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Il numero uno di Via Nazionale all’ABI spiega il contenuto della lettera inviata a Bruxelles insieme ad altri governatori: “No a corse al ribasso con Trump, ma rivedere il carico normativo”
Semplificare, non deregolamentare. Perché proprio le regole hanno salvato le banche europee dopo la grande crisi finanziaria. È questo il messaggio centrale lanciato dal governatore di Bankitalia, Fabio Panetta, intervenuto al comitato esecutivo dell’ABI. Il numero uno di via Nazionale ha infatti riaffrontato i temi toccati nel corso del congresso Assiom-Forex, dalla debolezza dell’Area euro alla carenza del credito per le pmi, soffermandosi in particolare sul fatto che l’unica strada per vincere la sfida lanciata dalla deregulation di Donald Trump è quella di ridurre il carico normativo sul settore finanziario.
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La lettera a Bruxelles
Panetta ha rivelato di avere inviato una lettera alla Commissione europea, assieme ai sui omologhi di Francia, Spagna e Germania, “per suggerire che è il momento della semplificazione”. Che non significa, ha precisato, deregolamentazione o riduzione dei cap e dei ratios, ma “fare una valutazione complessiva per capire se non ci sia un eccesso di carico normativo” nel Vecchio Continente. Carico che dà luogo “a tutte le conseguenze e i problemi che voi conoscete molto bene”. “E questo deve riguardare la vigilanza microeconomica, quella macroeconomico potenziale, e tutti gli aspetti della normativa bancaria e finanziaria”, ha spiegato. Secondo il governatore italiano la ri-regolamentazione fatta negli ultimi quindici anni non va quindi affatto sprecata, tutt’altro: “Una corsa al ribasso non è auspicabile, si rischia di guastare il lavoro fatto dopo la crisi finanziaria”, ha messo in guardia. “Le banche in Europa sono libere di fare scelte perché hanno il capitale” proprio grazie alle norme sul rafforzamento, ha aggiunto. Nel breve periodo l’azione degli USA comporterà però un problema di svantaggio competitivo degli europei nei confronti dei concorrenti statunitensi. Ecco perché a differenza dal passato, quando si marciava nella stessa direzione e “un eccesso normativo non generava svantaggi competitivi”, c’è da cambiare approccio.
La lettera è stata inviata alla commissaria UE per i Servizi finanziari, Maria Luis Albuquerque. Nel testo, i quattro governatori sottolineano come “un sistema finanziario resistente è un prerequisito” obbligatorio, ricordando le norme varate dopo la crisi del 2007-2009 di requisiti più stringenti su capitale e liquidità che hanno permesso alle banche europee di affrontare gli stress degli anni successivi. La “priorità resta l’attuazione” di Basilea III in maniera uniforme a livello internazionale, scrivono. Ma, in parallelo, è necessario anche accertarsi “che la complessità delle norme europee non costituisca un ostacolo” a tali obiettivi. La stabilità finanziaria “richiede un quadro di regole chiaro, prevedibile e proporzionato”, si legge. Per questo occorre un’analisi ampia delle norme per verificare se queste non provochino effetti indesiderati, che sia condotta sotto “l’egida della Commissione” e che possa portare, nel caso, a “una proposta legislativa con misure di semplificazione concrete e realistiche”.
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Debolezza dell’Area euro più persistente del previsto
Quanto all’Eurozona, il governatore ha evidenziato che la debolezza dell’economia si sta rivelando “più persistente” di quanto ci si aspettasse e che “la ripresa trainata dai consumi non c’è stata”. Per Panetta, dopo “due trimestri di crescita nulla nell’Area e di tensioni nel settore manifatturiero, l’occupazione inizia a dare segnali di indebolimento”. Il numero uno della Banca d’Italia ha anche sintetizzato le indicazioni sull’inflazione date sabato scorso, nell’intervento al congresso degli operatori finanziari: “Il ritorno verso il 2% di stabilità dei prezzi è in atto, l’inflazione si sta riducendo, sono emersi rischi nuovi per l’energia” un comparto, ha ricordato, dove agiscono fattori di domanda e di offerta ma anche le scelte di un cartello di produttori. “I prezzi del petrolio e del gas sono aumentati da inizio anno e adesso scendono e tutto questo ci dice che nel cammino della politica monetaria bisogna stare un po’ attenti a questi rischi emergenti”, ha avvertito.
Attenzione alla carenza di credito alle PMPI
Infine, Panetta ha fatto sapere che Via Nazionale ha acceso i riflettori sui primi segnali che emergono “qua e là” di carenza di credito in Italia. Soprattutto per le PMI, anche se la principale ragione della “persistente” riduzione resta il calo della domanda da parte delle imprese. “Quando c’è una persistente, prolungata riduzione del credito dobbiamo essere più attenti anche se la questione è la debolezza della domanda, nulla di patologico”, ha precisato. Aggiungendo che tale flessione “riguarda in particolare le piccole imprese che in termini di occupazione sono importanti”. Tra i motivi della situazione, ovviamente c’è anche l’azione della BCE che negli ultimi anni “con operazioni di finanziamento mirato ha stimolato l’offerta di credito forse con qualche eccesso che va riassorbito”. “Quindi la contrazione del credito è meno anomala”, ha rassicurato.
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