Il settore sanitario sta vivendo una fase di grande trasformazione, grazie all’introduzione di tecnologie sempre più avanzate che, se gestite correttamente, possono migliorare significativamente l’efficacia e la sicurezza delle cure. In questo contesto, la figura dell’ingegnere clinico assume un ruolo centrale, non solo nella gestione delle tecnologie sanitarie, ma anche nell’assicurare l’integrazione efficace di soluzioni innovative all’interno dei sistemi ospedalieri.
In questa intervista, Umberto Nocco, presidente dell’Associazione Italiana Ingegneria Clinica (AIIC), offre a TrendSanità uno sguardo approfondito sulle sfide che gli ingegneri clinici dovranno affrontare nel 2025, analizzando le opportunità e le criticità legate all’innovazione tecnologica, alla digitalizzazione e all’evoluzione normativa nel settore sanitario. Un’occasione per comprendere come questa figura professionale possa contribuire a rendere la tecnologia un alleato per un’assistenza sanitaria più sicura e efficiente.
Quali sono le principali sfide che gli ingegneri clinici italiani dovranno affrontare nel 2025, soprattutto alla luce dell’innovazione tecnologica e delle nuove normative in ambito sanitario?
Le sfide per gli ingegneri clinici italiani nel 2025 rimangono sostanzialmente in linea con quelle definite nello statuto dell’AIIC: garantire un uso sicuro ed efficace delle tecnologie sanitarie. Tuttavia, il crescente numero di tecnologie disponibili e le evoluzioni normative stanno rendendo questo compito sempre più complesso. Un esempio chiave è rappresentato dall’Health Technology Assessment (HTA): sebbene non sia una novità, la sua effettiva applicazione da parte di Agenas e delle altre istituzioni coinvolte è ancora in fase di definizione. Gli ingegneri clinici saranno chiamati a supportare questo processo con analisi tecnico-economiche dettagliate, contribuendo a orientare le scelte strategiche sulle nuove tecnologie sanitarie.
L’uso sicuro ed efficace delle tecnologie sanitarie resta la sfida principale per gli ingegneri clinici ma l’aumento delle tecnologie disponibili e le evoluzioni normative ne complicano sempre più la gestione
Inoltre, il contesto normativo in continua evoluzione impone agli ingegneri clinici di sviluppare competenze sempre più approfondite non solo sulle regolamentazioni, ma anche sulle tecnologie emergenti, per poterle gestire in maniera efficace all’interno del sistema sanitario. Questo significa un continuo aggiornamento professionale e una maggiore interazione con altre figure sanitarie per garantire un’integrazione efficace delle nuove soluzioni tecnologiche.
Ad esempio, è recente la presentazione, da parte di Agenas della nuova Piattaforma Nazionale di Telemedicina (PNT): si è aperto così un nuovo ambito di lavoro che, sebbene in gran parte organizzativo, non può prescindere dalla componente tecnologica, seppur minima, che caratterizza la telemedicina. A tal fine, è essenziale acquisire una conoscenza approfondita della piattaforma, comprendendone le componenti tecniche di base. Inoltre, sarà fondamentale favorire un’interazione efficace con gli altri professionisti che opereranno nell’ambito della telemedicina.
Il principio fondamentale deve rimanere quello di un’assistenza centrata sul paziente, con la tecnologia intesa come uno strumento di supporto.
L’intelligenza artificiale (AI) e la digitalizzazione stanno trasformando il settore sanitario. Quali opportunità e criticità vede per gli ingegneri clinici nell’integrazione di queste tecnologie nei processi ospedalieri?
L’intelligenza artificiale e la digitalizzazione offrono opportunità significative, ma anche sfide non trascurabili. Uno degli obiettivi dell’AIIC, in particolare del nostro Centro Studi, è sviluppare linee guida per aiutare i professionisti a orientarsi in un ambito ancora poco definito. Una questione cruciale è la distinzione tra i diversi tipi di AI applicati alla sanità: esistono differenze sostanziali tra un software di refertazione per immagini diagnostiche e un sistema di business intelligence basato sui dati della cartella clinica. Chiarire questi aspetti è fondamentale per una corretta implementazione delle tecnologie digitali.
Un altro aspetto chiave riguarda l’interoperabilità dei sistemi. L’integrazione dell’AI e della digitalizzazione nei processi ospedalieri richiede piattaforme capaci di comunicare tra loro senza creare barriere tra i diversi attori del sistema sanitario. Questo pone gli ingegneri clinici in un ruolo centrale nella selezione e gestione di queste tecnologie, affinché siano realmente utili e sicure per operatori sanitari e pazienti.
L’assistenza deve restare centrata sul paziente, con la tecnologia come supporto
Ogni processo di sviluppo e introduzione di nuove soluzioni dovrebbe prevedere la presenza di un responsabile del processo, o project manager, che coordini le attività in modo efficace. Tuttavia, la scelta di questa figura dovrebbe avvenire secondo criteri ottimali, affinché il risultato complessivo sia realmente efficace. Da un lato, è quindi essenziale acquisire competenze adeguate per poter ricoprire tale ruolo con successo; dall’altro, è altrettanto importante proporre un modello chiaro di gestione e suddivisione dei compiti.
Un ulteriore aspetto, spesso considerato secondario ma in realtà di grande rilevanza, riguarda il valore dell’innovazione nel mantenere alta la motivazione e l’efficacia professionale. Affrontare nuove sfide tecnologiche può rappresentare uno stimolo importante per rinnovare il proprio approccio lavorativo, evitando il rischio di routine che può portare a un calo dell’attenzione e della qualità del lavoro. L’opportunità di essere coinvolti nell’innovazione non solo aiuta a mantenere vivo l’interesse professionale, ma può anche rappresentare un elemento attrattivo per le nuove generazioni di professionisti, incentivandone l’ingresso e la partecipazione attiva. Tuttavia, perché questo sia possibile, è fondamentale definire in modo chiaro ruoli e responsabilità, garantendo un’organizzazione strutturata ed efficace.
