un prete valdostano tradizionalista, conservatore e federalista

Effettua la tua ricerca

More results...

Generic selectors
Exact matches only
Search in title
Search in content
Post Type Selectors
Filter by Categories
#finsubito

Contributi e agevolazioni

per le imprese

 


Il canonico Joseph Bréan (1910-1953) merita, senza dubbio, un posto nel gotha dei pensatori politici valdostani sebbene non goda della fama di figure come Federico Chabod e, soprattutto, Émile Chanoux. Inizialmente di sentimenti nazionalisti venne folgorato dalle idee dell’abate Trèves e di Chanoux che lo conquistarono alla causa valdostana. Fin dalla seconda metà degli anni 30 dello scorso secolo Bréan pubblicò articoli sul settimanale diocesano ‘Augusta Praetoria’. In quel periodo collaborò anche con la casa editrice dell’Università Cattolica di Milano ‘Vita e pensiero’. 

Nel 1944 Bréan deve riparare in Svizzera scampando ad un probabile arresto. Durante l’esilio apprende la notizia della morte di Chanoux. Mentre si trova in Svizzera avrà modo di frequentare, insieme a Severino Caveri, Nestor Adam, prevosto dei canonici del Gran San Bernardo e futuro vescovo di Sion, di famiglia valdostana. Costui, svanito rapidamente il sogno di Chanoux di una Valle d’Aosta come nuovo cantone svizzero, orienterà Bréan verso posizioni annessioniste anch’esse destinate all’insuccesso. Rientrato dall’esilio Bréan riprenderà subito la sua attività di articolista sul settimanale diocesano ‘Augusta Praetoria’ che, in quel periodo, cambierà testata diventando ‘Pays d’Aoste’. 

Tra il 1947 ed il 1953, anno della morte, Bréan pubblicò circa 180 articoli aventi come oggetto le comunicazioni, il turismo, le acque, la costruzione di un tunnel sotto il Monte Bianco, la scuola, l’agricoltura, le foreste e l’autonomia. Da questi articoli e da opere come ‘Civilisation Alpestre’ (uscito postumo), ‘Notes sur l’Autonomie’ e ‘Christianisme et Democratie’, rimasta incompiuta, possiamo evincere i pilastri del pensiero di Bréan: egli è un convinto federalista. Il federalismo per lui consente al tempo stesso il decentramento politico ed il rispetto delle comunità e delle minoranze. Il federalismo di Bréan non è laico ma di forte impronta cristiana. Il cristianesimo ha, infatti, per Bréan una duplice valenza di coesione sociale e di rispetto dell’individuo. L’unione del credo cristiano e di quello federalista è cristallizzata nel motto ‘Dieu et Pays’. Il Cristianesimo di Bréan è totalmente inconciliabile con il comunismo ateo, anti identitario e massificante. La visione di Bréan è, peraltro, cristiana ma non clericale. Per Bréan occorre distinguere il pensiero cristiano e l’impegno sociale dei cristiani dal compito della Chiesa che è pastorale e non politico. Cristianità sì, clericalismo no. La distinzione per Bréan è fondamentale.

Prestito personale

Delibera veloce

 

Il federalismo garantisce la tutela di quella che, con felice definizione, egli chiama “l’ame du pays“. Ma di quale “pays2 si tratta? Per Bréan il pays, in questo caso la Valle d’Aosta, è la “Terre des pères“. È, in altri termini, il concetto di patria carnale, concetto che Bréan incontra sia nei suoi rapporti con lo scrittore francese Marc Augier, meglio noto come Saint-Loup, sia in quelli con Henry Petiot, detto Daniel Rops, professore all’università di Lione, membro de l’Académie Française e del movimento Ordre Nouveau.

In realtà il primo a parlare di “terre charnelle” fu – come ricorda lo storico Andrea Désandré nel suo testo ‘Sotto il segno del leone’ – Charles Pèguy, antimodernista. Per Pèguy la patria è “la qualité de terre où on parle une langue, où règne des moeurs, un esprit, un âme, un culye, une race“. La terra dei padri è la terra dei valori incarnati. Per questo occorre dotare le comunità locali di adeguati strumenti di autogoverno.

