Una task force per attrarre imprese e investimenti, nascerà all’Irfis e potrà contare sulla SuperZes – BlogSicilia

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Una task force regionale di “reclutatori” degli investimenti. Una sorta di comitato di esperti che avrà sede all’Irfis e dovrà lavorare per attrarre le grandi e medie imprese nazionali e internazionali per farle insediare in Sicilia o comunque portarle ad investire nell’isola. E non lo farà da una scrivania ma girando per il mondo a promuovere l’opportunità Sicilia. Fra gli strumenti che avrà a disposizione anche la SuperZes, una zona economia speciale rafforzata in alcune aree dell’isola dove, ai vantaggi della Zes unica, si aggiungeranno norme di ipersemplificazione.

Il primo provvedimento aspetta l’istituzione della Commissione, il secondo tornerà in discussione a breve dopo un rimo tentativo “abortito”. E’ l’idea di Sviluppo dell’assessore regionale all’economia Alessandro Dagnino che ha raccontato, ospite di TalkSicilia, i prossimi passi della crescita economica dell’isola. Dopo l’approvazione della finanziaria a dicembre, a breve in aula i collegati che non saranno leggi di spesa ma impianti normativi e poi, la prossima norma che riguarderà la spesa, fra giugno e luglio con le variazioni di bilancio. Ma Dagnino parla anche dei rapporti con la Corte dei Conti e lancia la sua ricetta per chiudere il contenzioso

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Verso l’azzeramento del disavanzo

Assessore la Sicilia si avvia all’azzeramento del disavanzo, cosa che il presidente della regiome ha sottolineato nella sua intervista di una settimana fa a Blog Sicilia. Come è stato possibile, dopo tanti anni riuscire a raggiungere questo risultato? C’è una convergenza di fattori non è soltanto un merito che potete attribuirvi

“Effettivamente è un risultato direi storico: abbiamo in un solo anno recuperato, parliamo del rendiconto relativo all’esercizio 2023 che è stato approvato nei mesi scorsi da parte dell’Assemblea regionale, in un solo esercizio nell’esercizio, circa 3 miliardi di euro di disavanzo. Il disavanzo fino a pochi anni fa era circa 7 miliardi di euro. Adesso, con il recupero al 2023 di questo grande importo il residuo da ripianare è valutabile, solntato in 950 milioni di euro. Con l’auspicio che già sul rendiconto 2024 che verrà approvato nel corso del 2025 potremmo avere azzerato del tutto il disavanzo e in questo caso il bilancio regionale passerebbe, come si suol dire, dal deficit al surplus”.

“Questo naturalmente consentirebbe di liberare risorse da destinare allo sviluppo. Vedete noi nell’impostazione nell’ambito del Governo Schifani abbiamo tutti condiviso un’impostazione che ci imprime il Presidente della Regione ma che è largamente condivisa da tutti è quella di portare avanti una politica espansiva di finanza pubblica. In questi anni non è stato fatto alcun aumento tributario. Il disavanzo lo si potrebbe recuperare aumentando le tasse, aumentando il carico fiscale a carico dei cittadini. Questo non è avvenuto. Abbiamo al contrario aumentato la spesa. Quindi politica espansiva vuol dire non aumentare le tasse ma aumentare la spesa pubblica con un contemporaneo contenimento e rigore nei conti pubblici”.

“Il miglioramento dei conti pubblici è un passaggio fondamentale perché una volta liberati i conti della Regione dai vincoli  avremo la possibilità di incrementare ancora di più la nostra manovra. Noi vediamo la spesa pubblica come una restituzione ai cittadini di ciò che è loro: le casse pubbliche sono alimentate dai tributi che vengono pagati dai cittadini, dalle imprese. Noi vogliamo restituirli ai cittadini e alle imprese in termini di spesa pubblica produttiva. La spesa pubblica è produttiva quando è destinata soprattutto agli investimenti, al sostegno delle imprese. La spesa per investimenti è quella che genera utilità nel corso di più esercizi

L’aumento degli occupati

“Non a caso c’è un aumento dell’occupazione nell’isola che nasce innanzitutto dal fatto che si stanno risolvendo gli annosi temi relativi ai bacini di precariato anche grazie alla maggiore capacità di spesa che abbiamo in questo momento, che è generata dalla registrazione di significativi aumenti delle entrate tributarie. Abbiamo avuto un forte aumento anche nel 2024, per esempio, dell’Ires, dell’imposta sul reddito della società. Parallelamente stiamo aumentando la spesa a favore delle imprese. E naturalmente questo genera anche un aumento dell’occupazione nel settore privato, che è naturalmente il settore su cui si deve puntare”.

