«In data odierna (ieri, ndr) ho scritto all’architetto Salvatore Mininanni. Rispetto a ciò che ho letto sul giornale tra virgolette, quindi evidentemente si tratta di un’espressione della sua volontà, non è compatibile con quanto descritto nella delibera approvata. Dunque non potrà fare parte del gruppo di progettazione per il Pug». E Adriana Poli Bortone dà il benservito all’architetto leccese.
Seppure il conferimento degli incarichi non sia stato ancora formalizzato a mezzo atto ufficiale, Mininanni è già fuori della task force di sette esperti messa in piedi dal sindaco per la revisione e la rimodulazione del Pug di Lecce redatto dall’ex amministrazione di Carlo Salvemini. Adeguamento alle linee programmatiche dell’attuale governo cittadino. E alla base della rottura c’è la questione legata al compenso rispetto agli incarichi di consulenza.
“L’arrivederci e grazie” all’architetto è stato annunciato dal sindaco in apertura dei lavori del Consiglio comunale, in risposta a due domande di attualità presentate dall’opposizione. La prima a firma di Cristian Gnoni, capogruppo di Coscienza Civica e la seconda presentata da Antonio Rotundo per conto del Partito Democratico. Una doppia richiesta di chiarimenti rispetto ai criteri di selezione adottati dal sindaco per la selezione degli esperti ma anche in relazione alla previsione o meno di un compenso o “gettone di presenza” ai professionisti. Questione che sarebbe stata trattata – secondo quanto confermato da alcuni dei presenti – lo scorso venerdì in sede di primo incontro a Palazzo Carafa.
Al tavolo del confronto oltre al sindaco, al capo di Gabinetto Angelo Tondo, al segretario generale Giacomo Mazzeo e all’assessore all’Urbanistica Gianpaolo Scorrano, anche gli architetti Alfredo Foresta e Gianni Cantatore. Gli ingegneri Fausto Giancane e Vincenzo Gigli e poi il professore Pier Luigi Portaluri, ordinario di Diritto amministrativo a UniSalento, e l’avvocato amministrativista, Pietro Quinto. E sino a ieri, prima del benservito in Aula, anche Mininanni.
Seppure, come ha rimarcato anche ieri il sindaco rispondendo all’opposizione, «il gruppo di professionisti avrà il compito di elaborare senza ulteriori costi per l’amministrazione un documento che indichi la direttrice guida utili all’adeguamento del Pug ai nuovi indirizzi urbanistici scaturiti dalle linee programmatiche già approvate», nelle scorse ore Mininanni a Quotidiano aveva dichiarato: «Non lavoro a gettone, né gratuitamente, figuriamoci. Io lavoro solo ad equo compenso, come previsto dalle parcelle professionali. Su questo non ci sono dubbi. Al di là delle chiacchiere politiche, che pure avevo messo in conto, considerata la mia esposizione pubblica. Ma io non faccio il politico».
Un’esternazione che a poche ore di distanza gli è valsa la “cacciata” dal team. «In data odierna (ieri, ndr) ho scritto all’architetto Salvatore Mininanni – ha tuonato Poli in aula – Rispetto a ciò che ho letto sul giornale tra virgolette, quindi evidentemente si tratta di un’espressione della sua volontà, non è compatibile con quanto descritto nella delibera approvata. Dunque non potrà fare parte del gruppo di progettazione per il Pug».
Ma nel mirino della senatrice è finito anche Salvemini. Nelle scorse ore, tornando a intervenire sulla short list di 27 esperti a titolo gratuito, nessuno dei quali selezionato per la task force sul Pug, l’ex sindaco aveva dichiarato: «Quando si scrive un Piano urbanistico, bisogna essere sempre nelle condizioni di dire no a chi si aspetta soltanto dei sì. Ed è complicato garantire questo risultato se ci si affida a validi professionisti locali che con il proprio lavoro, legittimamente, rappresentano anche interessi privati». Nessun riferimento netto a conflitti di interessi, ma l’ex amministratore avea comunque stigmatizzato la scelta del sindaco di dar vita ad una task force di esperti leccesi. «Ci rivolgeremo sempre ai professionisti locali, perché riteniamo di avere delle eccellenze nella nostra città – ha replicato duramente Poli Bortone ieri in Aula – Trovo vergognoso che un ex sindaco dichiari che i professionisti locali sono a rischio per via di interessi privati. Tutti i professionisti che lavorano a Lecce, credo che abbiano il diritto di lavorare sul proprio territorio. E sarò al loro fianco sempre». Nessuna possibilità di replica in Aula per Salvemini: pur avendo chiesto di intervenire per “fatto personale”, il presidente del Consiglio, Bernando Monticelli Cuggiò, ha ritenuto che non vi fossero i presupposti da regolamento per procedere.
Di un errore di metodo e di forma dal parte del governo Poli ha parlato Rotundo: «Nemmeno negli anni ‘50 di faceva così. Non si possono contattare i professionisti con una chiamata al telefono. Bisognerebbe dare un indirizzo al dirigente, il quale si occupa di scegliere le professionalità richieste nelle forme previste dalla legge». Dunque la richiesta di ritirare la short list dei 27 nomi a disposizione, dal momento che non è stata utilizzata.
A rimarcare la posizione di Rotundo anche il circolo di Lecce del Partito Democratico. “Alla luce delle recenti notizie sull’iter di redazione del Piano, affidato a un gruppo di professionisti scelti dalla coalizione di governo, il gruppo consiliare del Pd ha chiesto al sindaco di chiarire in Consiglio Comunale il percorso politico che si intende seguire – si legge in una nota – La risposta della sindaca non ha però dissipato i dubbi sulla trasparenza dell’iter decisionale. Il consigliere Antonio Rotundo ha quindi richiesto a gran voce, a nome di tutto il gruppo consiliare, un metodo chiaro e trasparente con cui l’attuale maggioranza intende allineare il lavoro sul Pug agli obiettivi di mandato. Il Pd cittadino vigilerà attentamente sui contenuti e sulle prospettive del Piano proposte dalla maggioranza, sottolineando che non transigerà qualora il Pug non garantisca l’interesse pubblico e collettivo, salvaguardando al contempo lo sviluppo imprenditoriale”.
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