Saint-Loup e Bréan si incontrano nel 1951 quando il primo è latitante in Valle d’Aosta dopo essere stato condannato a morte, in contumacia, in Francia per altro tradimento avendo militato e combattuto nella ‘LVF-Charlemagne’. Qualche anno dopo la pena sarà commutata in due anni di prigione non essendo coinvolto Saint-Loup in fatti criminali o di sangue. In seguito al suo periodo valdostano Saint-Loup scriverà il testo Pays d’Aoste, uscito nel 1952 e sarà anche di ambientazione valdostana la sua ultima opera il romanzo ‘La République du Mont Blanc’ edito nel 1982. Per Saint-Loup le patrie carnali sono le terre dei padri considerate un rifugio contro l’imperialismo. Per lo scrittore francese solo chi ama il proprio popolo può amare i popoli stranieri. Le patrie carnali hanno una valenza sociale perché rafforzano il senso di comunità. Col principio delle patrie carnali Saint-Loup afferma il diritto alla differenza in antitesi al concetto di stato-nazione.

Sempre nella succitata opera, Andrea Désandré afferma che il capolavoro di Bréan ‘Civilisation Alpestre’ deve proprio a Saint-Loup non solo il titolo ma anche l’individuazione della missione spirituale. In tale opera, così come aveva fatto Saint-Loup in un articolo pubblicato sulla Tribune de Genève, Bréan sostiene che “la civilisation alpestre est, en effet, avant tout une oeuvre de l’esprit car elle est l’incarnation d’une idée: l’idée européenne“. L’idea è quella di una Europa federata delle patrie carnali, cristiana, che si ponga come antitesi allo statalismo nazionalista e al materialismo comunista, materialismo proprio anche dei sistemi capitalisti. In tale Europa la struttura federale sovranazionale dovrà dare piena autonomia agli organi di governo delle comunità locali federate garantendo ad ogni individuo la possibilità di restare fedele alla propria patria carnale, al suo territorio, alla sua lingua e alle sue tradizioni. Più precisamente le comunità locali dovranno federarsi nelle “regions naturelles” che, a loro volta, dovranno confederarsi tra loro. L’idea delle patrie carnali è ribadita, come detto, anche da Daniel Rops. Come ricorda Marie Rose Colliard nella sua opera ‘Un jeune prêtre au coeur valdôtain’, Rops il 1° settembre 1952, in occasione del suo ingresso ne l’Académie de Saint Anselme, pronuncia le seguenti parole:

Le fédéralisme est une véritable conception de la vie, de l’homme et de la société, qui pose à son principe l’homme réel, l’homme concret, celui de la famille, du métier, de la “patrie charnelle” comme disait Péguy. C’est de ce principe que tout découle. C’est en partant donc de ces réalités naturelles, rendues à leur dignité, à leur nécessité, qu’une société plus harmonieuse et plus humaine peut être conçue et définie. La fidélité à une terre charnelle ne comporte en soi rien qui puisse être agressif envers les voisins: au contraire. Un fédéraliste ne peut concevoir les diverses communautés naturelles que comme les parties d’un vaste organisme, dont une autorité supérieure, émanée de la libre volonté de chacun exerçant des fonctions d’animation, de contrôle et d’arbitrage, dirige la marche en vue du bien commun.”.

La concezione tradizionalista delle patrie carnali di Rops si caratterizza nell’affondare le proprie radici nel terreno degli antenati ove gli stessi hanno accumulato esperienze e conoscenze ma tale affondo non deve essere volto ad una semplice riproduzione e/o conservazione del passato bensì alla valorizzazione delle esperienze e del sapere degli avi per cercare di fare oggi quello che gli stessi avrebbero fatto se fossero ancora vivi. Viene così affermato il principio dinamico della tradizione che sconfessa e confuta la visione statica del tradizionalismo. Imprescindibile è il contesto democratico, per cui eventuali accostamenti al totalitarismo di Rops devono considerarsi errati.