“Poi abbiamo recentemente deliberato in Giunta regionale il nuovo piano che riguarda le assunzioni nella Regione. Attenzione, sfatiamo il mito del numero dei dipendenti regionali: erano oltre 22.000 qualche anno fa e si diceva che c’era troppo personale. Oggi i dipendenti regionali sono meno di 11.000. Il blocco del turnover ha generato anche notevoli risparmi ma naturalmente per alimentare la macchina regionale dobbiamo fare assunzioni e immettere nuove linfa. E lo faremo con un piano di quasi 1400 assunzioni in tre anni”.

La Zes unica e la SuperZes

Si è da poco celebrato il compleanno della Zes Unica , una scelta che spesso in sicilia è statab considerata errata. La Regione sta cercando di fare qualcosa. Già una volta ci si è provato, non è andato a buon fine. Si farà questa SuperZes?

“È l’intendimento del Governo regionale non porsi in contrasto con la scelta assunta dal Governo nazionale. È vero che le Zes territoriali, le due Zes, in particolare per quanto riguarda la nostra regione, sembravano produrre buoni frutti. È anche vero che l’avvio della Zes unica ha determinato un momento di rallentamento dei percorsi che erano stati avviati come connaturato a una scelta nuova che determina una modificazione di un assetto che si era già consolidato. Però la Zes unica sta andando avanti adesso e sta iniziando a produrre i suoi effetti. In Regione abbiamo l’idea di approfittare di una possibilità prevista dal decreto legge istitutivo della ZES unica, in particolare l’articolo 14 comma quattro di questo decreto legge, che consente alle Regioni di introdurre maggiori semplificazioni burocratiche. Quindi la super ZES non sarà una ZES potenziata nel territorio regionale dal punto di vista degli aiuti, dei crediti d’imposta. Sarà una Zes aumentata in relazione alle maggiori semplificazioni burocratiche. Si vuole dare quindi, in sostanza, a costo zero per le casse regionali, una maggiore flessibilità nei procedimenti amministrativi per le imprese che vorranno approfittare di questa opportunità. Naturalmente, a fronte della maggiore semplificazione, si è pensato di bilanciare la iper semplificazione che vorremmo imprimere della super Zes siciliana attraverso maggiori controlli di legalità. Quindi, l’idea è che questa super Zes, chiamiamola così, giornalisticamente, il disegno di legge la definisce aree a burocrazia semplificata e a legalità controllata, si applichi ad alcune limitate porzioni del territorio regionale”.

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La legge per la nascita della SuperZes

Il disegno di legge  è all’esame della Commissione di merito, quella delle Attività produttive. L’idea è che possa coincidere con l’ex area ASI o con le aree portuali, quindi con porzioni ben delimitate, non con l’intero territorio regionale, nell’ambito delle quali le imprese  stabilite potranno approfittare di maggiori semplificazioni burocratiche. Questa è l’idea del Governo”.

“La norma era stata presentata nella legge di stabilità ma si è poi ritenuto di stralciarla dal disegno di legge di stabilità, trattandosi in effetti di norma avente un prevalente contenuto ordinamentale piuttosto che un contenuto finanziario. Adesso è un disegno di legge autonomo, con un percorso che auspichiamo possa essere particolarmente celere essendoci un’ampia condivisione sia all’interno del Governo che della maggioranza e devo dire con un buon coinvolgimento anche dell’opposizione, trattandosi di una misura che non ha colore politico ma che può contribuire a migliorare ulteriormente il sistema delle imprese e le attività delle imprese in Sicilia”.

L’aggregazione di imprese

Intanto è stata approvata la finanziaria  e già lì ci sono interventi in questo senso

“Sì. è una legge di grande peso che vale 950 milioni di euro e che contiene tante misure a favore delle imprese e a favore dell’economia siciliana. Faccio riferimento ad esempio alla norma che è già attuativa di quello che era stato previsto alla nota di aggiornamento del Documento di economia e finanza regionale che prevede una misura da 12 milioni mezzo di euro per stimolare le aggregazioni tra imprese. Questa è una misura non soltanto significativa sul piano finanziario, è una cifra di tutto rispetto, ma soprattutto significativa dal punto di vista del nuovo paradigma che noi intendiamo portare avanti, cioè un paradigma finalizzato a migliorare la struttura delle imprese siciliane che ancora oggi soffrono di eccessivo nanismo dimensionale. La crescita economica dovrà avvenire sotto forma di aggregazione delle imprese esistenti da un lato. dall’altro lato la legge di stabilità pensa a forme di attrazione di imprese nuove dall’esterno dell’isola. Quindi due direttrici: aggregazione delle imprese che esistono e attrazione dall’esterno.

