Milano, 18 febbraio 2025 – Broadcom Inc. ha annunciato oggi i risultati di una nuova ricerca sullo stato del sovereign cloud in Europa, condotta da Johan David Michels della Queen Mary University di Londra. Il report “Sovereign Cloud for Europe”, commissionato da Broadcom, esplora le crescenti opportunità per i fornitori di servizi cloud europei.
L’Unione Europea considera il sovereign cloud una scelta strategica per mantenere l’innovazione nel continente, sostenendo i cloud service provider europei per stimolare l’economia e garantire la competitività tecnologica globale. In questo scenario, la collaborazione tra gli attori diventa più importante che mai.
Il report analizza il dibattito sulla definizione di sovereign cloud, mettendo in luce come le diverse interpretazioni abbiano dato origine a una varietà di offerte sul mercato. Viene inoltre esplorato come i governi possano accedere o limitare l’accesso ai dati, esaminando quando terze parti possano ottenerli o condividerli senza il consenso dei proprietari.
Nonostante le definizioni divergenti, la ricerca evidenzia una domanda in costante crescita per le soluzioni di sovereign cloud. Le organizzazioni di tutta Europa, infatti, stanno cercando sempre più modi per proteggere i propri dati da potenziali accessi da parte di governi stranieri, in particolare quando si tratta di dati sensibili dal punto di vista geo-politico o della sicurezza nazionale, come nel caso delle agenzie di intelligence o del settore della difesa.
Attraverso interviste qualitative, la ricerca evidenzia come i fornitori di cloud europei vedano nella sovranità un’opportunità per differenziare i propri servizi rafforzare le proprie credenziali di sovereign cloud, puntando su maggiore trasparenza nella gestione e nell’accesso ai dati dei clienti.
Johan David Michels, ricercatore del Cloud Legal Project presso la Queen Mary University di Londra, sottolinea l’urgenza di definire chiaramente il concetto di sovranità pe le organizzazioni: “L’industria del cloud si trova di fronte a una sfida cruciale: sia i provider statunitensi che quelli europei dichiarano di offrire sovranità, ma l’incertezza legale rimane, soprattutto nei settori più regolamentati. Per guardare al futuro con fiducia, le organizzazioni devono sapere esattamente come i loro dati vengono protetti e chi può accedervi. È il momento che il settore e gli enti normativicollaborino per definire standard chiari sia per i fornitori di cloud sia per i clienti, garantendo la sovranità dei dati senza frenare l’innovazione.”
“La crescente domanda di sovereign cloud rappresenta un’opportunità unica per i Cloud Service Providers (CSP) europei”, aggiunge Martin Hosken, Field CTO, Cloud Partners di Broadcom. “Devono posizionarsi come partner di fiducia per le organizzazioni nel loro percorso verso il sovereign cloud. Questo significa aiutarle a valutare e classificare i dati in base alla sensibilità e ai requisiti normativi, in particolare per la conformità al GDPR. Inoltre, i CSP possono supportare i clienti nella gestione del complesso ecosistema dei servizi cloud, favorendo un modello operativo integrato e massimizzando l’interoperabilità tra diversi provider per evitare la frammentazione dei carichi di lavoro.”
Metodologia della ricerca: Broadcom ha commissionato a Johan David Michels della Queen Mary University di Londra una serie di interviste qualitative con 10 esperti sul tema del sovereign cloud. Le interviste si sono svolte tra settembre e novembre 2024 e hanno coinvolto esperti indipendenti e rappresentanti di provider europei e statunitensi. I partecipanti al sondaggio sono stati informati sugli obiettivi della ricerca e sul fatto che fosse finanziata dall’industria, ricevendo in anticipo un elenco degli argomenti trattati.
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