Omicidio Fabrizio Piscitelli “Diabolik”, la procura chiede l’ergastolo per Raul Esteban Calderon

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Raul Esteban Calderon va condannato all’ergastolo per l’omicidio di Fabrizio “Diabolik” Piscitelli, l’ultras della Lazio ucciso a Roma con un colpo di pistola alla testa il 7 agosto del 2019 nel parco degli Acquedotti. È questa la richiesta dei pm della procura di Roma – Mario Palazzi, Rita Ceraso e Francesco Cascini – al termine della requisitoria davanti ai giudici della Terza Corte di Assise del processo che vede imputato l’argentino la cui vera identità, secondo l’accusa, è quella di Gustavo Alejandro Musumeci. Un omicidio, hanno sottolineato i pm, ”compiuto con metodo mafioso e con l’agevolazione di un gruppo criminale, nato dai contrasti tra associazioni organizzate”.

Nel corso della requisitoria durata oltre 7 ore, i rappresentanti dell’accusa hanno ricostruito la genesi e la dinamica di quanto avvenuto nell’estate di sei anni fa. I pm hanno definito l’evento come uno “spartiacque“. Secondo l’accusa, Diabolik è stato punito perché aveva “‘esondato“: la sua morte è stata in sostanza un “avviso ai naviganti: una ‘sanzione’ che doveva essere compresa da tutti”. Piscitelli “non era docile, si atteggiava lui stesso come un capo – ha aggiunto l’accusa -. Piscitelli era tante cose, ha avuto una vita criminale accertata, trattava anche da mammasantissima la pace tra due consorterie mafiose“.

Il killer ha “mostrato grande freddezza e professionalità” colpendolo “alle spalle con un solo colpo che coglie la vittima di sorpresa”. I pm parlano di un delitto “compiuto in pieno giorno, in un parco pubblico: in quel momento era presente tantissima gente, impegnata nelle attività più disparata”. Nella descrizione di quanto avvenuto, il pm Palazzi ha affermato che il video di una telecamera a circuito chiuso “offre una prova importante, formidabile. Un’immagine piuttosto completa dal momento dell’esecuzione alla fuga del killer. Un filmato che dice tante cose: un runner, atletico, alto, con una vistosa fasciatura sul polpaccio destro proprio lì dove Calderon ha un vistoso tatuaggio. È un tassello che insieme alle altre prove porterà alle richieste finali di questo ufficio”.

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I pm di piazzale Clodio hanno citato anche una serie di testimonianze finite agli atti della indagine della Dda. In particolare le parole della ex di Calderon, Rina Bussone che collegata da un sito protetto nel settembre 2023 ha confermato davanti ai giudici le accuse nei confronti dell’imputato. “Lui mi disse ‘ho ammazzato Diabolik’“. Ma se per l’accusa il killer è l’autore materiale di un omicidio, i mandanti sono ancora in via di identificazione in un procedimento che è ancora al vaglio degli inquirenti. Nel corso del processo lo stesso Calderon ha fornito la sua versione dei fatti respingendo le accuse e dichiarandosi estraneo a quanto avvenuto. In una memoria depositata nell’ottobre scorso l’imputato si è detto “addolorato” per la morte “del signor Piscitelli” aggiungendo di sperare “che verrà fuori chi ha commesso questo bruttissimo delitto e paghi con la giustizia e verso la famiglia di Piscitelli, liberandomi di questa accusa che pesa su di me come un macigno, anche per la mia famiglia che sta vivendo una bruttissima esperienza”.

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