La gestione e la manutenzione delle apparecchiature biomediche stanno diventando sempre più complesse. Quali strategie sta adottando l’AIIC per supportare i professionisti del settore e garantire la sicurezza dei pazienti?
La necessità di ottimizzare le risorse economiche, considerando le restrizioni di bilancio, rende ancora più importante la capacità di prioritizzare gli investimenti tecnologici e migliorare l’efficienza dei processi di manutenzione. Ricordiamoci che in questo momento il bilancio della sanità è comunque limitato e, di conseguenza, è necessario adottare dei criteri per prioritizzare ciò che è indispensabile. In questo contesto, sicuramente l’HTA rappresenta il punto di partenza minimo ma dobbiamo anche mettere in campo le nostre capacità per ottimizzare il processo di acquisto, sfruttando i meccanismi previsti dal codice degli appalti, con strumenti per dinamiche di acquisto e gestione del contratto più evolute e innovative, portando potenzialmente un vantaggio al sistema.
La sinergia con le direzioni sanitarie è fondamentale per allineare la gestione tecnologica agli obiettivi strategici, come la riduzione delle liste d’attesa, guidando scelte e priorità
Un elemento chiave è anche la sinergia con le direzioni sanitarie per allineare la gestione delle tecnologie alle dinamiche delle richieste cliniche. Non si tratta solo delle richieste in sé, ma della necessità di allinearsi strategicamente sugli obiettivi, come la riduzione delle liste d’attesa in specifici ambiti clinici, che influenzano la scelta delle tecnologie e la prioritizzazione delle sostituzioni o delle nuove introduzioni. Questo approccio strategico ha un impatto diretto sull’attività dell’ingegnere clinico, comportando risposte a richieste cliniche, gare d’appalto e altri aspetti operativi. Se tali dinamiche non vengono chiaramente comunicate, diventa difficile fornire risposte adeguate.
Il PNRR ha destinato ingenti risorse alla sanità. Dal vostro punto di vista privilegiato, a che punto siamo e quali sono luci e ombre correlate al PNRR applicato alla sanità e alle strutture sanitarie?
Per quanto riguarda l’implementazione del PNRR, soprattutto nell’ambito delle grandi apparecchiature, la maggior parte dei progetti è stata portata a termine, con un rinnovamento tecnologico che ha riguardato oltre l’80% delle macchine previste. Tuttavia, questo comporta una criticità di medio termine: in pochi anni, tutte queste apparecchiature invecchieranno contemporaneamente, creando una nuova sfida per il sistema sanitario.
L’innovazione ha migliorato la qualità dei servizi, ma i limiti nelle risorse umane rischiano di frenare l’efficienza operativa
Un altro tema aperto è l’effettivo impatto delle nuove tecnologie sulla produttività: l’innovazione ha migliorato la qualità di alcuni servizi, ma non necessariamente ha aumentato l’efficienza operativa, in parte a causa di limiti legati alle risorse umane disponibili. Inoltre, la gestione delle risorse economiche legate al PNRR deve ancora affrontare alcune difficoltà burocratiche e di pianificazione, che rischiano di rallentare l’effettiva implementazione delle nuove tecnologie nelle strutture sanitarie. Infine, non possiamo dimenticare il “debito documentale” legato agli investimenti PNRR che sta impegnando ingenti risorse all’interno delle nostre strutture per produrre tutti i documenti, le attestazioni, i giustificativi, le evidenze richieste dal Ministero.
Guardando al futuro, quali sono gli obiettivi principali dell’AIIC per il 2025 e quali iniziative concrete intende portare avanti per valorizzare la professione dell’ingegnere clinico in Italia?
L’AIIC continuerà a lavorare per chiarire (se serve) e valorizzare la figura dell’ingegnere clinico attraverso iniziative mirate alla formazione e alla definizione di linee guida per le nuove tecnologie, con particolare attenzione all’AI e alla digitalizzazione.
La figura dell’ingegnere clinico necessita ancora di un consolidamento, poiché la sua presenza non è uniforme in tutte le realtà, né in termini di capillarità né di numero di professionisti. Dato che non esistono un vincolo normativo né un modello teorico di dimensionamento del servizio di ingegneria clinica, la sua diffusione dipende spesso dalla sensibilità delle direzioni regionali e aziendali.
Sebbene vi sia una maggiore consapevolezza rispetto al passato, frutto anche degli sforzi di chi mi ha preceduto all’interno dell’associazione, il lavoro di sensibilizzazione sull’importanza dell’ingegnere clinico non può fermarsi. Poiché cambiano gli assetti organizzativi e le metriche di valutazione dell’ospedale, è essenziale riconoscere che l’unica costante (oltre al personale sanitario) è la tecnologia, in particolare quella medicale, che oggi è fondamentale in ogni percorso clinico.
Come ogni anno, l’appuntamento principale è il Congresso Nazionale, che nel 2025 si terrà a Napoli dal 14 al 17 giugno. Tuttavia, sono già in fase avanzata di pianificazione una serie di eventi regionali distribuiti in diverse zone d’Italia, che rappresentano importanti momenti di aggregazione, utili per la formazione, la diffusione di messaggi e, soprattutto, per rafforzare la visibilità dell’ingegnere clinico sul territorio.
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