La task force per gli investimenti

“Abbiamo messo in piedi una norma attuativa del disegno di politica economica che consiste nella istituzione di una task force per l’attrazione degli investimenti esteri. In un primo momento si era pensato di istituire un’entità nuova, giuridica: l’Agenzia, ma poi si è preferito, anziché creare un nuovo ente che avrebbe corso il rischio di avere un rallentamento nella fase di start up, di cambiare strada e pensare ad una task force. Si è preferito utilizzare un ente già esistente che lavora molto bene come l’Irfis in Sicilia e istituire al suo interno un comitato, una task force  per l’attrazione di investimenti che avrà il ruolo non di sedersi attorno a un tavolo e produrre documenti che poi tante volte rimangono lettera morta. La task force sarà composta da emissari del Governo che dovranno andare fuori dalla Sicilia a cercare le imprese invitandole a promuovere gli investimenti portandole a conoscere le opportunità in Sicilia”.ù

“Questo Comitato sarà supportato da un parallelo comitato scientifico che vedrà il coinvolgimento delle forze produttive dell’isola, delle associazioni di categoria, degli imprenditori, dei sindacati, degli utenti che consentiranno anche di dare un supporto tecnico scientifico che darà sostegno sviluppando idee. Poi i membri di questo Comitato saranno la mano operativa, dovranno svolgere un lavoro anche parzialmente collegiale perché ovviamente è un comitato e quindi come tale avrà una dimensione collegiale ma oltre alla dimensione collegiale avrà una dimensione proprio di trincea. Dai componenti sì ci si aspetta che vadano al di fuori del territorio della Regione ad attrarre imprese  alla quali magari si potrà dire: venire nelle superZes perché lì avrete le autorizzaizoni in 30 giorni”

I prossimi passi delle leggi finanziarie

Fatta la Finanziaria adesso si lavora al collegato che dovrebbe nascere da qui a qualche settimana. 

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“Sì, si è fatta la scelta di avviare un gran numero di collegati non più un singolo collegato. La critica che in passato è stata mossa che l’Assemblea regionale è che fa soprattutto leggi di natura finanziaria, quelle obbligatorie ovvero la legge di stabilità, la legge di bilancio, le leggi variazioni e la legge assestamento. Vogliamo fare esattamente l’opposto. Fatta la legge di stabilità, una legge ripeto da quasi un milione di euro, adesso faremo una serie di collegati di tipo ordinamentale, non più leggi omnibus nascoste dentro la legge di stabilità”.

“Le norme di cui adesso stiamo discutendo, quelle che sono all’esame delle Commissioni, non sono leggi di natura finanziaria cioè non sono leggi di spesa ma sono leggi di tipo ordinamentale. Abbiamo in aula la legge cosiddetta degli impegni del Presidente ovvero correttivi di norme che si sarebbero esposte al rischio di impugnativa da parte dello Stato e che quindi dobbiamo modificare a fronte della mancata impugnativa da parte dello Stato per dare corso degli impegni assunti

Poi passeremo ad iniziative già pensate in legge di stabilitù ma stralciate come quella che riguarda la riforma dei compensi delle società partecipate, con l’idea di dare un maggior boost agli amministratori delegati in modo da poter reperire sul mercato risorse caratterizzate da un adeguato grado di professionalità per poter conseguire obiettivi ancora più alti. Oggi noi abbiamo un sistema che prevede una soglia abbastanza bassa di accesso per un ruolo di componente o di presidente delle società partecipate. Basta una esperienza pluriennale di carattere generico. L’idea è quella di alzare l’asticella, quindi richiedere delle esperienze specifiche più particolari, per esempio esperienze in società aventi analoga dimensione in termini finanziari o di personale, il che restringerebbe molto l’ambito nel quale nel quale pescare per queste nomine però naturalmente a fronte di questa maggiore qualifica servono compensi più elevati ma limitatamente agli amministratori delegati non per i consiglieri”.

“La prossima legge di spesa di  portata generalizzata sarà, invece, verosimilmente la variazione di bilancio che è prevista per il mese di giugno”.

La proposta alla Corte dei Conti, trattazione unica per tutti i bilanci in sospeso

Intanto avete incassato qualche risultato sul fronte del contenzioso con la Corte dei Conti

“Si ma pende ancora il contenzioso relativo al 2020. Quello relativo al 2022 è l’esame ordinario del rendiconto 2023. Speriamo di poter arrivare in breve alla definizione di tutte e quattro le annualità, magari con una trattazione congiunta, in modo tale da mostrare che le casse regionali, i conti regionali, quanto meno nel contesto dei quattro anni, possano essere apprezzati con un risultato positivo da parte della Corte dei Conti. E speriamo che questo percorso possa portare quindi ad un’approvazione in tempi brevi”.

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La video intervista integrale

 

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