Frode sul gasolio agricolo, sequestro da 15 milioni: 13 indagati VIDEO

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Agrigento

I soggetti coinvolti sono accusati, a vario titolo, di associazione per delinquere, evasione dell’accisa sui prodotti energetici, irregolarità nella loro circolazione e illeciti tributari

di Sergio Randazzo

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La Guardia di Finanza ha eseguito un sequestro preventivo di dieci complessi aziendali e di beni e disponibilità finanziarie per un valore complessivo di oltre 15 milioni di euro. Il provvedimento riguarda 13 persone e nasce da un’ordinanza del GIP di Termini Imerese. L’operazione è stata condotta dal Comando Provinciale di Palermo, in collaborazione con il Gruppo Operativo Regionale Antifrode (GORA) e l’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli.

Le accuse agli indagati

I soggetti coinvolti sono accusati, a vario titolo, di associazione per delinquere, evasione dell’accisa sui prodotti energetici, irregolarità nella loro circolazione e illeciti tributari. Le indagini hanno rivelato l’esistenza di un’organizzazione criminale operante tra le province di Palermo, Agrigento e Catania, specializzata nella commercializzazione illecita di prodotti energetici a tassazione agevolata, in particolare gasolio agricolo.

La frode sul gasolio agricolo

Secondo la Guardia di Finanza, la frode avrebbe permesso di sottrarre oltre 11 milioni di litri di carburante al pagamento delle imposte. Il meccanismo fraudolento si basava sull’uso strumentale di operatori economici del settore, che attraverso documentazione falsa facevano risultare vendite di carburante a società fittizie o ignare dell’attività illecita.

Emissione di fatture false e vendita in nero

Dai controlli è emerso che diversi depositi commerciali di carburante avrebbero emesso fatture per operazioni inesistenti e predisposto documenti di accompagnamento fittizi, per simulare la vendita regolare di carburante. In realtà, il gasolio veniva ceduto in nero a soggetti privi dei requisiti per accedere all’aliquota agevolata.

Danni al fisco e concorrenza sleale

Questo sistema ha garantito agli illeciti acquirenti un vantaggio competitivo sleale, consentendo loro di praticare prezzi più bassi rispetto agli operatori onesti. L’evasione d’imposta generata dalla frode ammonta a oltre 15 milioni di euro, tra IVA, accise e imposte dirette.






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