la sfida delle energie rinnovabili sono temi chiave nella lotta al cambiamento climatico, lotta resa ancora più dura dal contesto sociopolitico nel quale ci troviamo oggi.”



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