Un altro punto fondante del pensiero di Bréan è la difesa della lingua francese. Per questo lo troveremo il 1° marzo 1951 tra i fondatori dell’Alliance Française di Aosta.  Bréan non sarà solo un pensatore ma anche un formatore. Con questo spirito darà vita, nel 1947, al ‘Cercle de Culture Valdôtaine’. Questo gruppo raccoglierà attorno al suo creatore un centinaio di giovani studenti, professionisti e contadini che Bréan formerà nell’intento di creare la futura classe dirigente valdostana. Tra i tanti voglio ricordare Corrado Gex, Assessore e Deputato, e Alberto Tubère, avvocato e futuro Segretario regionale della Democrazia Cristiana.

Sempre nell’attività formatrice di Bréan va inserita l’opera ‘Anthologie litteraire valdotaine’ che, nel 1946, vinse un concorso, voluto dal primo Consiglio Regionale, volto alla elaborazione di un testo destinato alle scuole valdostane.

Il 15 settembre 1945 Bréan pubblica su ‘Augusta Praetoria’ un articolo dal titolo ‘Trois amours’. nel quale illustra quali siano i tre amori del “véritable valdotain” vale a dire “l’attachement inébranlable à Dieu, à la famille au pays”. Sarà lo stesso concetto che, anni dopo, il canonico Jean Domaine inserirà nella canzone ‘Ma verta vallaye’, dove afferma che “lo bon Dieu, lo térroir, notra mama sont la force de nos valdotains“.

Mutuo 100% per acquisto in asta

assistenza e consulenza per acquisto immobili in asta

 

Come si è più volte avuto modo di evidenziare Bréan dà grande importanza allo studio del passato. Per Bréan il passato è il nostro padre. Nel passato stanno le nostre radici e si fondano le nostre tradizioni che costituiscono un patrimonio culturale e identitario insostituibile. Lin Colliard definisce questo aspetto del pensiero e dell’opera di Bréan come la philosophie de la tradition. Nella sua fondamentale opera ‘La culture valdôtaine au cours des siècles’, Colliard scrive a questo proposito:

“Le traditionalisme de Bréan et de son école n’a absolument rien de réactionnaire, de démodé, de revêche. Il n’en pourrait être autrement le traditionalisme valdôtain ayant toujours eu comme fondement l’autonomisme qui est un idéal de liberté”.

Riassumendo i punti cardine del pensiero di Bréan sono una forte dimensione spirituale cristiana di valorizzazione dell’individuo da contrapporre ai sistemi capitalisti e al comunismo entrambi statalisti e massificanti in quanto volti alla mera soddisfazione delle esigenze materiali di un individuo privo di spiritualità e di slanci ideali. Il secondo punto è l’attaccamento al territorio e alla comunità, alla sua lingua e alle sue tradizioni che possono essere salvate solo in un sistema federale che parta proprio dalle comunità locali destinate a federarsi nelle “régions naturelles” che dovranno, poi, confederarsi tra di loro a livello europeo. In tal modo verrà garantita la pace tra i popoli e verranno preservati i caratteri identitari dei territori e delle loro genti. A questo riguardo è, pertanto, fondamentale la distinzione tra patria e stato. Uno stato, possibilmente confederato, può essere costituito da tante patrie ma non è possibile il contrario vale a dire una patria costituita da tanti stati.

Bréan stimolava i suoi amici ad essere “artigiani della Valle d’Aosta” e a vivere “una vita valdostana”. Si tratta di un invito che deve essere fatto proprio da tutti coloro che si battono per la difesa del particolarismo della Valle d’Aosta inteso come patrimonio storico e culturale sempre più minacciato dal mondialismo e dal globalismo, oggi imperanti, tanto cari alle sinistre e ai loro sodali. Anche sotto questo aspetto il pensiero di Joseph Bréan si appalesa più che mai vivo ed attuale andando a dare all’autonomismo ed al federalismo solide radici storico-culturali ed istituzionali facendo di autonomismo e federalismo strumenti al servizio dell’ideale di libertà.

Claudio Dalle

Vignetta by Romolo Buldrini





Source link

Finanziamo agevolati

Contributi per le imprese

 

***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****

Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link

Source link