Ecco il nuovo modello per la salvaguardia dell’apicoltura biologica in Italia

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Agricoltura

 


L’apicoltura biologica in Italia sta affrontando una sfida cruciale: da un lato, la crescente necessità di pratiche più sostenibili; dall’altro, le difficoltà strutturali del settore, tra cambiamenti climatici, perdita di pascoli melliferi e concorrenza sleale. È in questo contesto che nasce un’iniziativa nazionale volta a sostenere gli apicoltori e promuovere un modello produttivo rispettoso dell’ambiente e del benessere animale.

L’associazione, promossa da Miele in Cooperativa, si pone l’obiettivo di fornire strumenti concreti per accompagnare gli apicoltori nella transizione verso il biologico. Non solo assistenza tecnica e formazione, ma anche rappresentanza istituzionale, per garantire che il settore abbia una voce nei tavoli decisionali.

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La sfida della sostenibilità

La necessità di un’apicoltura più sostenibile si inserisce in un quadro più ampio di tutela della biodiversità. Uno degli aspetti centrali dell’iniziativa promossa dall’associazione Bio.Mic è la valorizzazione delle sottospecie di api autoctone, elemento fondamentale per preservare l’equilibrio ecologico e contrastare il rischio di ibridazione. Oltre a questo, l’associazione intende indirizzare gli operatori verso un percorso produttivo più sostenibile e remunerativo. La questione infatti non è solo ambientale, ma anche economica: sostenere gli apicoltori biologici significa rafforzare la competitività del miele italiano, facendo leva non solo sul prezzo, ma sulla qualità certificata e sui valori che il biologico rappresenta.

La rete dell’associazione copre gran parte del territorio nazionale, dal Piemonte alla Sardegna, con apicoltori professionisti impegnati a livello locale e nazionale. Un’infrastruttura che permette di affrontare le criticità del settore con un approccio concreto e mirato.

Oltre la produzione: il dialogo con i consumatori

Uno degli obiettivi chiave è favorire un cambiamento culturale: il miele biologico deve essere percepito non solo come un prodotto di nicchia, ma come una scelta consapevole per la tutela dell’ambiente e della salute.

I dati più recenti mostrano un calo dei consumi di miele, sia convenzionale (-12,7%) che biologico (-8,9%), mentre la produzione continua a risentire di fattori come l’uso di fitofarmaci, le importazioni a basso costo e il cambiamento climatico. In questo scenario, il rischio è che il valore del miele biologico venga percepito in modo marginale dai consumatori, nonostante le rigorose certificazioni e il minore impatto ambientale della produzione.

Attraverso iniziative di sensibilizzazione e informazione, si punta a creare un collegamento più forte tra produttori e consumatori, spiegando il reale valore di un’agricoltura senza pesticidi, di tecniche di allevamento più attente al benessere delle api e di un prodotto che rappresenta una sintesi tra tradizione e innovazione.

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Un percorso necessario

Nonostante le difficoltà, l’apicoltura biologica in Italia sta crescendo: nel 2020, secondo fonte Ismea, gli alveari certificati erano oltre 202 mila, con un incremento di 15 mila unità rispetto all’anno precedente. Tuttavia, i problemi strutturali del settore restano: la riduzione dei pascoli produttivi in seguito alla massiccia diffusione dell’agricoltura intensiva e di colture non mellifere, così come dell’urbanizzazione di aree rurali; l’incremento dei fenomeni di avvelenamento, acuto e latente (uso non professionale e/o abuso di fitofarmaci in agricoltura); l’aggressione di specie aliene, come la Vespa velutina al nord e la Aethina tumida al sud, e la recrudescenza di malattie della covata; i cambiamenti climatici; la pressione di un mercato globalizzato che privilegia spesso il prezzo rispetto alla qualità.

L’innovazione, la formazione e il supporto concreto agli apicoltori sono strumenti essenziali per far sì che il biologico diventi non solo un metodo di produzione, ma un modello di riferimento per l’intero comparto. Un passo necessario per garantire la sopravvivenza delle api, la qualità del miele italiano e il futuro stesso dell’apicoltura nel nostro Paese.



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