Gioia Tauro, il porto della cocaina: maxi sequestro di droga per 126 milioni di euro

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di Angelo Vitale





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Un ennesimo sequestro della Guardia di Finanza nel porto di Gioia Tauro colpisce il traffico di droga: 788 chili di cocaina purissima erano nascosti in tre container. Un’operazione che conferma lo scalo calabrese come nodo nevralgico delle rotte internazionali della cocaina, ogni volta scelto quale luogo di destinazione finale o scambio con altri Paesi nonostante la portata dei colpi inflitti dalle forze dell’ordine, la prova che è quotidiana la scelta di Gioia Tauro in questo business criminale.

Le Fiamme Gialle fanno sapere, in proposito, che l’intervento realizzato in collaborazione con il personale dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli rientra in un articolato piano d’azione che has messo al suo centro tutta l’area portuale gioiese con lo scopo di intercettare, tra le migliaia di container movimentati nella giornata, quelli utilizzati per nascondere lo stupefacente. Azioni che sono defatiganti se sviluppate solo con l’intervento degli uomini sul posto, considerata la scelta variegata dei nascondigli utilizzati, e che meriterebbero una più ampia strategia coinvolgendo i servizi di intelligence per infiltrare le bande che operano fuori e dentro il Paese.

Stavolta sono stati individuati tre container che provenivano dal Sud America e facevano scalo a Gioia Tauro transitando verso altri porti in Italia e in Spagna. I 788 chili di cocaina, tutti confezionati in panetti sigillati, erano nascosti tra centinaia di sacchi di pellet mentre altri erano stati accuratamente occultati all’interno di un’intercapedine ricavata nel vano motore di un container refrigerato che trasportava pesce surgelato: li hanno fatti scoprire solo gli scanner e le unità cinofile di ausilio ai militari. Se immessi nel mercato, avrebbe potuto fruttare fino a più di 126 milioni di euro.

A gennaio il precedente sequestro: 110 chilogrammi di cocaina in un container che trasportava rotoli di carta dal Nord America, per un valore di 20 milioni di euro. Alla fine di ottobre dell’anno scorso, 790 chilogrammi di cocaina in due container, panetti nascosti in spedizioni di succo di ananas e semi di sesamo, per un potenziale valore di mercato di 120 milioni di euro. Un anno fa, nello scalo calabrese, l’arresto di alcuni funzionari dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli che favorivano le ‘ndrine locali della ‘ndrangheta.


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